Com'è difficile essere giudice in Sicilia di Antonio Di Rosa

 a% $mM ■■ mmu ■■ ■ ■■ ■ ai ■■■ ì Com'è difficile essere giudice in Sicilia Intervista al procuratore Palane: «Un magistrato deve fare più del proprio dovere» a% $mM ■■ mmu ■■ ■ ■■ ■ ai ■■■ ì Com'è difficile essere giudice in Sicilia Se non si va a fondo, si lasciano ampi margini alla mafia» - «Attenti ai pentiti, si può diventare strumento di loro vendette» « CALTANISETTA — Cosa significa oggi essere giudice in Sicilia? Soprattutto essere giudice siciliano? 'Significa andare oltre il proprio dovere ; — dice Sebastiano Patanè, procuratore capo di Caltanissetta, impegnato nella lotta alla criminalità —, fermarsi a questo vuol dire lasciare ampi margini alla mafia'. Patanè ha guidato due inchieste difficili: la strage di via Plpltone Federico in cui fu ucciso il giudice Rocco Chinnicl; l'arresto del magistrato di Trapani Antonio Costa per corruzione. Due momenti-simbolo dell'attività antimafia. A 61 anni conosce bene 1 meccanismi della giustizia siciliana. Dal 1978 regge la procura dUCaltanissetta dopo aver lavorato alla corte d'Appello della stessa città e di Catania dove è nato. Procuratore, qualcuno ha détto che darebbe meglio inviare nell'isola magistrati di altre regioni. Gli arresti di alcuni suoi colleghi sembrano confermare certi sospetti. Qual è la realtà oggi? «/ tempi sono cambiati. L'emigrazione interna, la diffusione culturale, la tv, i mass media hanno annullato certe distanze. Nel bene e nel male. Anni fa un giudice venuto dal Nord a guidare una corte d'Assise in Sicilia chiese a un imputato la descrizione di un palo di calzoni. L'uomo rispose: "Causi pariggi a chistl" (calzoni uguali a questi, ndr). Il giudice chiese a chiarimento: come, avete cause anche a Parigi? Dunque, col fenomeno mafia bisogna esser cauti: Cosa vuol dire? •Non è un fenomeno solo siciliano. Altrimenti daremmo ragione a chi narra la storiella delle tre M: un fatto speculativo avvenuto al Nord è un successo Manageriale, a Roma diventa un affare di Maneggioni, in Sicilia un atto di Mafia. Il giudice, come operatore sociale, deve conoscere l'ambiente in cui opera. Da qui la necessità che viva dove esercita le funzioni per capire a fondo quali sono i problemi della società. Questo non significa che deve essere a tutti costi siciliano. Anzi: Quali meccanismi hanno impedito alla magistratura siciliana, fino a qualche anno fa, di andare a fondo nelle inchieste sulla mafia? •Premessa: la prima commissione interparlamentare risale al 1875. Nel 1926 fu emanata la legge sul. confino di cui si avvalse il prefetto Mori. Negli Anni Cinquanta e Sessanta sì sono svolti processi di mafia con buoni risultali. Oggi si assiste a un'esplosione di questi procedimenti perché è esploso il fenomeno mafioso». Quel mitico muro dell'omertà è stato superato solo' per l'arrivo dei soliti pentiti oppure emergono fattori diversi? •// muro è caduto, almeno in parte. Ma chi lo supera deve essere protetto anche se, la mafia si cautela subito uccidendo chi sa e può parlare: centinaia di morti inspiegabili appartengono a questa categoria: La mafia è in crisi? Forse sono crollate antiche protezioni... «La crisi riguardati basso e il medio livello, non quello più elevato. Le protezioni non sono venute meno, Cosa Nostra si autotutela, nel campo della pubblica attivila, sostenendo uomini di sua fiducia o (e questo è un punto delicato) chi fa il proprio dovere ma si ferma a questo lasciando correre il resto. Insomma, non va a fondo», i ' Si riferisce alle indagini legate alle rivelazioni dei pentiti? t «Certo. Pentito, per me, è solo chi si presenta spontaneamente, confessa e collabora. I quasi pentiti sono quelli che hanno posizioni giudiziarie leggere e collaborano molto. Gli altri, Buscetta compreso, sono tornacontisti: danno e vogliono per la loro prestazione. Tutto è calcolo. Ogni dichiarazione va filtrata e controllata come fanno i magistrati di Palermo per non diventare esecutori di vendette ordite da clan avversari». , Allude al giudici di Torino? mPer carità». L'arresto del giudice Costa ha segnato una inversione di tendenza: per la prima volta un magistrato siciliano ha ordinato la catturi di un altro magistrato siciliano. Ma Il caso Costa è isolato oppure (vedi gli arresti di Catania) esistono altri rami secchi nella giustizia? -Non parlo del caso Costa perché il processo è in corso. Non credo che ci sia da stupirsi: in ogni categoria accadono cose del genere. Il problema' è un altro: questi epi¬ sodi denunciano le carenze amministrative, non esiste la, prevenzione. Non si fanno valutazioni, si tollerano certe, condizioni di lavoro che finiscono col diventare l'occasione propizia per fatti del genere. E poi bisogna sconfiggere l'ignavia». Il principe Fabrizio Salina nel Gattopardo diceva a Chevalley, nobiluomo piemontese: «Il sonno è ciò che I siciliani vogliono, ed essi odieranno sempre chi li vorrà svegliare...». Questo risveglio non darà fastidio... «La Sicilia non vive nel sonno. E' attiva e operosa. La popolazione è sana, i mafiosi sono qualche migliaio. Importante è non abbandonare chi indaga, chi lavora contro la mafia». Qualche settimana fa la sua abitazione è stata bersaglio di un attentato. Ha paura, giudice Patanè? •Anche in questo caso ho chiesto che si scoprano gli autori. E chi indaga può capire da quale direzione arrivano gli atti'di violenza. Paura? No, fastidio: mi dispiace non poter fare una tranquilla passeggiata con OH amici». Antonio Di Rosa

Persone citate: Antonio Costa, Buscetta, Fabrizio Salina, Patanè, Rocco Chinnicl, Sebastiano Patanè