Migliora la collaborazione tra giornalisti e magistrati

Migliorala €oiiaborazione tra giornalisti é magistrati Segnali positivi, ma anche esigenza di nuove norme Migliorala €oiiaborazione tra giornalisti é magistrati PONTREMOLI — E' il giudice che vuole essere protagonista o è il giornalista che lo rende tale? Come affrontare la revisione del segreto istruttorio? Come instaurare un rapporto equilibrato tra giudice e giornalista? Sono questi alcuni degli interrogativi ai quali ha cercato di rispondere il convegno sui rapporti tra giustizia e stampa, organizzato a Pontrcmoli dal Centro lunigianesc di studi. -Si impone — ha dotto il segretario dell'Associazione nazionale dei magistrati, Enrico Ferri — il ruolo del giornalista giudiziario, che cresce insieme con quello del giudice, determinando la necessità di risolvere problemi difficili che passano, anzitutto, attraverso il rapporto tra segreto istruttorio e segreto professionale, da definire più chiaramente». Per Ferri, è indispensabile non cedere alla tentazione, per il giudice, di fare del protagonismo giornalistico e, per il giornalista, di fare il giudice. Magistrati e giornalisti, ha osservato il giudice istruttore di Torino Giancarlo Caselli, sono in questi anni cresciuti insieme, insieme sono maturati, insieme hanno raggiunto maggiore responsabilità, tanto che sono possibili accordi per fare uscire una notizia di cronaca giudiziaria dopo che l'operazione si è conclusa. Per il sostituto procuratore della Repubblica di Firenze Pier Luigi Vigna (ma anche per altri giudici, come il sostituto procuratore della Repubblica di Milano Pier Camillo Davigo), sarebbe utile restringere il segreto istruttorio e rendere più rigoroso quello che ne resta. Non solo: bisognerebbe prevedere -spe- . cifiche ipotesi di reato per il \ giornalista die anticipa il giudizio di responsabilità». L'appunto è rivolto in particolare alla «comunicazione giudiziaria», troppo spesso assunta dal giornalista come -affermazione di responsabilità». L'esigenza della revisione del segreto istruttorio è condivisa dal sostituto procuratore della Repubblica di Palermo Vincenzo Geraci, per il quale la -garanzia del controllo pubblico sull'esercizio della funzione giudiziaria è sempre più garanzia di giustizia nella lotta alla criminalità». Tuttavia, al di là delle incertezze giuridiche e dei più o meno buoni rapporti tra giornalisti e magistrati; c'è prima di tutto -la necessità — come ha sottolineato Antonio Abbate, della corte d'assise di Roma — di un recupero di professionalità da entrambe le parti».

Persone citate: Antonio Abbate, Enrico Ferri, Firenze Pier, Giancarlo Caselli, Magistrati, Pier Camillo Davigo, Pier Luigi Vigna, Vincenzo Geraci

Luoghi citati: Milano, Pontremoli, Roma, Torino