Riuscita la serrata contro Visentini La Confcommercio: rivedere il piano di Gian Carlo Fossi

Riuscita la serrata contro Visentin! La Confcommercio: rivedere il piano FISCO / Sempre più aspro lo scontro tra sostenitori e oppositori della riforma Riuscita la serrata contro Visentin! La Confcommercio: rivedere il piano Lama: la protesta a Roma è stata pressoché generale, ma non ha una motivazione razionale o legittima - A sostegno del ministro sciopero nazionale del Salii (sindacato autonomo dei finanziari) dal 22 al 29 dicembre ROMA — Anche la seconda serrata attuata ieri da commercianti ed artigiani contro il «pacchetto fiscale» di Visentin! ha bloccato quasi completamente il sistema distributivo in tutta Italia. Più del 90% dei negozi e circa l'85% delle botteghe e dei laboratori artigiani hanno tenuto abbassate le saracinesche, con punte massime nel commercio del 99% in Abruzzo, del 97% nella Puglia, in Basilicata, nel Lazio, del 95% in Valle d'Aosta, Liguria, Emilia e Marche, e punte minime del ^0% nel Trentino-Alto Adige e dell'80% in Lombardia e nel Veneto. In contrasto con la massic- eia adesione, parecchi esercizi sono rimasti aperti in alcune vie del centro storico di Roma: tra i più noti, Bulgari, Cartier, Richard-Ginori, Gucci, Valentino, Galtrucco, Luisa Spagnoli, la Libreria Rizzoli, Alemagna, Piattelli ecc. Serrande alzate pure nei grandi magazzini e supermercati, che attraverso la loro associazione sindacale (Faid) si erano dissociati, nonché nelle farmacie e negli impianti di distribuzione di carburante. La riuscita della manifesta-, zione è stata sottolineata dalla Confcommercio e dalle organizzazioni degli artigiani ed è' stato perfino riconosciuta dal segretario generale della Cgil, Lama. «Chi come vie — ha dichiarato Lama — Ita percorso le strade di Roma ha visto che la serrata è stata pressoché generale. Ma and serrati^ così fonie uno sciòpero, può~èsserè giusta à sbagliata e questa di oggimonha una motivazione ragionale o legittima. Non è questo un giudizio morale, ma politico. Tutti debbono pagare le tasse secondo quanto guadagnano. Debbono cessare privilegi di una parte del mondo del lavoro nei confronti del fisco». Non c'è dubbio, comunque, che ancora una volta 11 commercio — ha osservato il segretario generale della Confcommercio Alfonsi — abbia espresso la sua grande compattezza sindacale-e la validità delle ragioni della protesta: «Il successo dell'iniziativa unitaria con le organiszazioni artigiane dimostra ulteriormente la volontà di ricercare collaborazioni ed intese, oltre il fatto contingente della protesta contro un provvedimento fiscale». Dopo aver rilevato che i problemi del terziario sono venuti alla ribalta in tutta la loro gravità «per l'incuria a livello politico e sindacale», Alfonsi ha sostenuto «l'esigenza che sia varata una buona legge fiscale che si colleghi ad una coerente ed organica politica di sviluppo per il commercio-. D'altra parte, avverte il segretario generale della FipeConfcommercio, Ferranti, se le misure fiscali fossero approvate nell'attuale formulazione, si avrebbero ripercussioni gravissime nell'attività turistica, scaricandosi sulle aziende oneri assolutamente insopportabili. «Alberghi, ristoranti, tutte le altre imprese del settore — ha aggiunto Ferranti — si troverebbero in seria difficoltà nel rinnovare il contratto di lavoro degli oltre 800.000 addetti che scade il 31 dicembre e le cui trattative entreranno nella fase decisiva proprio all'inizio della stagione turistica. Gli inevitabili aumenti dei prezzi e la prevedibile notevole conflittualità sociale rischiano di compromettere la possibilità del nostro Paese di contrastare la sempre più agguerrita concorrenza estera». Il risultato della serrata, ha incalzato 11 presidente della Con (artigianato Qermozzi, è una chiara prova che le categorie Interessate intendono perseguire tutte le strade per ottenere la modifica del provvedimento Visentin!. Il governo, ha fatto presente il segretario generale della Confederazione nazionale dell'artigianato Tognonl, «non potrà sottovalutare la riuscita della protesta, die ha visto una partecipazione massiccia, composta e responsabile». ..-In senso opposto, premono le organizzazioni dei lavoratori. Il sindacato autonomo dei finanziari (Salfi) ha proclamato uno sciopero nazionale dal 22 al 29 dicembre contro «l'alternarsi di situazioni, comportamenti, remore, ritardi nell'approvazione del disegno di legge Visentini», ed ha respinto «con sdegno il tentativo di porre il personale finanziario in cattiva luce presso l'opinione pubblica per presunte prevaricazioni». Gian Carlo Fossi Roma. Un gruppo di commercianti in sciopero fotografato in piazza Colonna durante la manifestazione