Vetere fornisce all'Antimafia i dati sulla criminalità a Roma

Vetere fornisce all'Antimafia i dati sulla criminalità a Roma Tre commissari, però, si sono rifiutati di recarsi in Campidoglio Vetere fornisce all'Antimafia i dati sulla criminalità a Roma «Impossibile quantificare il fenomeno» - Su Tor Vergata: «Non avevamo motivo di dubitare» ROMA — Con una lunga relazione contenuta in diciannove cartelle dattiloscritte, il sindaco di Roma, Ugo Vetere, comunista, ha illustrato ieri alla commissione parlamentare antimafia la situazione della criminalità organizzata nella capitale. A raccogliere le informazioni del sindaco e della giunta capitolina, si sono recati in Campldogìlcftdiolassettè parlamentari. Hanno disertato l'incontro il democristiano Claudio Vitalone, il socialdemocratico Bellusclo e il socialista Frasca, in polemica con il presidente della commissione, il comunista Alinovi: «Non c'era motivo alcuno — secondo i tre parlamentari — che la commissione si recasse in Campidoglio, in casa del sindaco. Semmai toccava a Vetere e agli altri esponenti della giunta presentarsi a Palazzo San Maculo, sede della commissione». Alinovi aveva replicato che, come era già avvenuto a Palermo, Milano, Napoli e Catanzaro, la commissione si recava in Campidoglio non per indagare ma per acquisire informazioni. Su questo punto si era rischiata una netta spaccatura della commissione, ricomposta poi in extremis, grazie alla mediazione del vicepresidente, il de D'Amelio, il quale ieri si è presentato in Campidoglio seguito dai rappresentanti del suo partito,.tranne, il senatore Vitalone. Mafia, 'ndrangheta e soprattutto camorra hanno a Roma ormai delle solide presenze. Ma, secondo il sindaco Vetere, è impossibile oggi dire, dati alla mano, se l'infiltrazione della criminalitaà organizzata nella capitale è un fenomeno sistematico o se si è appena agli inizi. «Certo — ha detto Vetere — a Roma ci sono diversi settori che possono fungere da terreno di coltura: traffico e consumo di droga, abusivismo edilizio. Vetere, che ha rivendicato a sé il merito di essere stato forse l'unico sindaco ad aver preso parte all'inaugurazione dell'anno giudiziario, ha proposto anche una serie di mo¬ difiche alla legislazione esistente per consentire agli enti locali di svolgere un più concreto ruolo di vigilanza. •Anche perché — ha denunciato — nella capitale si è notata una scarsa applicazione della legge Rognoni-La Torre, come dimostrano i dati comparativi con Palermo e Reggio Calabria forniti da polizia, carabinieri, finanza e magistratura». «Rispeftorqd un-A elenco di 2116 presunti mafiosi — hfi precisato il sindaco — gii accertamenti sono stati quasi inesistenti». Come appendice alla relazione, si è aperto il dibattito, su Tor Vergata, la zona a sud di Roma dove sorgono i ter-' reni di Enrico Nlcoletti, un presunto mafioso «condannato» pochi giorni fa a cinque anni di confino. Proprio su tale questione e sulle possibili implicazioni della giunta di sinistra nella vicenda, erano maturate in commis-' sione le prime polemiche e, infine, la decisione di ascoltare Vetere e gli altri assessori., Da Nicoletti l'Università aveva deciso di acquistare, con il beneplacito della Regione e del Comune (che aveva acconsentito a destinare quei terreni ad uso diverso da quello previsto dal piano regolatore), alcuni immobili da destinare ad aule universitarie. Sia Vetere, sia l'assessore ai Lavori pubblici, Buffa, hanno fatto presente che furono l'Università e il ministero dei Lavori pubblici a fare la scelta e che quindi «non si potevano nutrire dubbi a priori: Secondo i democristiani D'Amelio e Saporiti, invece, il Comune sarebbe responsabile di non aver fatto sentire il peso della sua potestà decisiva sulla scelta dell'area. Preoccupanti, le notizie fornite ai commissari da parte del capogruppo comunista Piero Salvagnl, secondo cui agli inizi di novembre, quando Vito Cianclmino era già al soggiorno obbligato, il figlio Gianni cambiò presso una banca romana, con l'avallo di un noto costruttore, il conte Vaselli, uri assegno di 484 milioni. r. con.