Peres: sul caso Medio Oriente l'interlocutore non è la Siria

Peres: sul caso Medio Oriente l'interlocutore non è la Siria Intervista con il primo ministro laborista di Israele Peres: sul caso Medio Oriente l'interlocutore non è la Siria «L'influenza di Assad è limitata al Libano» - «Elementi interessanti nell'intervento di re Hussein al Consiglio Qlp» - «Il Golfo ci preoccupa più di Beirut» NOSTRO SERVIZIO PARIGI — Il premier israeliano Shtmon Peres ha concluso ieri una visita ufficiale in Francia: era la prima di un capo del governo dello Stato ebràico do..vent'anni. Prima di partire, ha concesso questa intervista, Secondo lei, qual è In questo momento la crisi più grave in Medio Oriente? Il conflitto tra arabi e israeliani o la guerra tra Iran e Iraq? Attualmente, la guerra Iran-Iraq è un fattore determinante in Medio Oriente, perché non si tratta soltanto di un confrontò fra due Paesi, ma anche di un confronto' religioso fra due campì. Da un lato, con gli iraniani ci sono siriani e libici. Quella dell'Iran è stata l'unica rivoluzione religiosa' che sia avvenuta nel nostro secolo, con militanti estremamente decisi- che non mostrano alcun segno di moderazione, che restano. ììi preda al fanatismo e all'estremismo. Dall'altra parte ci sono egiziani, giordani. Paesi del Oolfo. Olp di Arafat. E per ora questo schieramento sembra vincente. Lei pone Yasser Arafat In questo campo? Per il momento si. Del resto, non è la conseguenza di una scelta di Arafat; ma dal momento che tutti i Paesi arabi si contendono la ■•protezióne» dell'Olp, al suo leader è rimasta soltanto 1' opzione giordana: Come valuta la situazione nel settore «moderato»? i La Giordania si sente lievemente sollevata dal conflitto Iran-Iraq. L'Egitto è molto soddisfatto della ripresa del rapporti diplomatici con Amman. E Arafat è anch'egll soddisfatto per avere ottenuto un prestigioso successo, per avere riconquistato la leadership, e perché la rottura all'interno dell'Olp non è definitiva: sono state lasciate alcune porte aperte per i vari movimenti dell'Organizzazione. Infine, re Hussein, che sino a poco tempo fa era condannato dall'Olp, ha avuto la soddisfazione di avere il Congresso del movimento nel suo Paese, e in questa occasione ha pronunciato un discorso mólto deciso, dicendo al delegati dell'Olp che il momento della scelta di fondo era arrivato. Considera quel discorso una risposta indiretta alle sue proposte per una «soluzione giordana» del conflitto? In quell'intervento c'erano elementi per noi interessanti, per esemplo l'importanza attribuita alle risoluzioni delle Nazioni Unite, la 242 e quella sulla partizione della Palestina. C'è di più: 11 Re ha ricordato che suo nonno venne assassinato per il suo realismo. In compenso, ha promesso ancora una volta di riassumere il controllo dei territori amministrati da Israele e di riuniflcare Gerusalemme. Ma a che punto si ferma la retorica, e dove incomincia la politica? Difficile dirlo. Tra Hussein e il presidente Assad, chi è secondo lei l'interlocutore più Importante per Israele? Sul problema libanese è sempre Assad. Ma sul conflitto arabo-Israeliano non esiste un'opzione siriana. L' opzione siriana è limitata soltanto alla situazione libanese. E' una questione che ha un carattere estremamente locale, limitato appunto. Il viaggio di Mitterrand a Damasco può agevolare la conclusione di un accordo sullo sgombero dal Sud del Libano? Non saprei dirlo. Ma il presidente Mitterrand ha avuto contatti diretti con Assad, ed è stato quanto mal interessante ascoltare le sue impressioni. Ma non posso parlarne, non ripeto mai quello che un capo di Stato mi dice. Con questo, bisogna che 1 Paesi europei mantengano I contatti con la Siria. Che dice del progetto di una Conferenza internazionale sul Medio Oriente? Non sono favorevole,' perché equivarrebbe a porre Israele in una posizione di inferiorità. Che cosa faremmo intorno allo stesso tavolo con 1 rappresentanti di Stria, Giordania e Unione Sovietica? Però volete riallacciare 1 rapporti diplomatici con Mosca. Non dipende da noi, ma dai russi. Sta all'Urss, che ha rotto 1 rapporti con noi, riallacciarli. Nel Libano Sud il vero problema è dispiegare l'Unlfil lungo la vostra frontiera al posto dell'esercito del comandante Lahad? E' una proposta libanese; Noi riteniamo che sui nostri confini occorra una forza militare libanese. Il nostro problema non è controllare la politica del Libano Sud, ma ottenere le misure di sicurezza necessarie per Israele. Concorda sul fatto che l'intervento in Libano e l'occupazione del Sud hanno innescato nel suo Paese una grave crisi morale? Non direi proprio una crisi morale. Ma le conseguenze sono state comunque importanti, e credo che sia ora di farla finita con la nostra presenza in Libano, credo che essa costituisca un ostacolo alla pace. E' una politica che non ha alcun futuro e phe può soltanto ritardare le cose. A lungo termine, il problema dei territori amministrali è ben più importante di quello del Libano Sud. Francoise Chlpaux Jacques Amalric Copyright «U- Monde» c per l'Italia «La Stampa»