Cosa resta del sogno polacco di Bernardo Valli

Coso resta del sogno polacco Coso resta del sogno polacco (Segue dalla l'pagina) quando esercito e polizia, agli ordini del generale Jaruzelski, dispersero quel movimento sindacale e sociale, Inevitabilmente politico, che era Solidarietà. , Sono passati tre anni. Scopro che non è facile definire questa Polonia che l'Occidente, non ancora gli Stati Uniti, ma gli europei, ed anch'essi con atteggiamenti diversi, stanno per togliere dalla quarantena. Andreotti sarà qui tra una decina di giorni. Società e regime non si sono \rappactficati. La prima, nella sua stragrande, maggioranza, continua a girare le spalle al potere ufficiale. Il secondo tollera, allenta le redini, talvolta adotta toni duri, in altri moménti morbidi. . Le prigioni si sono vuotate con {'amnistia di luglio. I detenuti politici non sarebbero piti di venticinque. Nei giorni scorsi Bogdan Lis, dirigente di Solidarietà a Danzicà e definito dalle autorità «un criminale., è staio liberato. Nessuno se l'aspettava. Nelle stesse ore sono stati arrestati^ quattro oppositori perché stampavano clandestinamente pubblicazioni sindacali. Per lo stesso reato altri, vengono lasciati a -piede Ubero. Mi dicono che il periodico di Solidarietà vende sottobanco a Varsavia 70 mila copie. La repressione di massa non può essere permanente. Ma sono soprattutto il prestigio e la credibilità che il potere ufficiale non è riuscito a conquistare. «Da noi il re è nudo da un pezzo e non rle' sce a vestirsi». £' la teatrale sentenza di un'attrice di,successo, che mi accompagna con devozione ad assistere a dieci messe, celebrate contemporaneamente, nella chiesa di S. Stanislao, dov'è sepolto padre Popielutzko, assassinato dai poliziotti che il regime ha arrestato e che il tribunale si accinge a giudicare. Centinaia di candele accese, tappeti di fiori e una folla genuflessa al momento dell'elevazione, quando le dieci ostie si alzano simultaneamente. «E' qui che vive la Polonia», mi sussurra l'attrice in ginocchio. . In queste settimane iì film Gandhi ha uh grande successo a Varsavia. Lapente discute. É' possibile un movimento di-resistenza passiva-in Polo* niaT.La conclusione alla quale sarebbero arrivati i più è che «in questo impero» non lo è, perché al contràrio degli indiani nel Raj ;britannico i polacchi sono Una minoranza. Le manifestazioni di massa pacifiche, cariche di devozione è di significati, sono tuttavia possibili a Varsavia. Lo si è visto al funerali di padre Popielusstkoi In quell'occasione trecentomila persone hanno applaudito Lech Walesa, che commemorava il prete assassinato con toni pacati, senza invitare alla protesta, anzi, esortando ad essere disciplinati. Le sue parole contenevano un messaggio politico di rilievo: il rapimento e l'uccisione del sacerdote erano stati gesti rivolti contro tutti i polacchi, «compreso il generale Jaruzelski». /{fatto che quest'ultimo avesse fatto condannare l'omicidio dal Comitato centrale e dall'ufficio politico sembrava la premessa per una svolta nei rapporti tra un'opposizione conciliante, in un momento in cui gli animi potevano essere infiammati, e il potere, che non aveva esitato a condannare solennemente, attraverso i suoi massimi organismi, il delitto di alcuni membri della polizia, istituzione portante del regime. Anche quella è stata un'illusione. Poiché molto presto Trybuna Ludu, il giornale del partito, ha denunciato lo sfruttamento dell'assassinio di padre Popieluszko da parte dei nemici del socialismo. Si dice adesso: «Il potere ha sprangato la porta che Walesa aveva socchiuso». .Tre anni dopo, Jaruzelski resta, se non proprio uh enigma, un personaggio non facile da decifrare. La sua impopolarità non è aumentata. I giudizi sulla sua persona sono più sfumati di quelli che vengono espressi su altri membri del regime. La Polonia è divisa in due: dà una parte «noi», la gente, e dall'altra «lóro», il potere. Tra questi ultimi, tra i *1 oro», il generale viene guardato con una certa curiosità: benché disponga di amplissimi poterle goda della fiducia evidente di Mosca, égli sarebbe condizionato dall'ala dura dell'ufficio politico, che condannerebbe e deplorerebbe ogni tentativo di apertura. Ed è vero che Jaruzelski non è riuscito a rifondare il partito come si riproponeva di fare al rnomento della instaurazione dello .stato di guerra.: un partito debole, dissanguato, ma abbastanza forte da condizionare il militare che tre anni fa .ha salvato il regime.? Tre anni dopo il generale Jaruzelski è riuscito a stabilire scarsi contatti con la società. Si ha l'impressione che riesca a comunicare col Paese reale attraverso le alte gerarchie della Chiesa, con le quali ha stabilito buoni rapporti. E' come in una trappola tra società e regime: senza conquistare la società, o una parte di essa, non può opporsi efficacemente a- coloro che lo condizionano nel regime, ma questi ultimi gli impediscono probabilmente una politica di apertura. Questo stretto margine di manovra i. ulteriormente ridotto dalla situazione economica che resta disastrosa, che non consente un miglioramento del livello di .vita, indispensabile per cominciare un nuovo ciclo polacco, per stabilire un altro compromesso di convivenza tra società e potere. Bernardo Valli

Persone citate: Andreotti, Gandhi, Jaruzelski, Lech Walesa, Walesa

Luoghi citati: Danzicà, Mosca, Polonia, Stati Uniti, Varsavia