New York, la scienza in manette

New York, la scienza in manette IL GIUDICE DEL WATERGATE TORNA A STUPIRE L'AMERICA New York, la scienza in manette Un esperimento, il primo al mondo, doveva provare se organismi batterici, prodotti dall'ingegneria genetica, possano difendere dal gelo le coltivazioni - Lo hanno impedito un predicatore cristiano, che ha scatenato la protesta ecologica, e una sentenza di John Sirica: «Gli scienziati non hanno diritto di autoregolarsi» - Le immagini della fame in Etiopia rendono la polemica più drammatica NEW YORK — II progetto avrebbe dovuto realizzarsi con l'arrivo del primo freddo. Lo scopo era quello di verificare ìe la scienza è in grado di rispondere alla crisi alimentare del mondo. L'esperimento è facile da spiegare e cosi lo racconta il dr. Bernard Talbot del 'National Institutes of Health: «In laboratorio si preparano organismi batterici che sono 11 risultato di un livello ancora abbastanza semplice di ingegneria genetica. Questi organismi possono difendere dagli effetti del gelo le coltivazioni alimentari, per esempio 1 campi di patate. Milioni di tonnellate di patate vanno perdute ogni anno a cause di improvvise gelate. Salvare il cibo vuol dire moltipllcarlo, e questa sarebbe una conquista di grande Importanza*. Per la prima volta nella storia del mondo organismi batterici prodotti in laboratorio sarebbero stati liberati e messi a contatto con la natura. Il dr. Talbot aveva annunciato questo progetto fin dal maggio scorso in una conferenza stampa che aveva suscitato plausi, attenzione è grande interesse nel mondo scientifico, e anche fra economisti e politici. «Il futuro, si era detto, comincia a dare i suoi frutti». Talbot e i suoi scienziati non avevano fatto i conti con la passione di un predicatore cristiano che ha scatenato contro il progetto di ingegneria genetica la forza della Bibbia e di coloro die ne rispettano letteralmente il dettato. E' la prima volta, dai giorni del processo contro le teorie di Darwin, negli Anni Venti, che la scienza diventa il tema di una grande controversia religiosa in America. Gli scienziati del 'National Institutes of Health' hanno però commesso l'errore di considerare solo il versante religioso della caihpàgna scatenata dal predicatare. Non si,sono accorti di un'altra novità. Per la prima volta i giovani e moderni militanti della cultura ecologica hanno trovato nel missionario della Bibbia un portavoce efficace e lo hanno seguito. Inaspettatamente l'alleanza fra la cultura religiosa, del tipo biblico-letterale, e la cultura ecologica, si è rivelata saldissima. E in modo ancora più inaspettato le due culture hanno agganciato i giudici. Una sentenza ha bloccato gli esperimenti e stupito l'America. Infine, la sorpresa che ha attratto sul problema l'interesse del mondo politico, di quello giornalistico e di coloro che studiano il cambiamento nella società americana. Il predicatore della dannazione genetica si chiama Jeremy Rifkin. Il suo nome era stato al centro di molte cronache nelle tensioni degli Anni Sessanta, tra il mito della rivoluzione e le campagne contro la guerra. E' una sorpresa perdié Jeremy Rifkin rappresenta oggi una corrente religiosa fortemente conservatrice, diffidente di ogni internazionalismo e fiduciosa solo nel ritorno aH'.antlco spirito americano». E alla Bibbia. Ma gli accenti di altri tempi non devono essersi persi se l'altra discendenza degli Anni Sessanta, la cultura ecologica, è stata cosi pronta a raccogliere il segnale. Lo scandalo Ma interesse altrettanto grande ha provocato l'altro nome che compare adesso al centro della vicenda, il nome del giudice che ha fatto affiggere sulle porte del laboratorio del 'National Institutes of Health' l'ordine di sospendere tutto. Si chiama John Sirica, è lo stesso giudi ce che ha condotto il processo per lo scandalo del Watergate, e che ha forzato il presidente Nixon alle dimissioni. E' la seconda volta che il caso si apre negli Stati Uniti, La prima volta, nel 1976, era stato permesso al 'National Institutes of Health' di con' tinuare le ricerche ma con la proibizione di far uscire dal laboratori i risultati ' degli esperimenti. In seguito la 'diplomazia quieta' dei ricercatori aveva raggiunto due compromessi. Il primo è che «la prova esterna' (cioè il passaggio della creazione genetica dal laboratorio all'ambiente naturale) ' sarebbe avvenuta solo dopo autorizzazione concessa di volta in volta dal direttore degli istituti. Il secondo era che i laboratori privati avrebbero accettato, di conformarsi di volta in volta alle iniziative dellìstituto che dipende dal governo, è finanziato dal Congresso e dunque risponde pubblicamente delle sue iniziative. La rivoluzione sollevata da Rifkin ha una motivazione religiosa die, come si è detto, discende da una interpretazione rigida della Bibbia. «L'uomo non cambi ciò, che Dio ha fatto». La bandiera della protesta di Rifkin è stata raccolta da centinaia di gruppi ecologici grandi e piccoli senza nessuna preoccupazione di sganciare la battaglia laica e ambientalista dalla nuova radice teologica. La differenza tra teologi ed ecologi è semmai in una rigidezza anche più aspra dei difensori dell'ambiente. La loro posizione si esprime cosi: «Oli scienziati non possono essere i controllori di se stessi». John Sirica nella sua sentenza non ha accolto direttamente né l'ansia religiosa di Rifkin né la posizione anti scientifica degli ecologi. Ha scritto nella motivazione: «Non ho alcun desiderio, autorità o competenza per entrare io nella questione. Ma devo notare che la silenziosa trasformazione nel comportamento degli scienziati e la loro pretesa di autoregolarsi non hanno un solido fondamento logico (chi controlla i controllori?), morale (chi decide del bene e del male di questi esperimenti?) o giuridico (da dove traggono 1 ricercatori l'autorità di toccare l'equilibrio ambientale?)». 'Il ricongiungersi della cultura antiscientifica e antin-. dustrlale degli Anni Sessan-' ta-con un'ondata del tutto nuova di diffidenza religiosa verso la innovazione si sta dunque verificando, dopo essere stata profetizzata da molti ricercatori sociali. Ciò che colpisce di più i cronisti che hanno seguito le varie fasi di crescita di questo fenomeno è che la strategia di personaggi come Rifkin, nelle due incarnazioni di leader del 1968 e di predicatore fondamentalista negli Anni Ottanta, non è affatto cambiata. Come al tempi in cui aveva organizzato la prima manifestazione nazionale contro la guerra nel Vietnam (si deve a Rifkin l'ingresso in massa nelle notizie televisive ■delle dimostrazioni pacifiste) il missionario anti-scienza si dimostra un organizzatore meticoloso e, in nome della causa in cui crede, un leader spregiudicato. Racconta il dr. Bernard Davies, uno scienziato della Medicai School di Harvard, che da anni (il movimento contro la bioingegneria è cominciato nel 1977) non gli riesce più. di parlare in pubblico. Al grido di «noi non saremo coloni» decine — qualche volta centinaia — d'i giovani interrompono regolarmente incontri, simposi e giornate scientifiche da un capo all'altro degli Stati Uniti. Molti ritengono che gli scienziati americani abbiano commesso un errore cercando di «uscire in silenzio dalla porta di servizio» con il loro piano di irrorazione batterica dei campi di patate, invece di rivolgersi apertamente al Congresso, cercando la battaglia ma prendendo l'iniziativa del dibattito invece di subirla. Il giudice Sirica si è unito, con la forza della sua sentenza, al movimento di opposizione religioso-eco' logico perché, dopo la denuncia di Rifkin e del movi¬ mento che molti ormai definiscono dei «nuovi lucidisti», ha sorpreso i ricercatori mentre cercavano di fare qualcosa di radicalmente nuovo — e forse di straordinariamente importante — •senza farsi notare». Allarme La gravità del momento di stallo è dimostrata dal fatto che — su istruzioni della Casa Bianca — il dipartimento della Giustizia e i suol avvocati si sono assunti il compito di difendere il •National Institutes of Health» contro l'ingiunzione di sospendere non solo gli esperimenti ma anche la ricerca teorica. Le comparse degli avvocati di Stato che difendono il «Nift» sono cariche di documentazione scientifica, dimostrano che ricerche avanzate per il controllo della leucemia e nuove tecniche genetiche potrebbero accorciare di decenni la drammatica lotta contro i tumori. Due ombre sinistre si sono intanto disegnate alle spalle dei contendenti. Rifkin, nei suol discorsi e nelle sue prediche, invoca a testimone delle sue ansie la catastrofe della Union Carbide di Bhopal, in India. Gli avvocati del 'National Institutes of Health' mostrano dati e immagini della fame in Etiopia, nel Mali, nel Ciad, in tutto l'Ovest dell'Africa. Dice Eliot Marshall «Nessuno afferma che la bioingegneria è senza pericolo. Ma se la vita umana in un secolo è passata — nelle società industriali — da una media di 43 anni a una media di 72, si deve alla ricerca scientifica, compresi i suoi errori, compresi i problemi che ha provocato. Prima del controllo umano sulla natura tutto era peggio. Il resto è maledizione da predica o sogno pastorale. Ma non è realtà». j^,0 Coiombo