Aspettando Ginevra di Arrigo Levi

Aspettando Ginevra Aspettando Ginevra La preparazione dell'incontro tra Shultz e Gromyko, che si terrà a Ginevra il 7 e l'8 gennaio e che dovrà mettere in moto un nuovo grande negozialo sul controllo degli armamenti, procede da parte occidentale con una fitta serie di incontri e confronti d'opinione. 11 Consiglio Atlantico di Hruxcllcs ha definito un importante aspetto del futuro negoziato, quello delle consultazioni tra l'America, che ne sarà protagonista per l'Occidente come in passato, e gli alleati europei, preoccupati come sempre di venire dimenticati o messi da parte, non appena le due superpotenze intrecciano un dialogo diretto. A Bruxelles Shultz ha dato le assicurazioni che gli alleati, europei chiedevano: l'Europa sarà consultata c informata prima, durante e dopo ogni fase dei complessi negoziati. Queste consultazioni sono indispensabili in quanto una trattativa articolata e globale coinvolgerà, in qualche modo, anche gli armamenti nucleari della Francia c della Gran Hrctagna, e naturalmente gli euromissili dislocati in Italia c Germania. Tutte le potenze europee sono quindi parte in causa e hanno il diritto e il dovere di contribuire alla definizione della piattaforma negoziale americana e alla conduzione degli stessi negoziali, se e quando questi avranno inizio (come c sperabile, ma non ancora certo: quello di Ginevra sarà un incontro apctto, un vero ((negoziato sul negoziato»). Prima che si definisse questo problema delle consultazioni euro-americane, Rcagan ne aveva chiarito un altro, anch'esso formale ma importante, nominando Paul Nitzc consigliere speciale del segretario di Stato Shultz. Il settantasettenne Nltzc è l'ultimo di una grande generazione di «servitori dello Stato» americani, all'opera dall'immediato dopo guerra. E' sempre stato considerato un «falco», ed era stato il più autorevole critico del l'accordo Sali 2. Ma Nitzc ere de a fondo nel principio del negozialo con i russi e negli accordi sul controllo degli armamenti: in questo senso dà la necessaria copertura Shultz verso quei rcaganiani (ve ne sono al Dipartimento della Difesa) che hanno ancora dubbi di principio sull'utilità stessa del negoziato. Nitzc e convinto che i sovietici hanno interesse a negoziare: fu sua la famosa proposta della «passeggiata nei boschi» con " partner sovietico Kvitsinsky, un progetto per la limitazione degli euromissili che a Shultz piaceva e che mantiene tutta la sua validità. Poi il compromesso fallì, perchè il Cremlino scelse la lattica della prova di forza. Ora Mosca riconosce il suo fallimento e torna a negoziare: la presenza di Nitzc ac canto a Shultz dà agli stessi sovietici la garanzia che Rcagan vuole davvero un negoziato e un accordo. Il Presidente ha dunque preso finora decisioni procedurali corrette e rassicuranti. Ma prima del 7 gennaio dovrà fare ben altre e più sostanziali scelte, sulle quali i suoi consiglieri sono ancora divisi. Un negoziato globale pone innumere-, voli problemi; fra tutti ci sembra che uno primeggi, e riguarda il progetto di Rcagan (la «Iniziativa di Difesa Strategica», o «SDÌ») di difesa antinucleare spaziale: il progetto più spesso definito «delle guerre stellari». E* chiaro che Mosca non vuole una gara militare nello spazio, che teme di perdere: Rcagan, annunciando la «SDÌ», si 6 quindi munito di un'importante arma negoziale, che gli può servire per strappare a Mosca riduzioni sostanziali dei missili strategici c degli euromissili. Ma in cambio egli deve essere disposto a rinunciare al progetto «SDÌ», c a questo rilutta perché sembra ancora convinto, o illuso, della possibilità che questi nuovi, ipotetici sistemi difensivi possano un giorno ridurre a zero la minaccia delle armi atomiche. Si capisce bene l'immenso problema di coscienza del Presidente degli Stati Uniti c la sua ansia di annullare la minaccia dell'olocausto atomico. Ma bisogna fervidamente sperare che Rcagan sì convinca che le «difese spaziali» non potrebbero realizzare mai il suo sogno di dare una protezione totale all'America e all'umanità contro le armi atomiche. Al contrario, questo progetto avrebbe per solo risultato di mettere in moto una nuova duplice gara, nel campo delle armi offensive come di quelle difensive, e il risultato sarebbe una pericolosissima instabilità. La Pravda ha già chiarito che, se l'America procederà con il progetto di difesa strategica (che, visto da Mosca, è soltanto un mezzo per mettere la «fortezza America» in grado di sferrare un primo colpo a sorpresa contro l'Urss), Mosca {■sarà obbligala a creare armi strategiche capaci di penetrare lo scudo difensivo» americano. Non si può dubitare che possa farlo. Gli europei, il Dipartimento di Stato e in parte anche le gerarchie militari americane, ol¬ tre alla schiacciarne maggioranza degli esperti, sono convinti che una difesa antinucleare totale c e sarà sempre impossibile. Se anche Rcagan se ne convincerà, egli potrà usare accortamente la «SDÌ» come arma di predone sui russi e il risultato potrà essere un equilibrio atomico a livelli molto più bassi e molto meno pericolosi per la sopravvivenza •' il'umanità. Questa 6 la grande occasione che oggi si offre. Arrigo Levi

Persone citate: Gromyko, Paul Nitzc, Shultz