Assoluzioni collettive Definitivo no del Papa

Assoluzioni collettive Definitivo no del Papa Un'wEsortazione apostolica» ribadisce la tradizione Assoluzioni collettive Definitivo no del Papa CITTA' DEL VATICANO — Il Papa parla di Riconciliazione e Penitenza in una .Esortazione apostolica» da lungo attesa e riconferma punto per punto la dottrina tradizionale contro ogni tentazione, presente in più di una Conferenza episcopale, di cercare nuove strade, accentuando per esemplo il ruolo dell'assoluzione collettiva rispetto a quella individuale. Anche per 1 divorziati cattolici non ci sono aperture di rilievo: possono frequentare la comunità dei credenti, presenziare alla Messa, ma non avvicinarsi al Sacramenti. 11 documento costituisce una «summa. ideale del lavori del Sinodo dei vescovi sullo stesso tema, svoltosi un anno fa. E* stato presentato all'opinione pubblica ieri, dal cardinale di Milano Carlo Maria Martini,, e pubblicato sulr«Osservatore Romano». ■ .Quel-che più importa alla Chiesa — ha detto il cardinale Martini — è che non venga cancellato il senso di peccato personale. Se no si cade in un anonimato totale e allora nessuno è più responsabile di niente». Il documento vuole contrastare — cosi ha spiegato l'arcivescovo di Milano — 11 diffondersi delle .assoluzioni collettive» prima della Messa a gruppi di fedeli che non si siano confessati, riducendole a casi del tutto eccezionali e «di grave necessità». Un'attenzione tutta particolare va al «peccato sociale». Ogni peccato è prima di tutto personale — dice il Papa — con conseguenze sociali. Che però non diminuiscono la responsabilità di ciascuno: .Non si può ignorare questa verità per scaricare su realtà esterne, le strutture, i sistemi, gli altri, il peccato dei singoli: Alcuni peccati però sono più direttamente sociali. E Giovanni Paolo II ne fa un elenco preciso e puntiglioso: le ingiustizie da persona a persona, gli attentati alla dignità della persona umana, la lotta di classe, la contrapposizione ostinata del blocchi di nazioni, e dei gruppi contro altri gruppi Ma sociale è anche •ogni peccato contro il bene comune e contro le sue esigenze». Nessuno ne è esente: esiste • il peccato di commissione o dismissione da pàite.dl diri? genti polìtici economici è sindacali che pur potendolo non si impegnano con saggezza al miglioramento o nella trasformazione della società secondo le esigenze e le possibilità del momento storico». E compiono peccato' anche i lavoratori, quando .vengono meno ai loro doveri di presenza e di collaborazione perché le aziende possano continuare a procurare il benessere a loro stessi, alle famiglie, all'intera società: Alla base di questi «mali so¬ ciali, c'è sempre un peccato personale, secondo Wojtyla: 11 .personalissimo peccato di chi genera o favorisce linlquità o la sfrutta»; e di chi rinuncia a eliminare o a limitare certi mali sociali, per pigrizia, paura e omertà «per mascherata complicità, o per indifferenza; di chi cerca rifugio nella presunta impossibilità di cambiare il mondo». Il peccato grave comunque •deve essere sempre dichiarato con le sue circostanze determinanti, in una confessione individuale».. E' questo l'unico «modo ordinario» con cui 11 fedele si riconcilia con Dio e con la Chiesa. Le assoluzioni generali non possono •diventare una forma ordinaria». Da parte di molti padri sinodali, specialmente del Nord Europa e del Nord America, era stato avanzato il problema dei cattolici divorziati, e del' preti ' sposati. Cristiani •desiderosi di continuare la pratica religiosa sacramentale», ma impediti dalle loro situazioni •particolarmente delicate e quasi inestricabili: Nessuno deve sentirsi abbandonato dalla Chiesa, dice il Papa, ma queste persone non possono accostarsi né alla Penitenza né all'Eucarestia. Si devono avvicinare «alla misericordia divina per altre vie». Marco Tosattl

Persone citate: Carlo Maria Martini, Giovanni Paolo Ii, Milano Carlo, Wojtyla

Luoghi citati: Citta' Del Vaticano, Milano, Nord America, Nord Europa