Condorelli, ergastolo

Condorelli, ergastolo Condorelli, ergastolo La Cassazione ha confermato la condanna Il capo del «clan dei catenesi», l'organizzazione criminale che nei primi Anni '70 seminò il panico a Torino con regolamenti di conti, sparatorie, esecuzioni e taglieggiamenti, sconterà il carcere a vita: la Corte di Cassazione ha confermato, ieri, la condanna all'ergastolo di Rosario Condorelli, 41 anni, che, con Carlo Afe, Ludovico Santocito, i fratelli Giovanni e Vincenzo Timoniere, fra il '74 e II '76, era deciso a prendere il controllo del giro delle bische e della prostituzione. I giudici hanno cosi reso definitiva la prima condanna all'ergastolo collezionata da Condorelli e relativa all'uccisione del presunto boss della malavita Giovanni Cusano, assassinato in via Farina, mentre rientrava alla vigilia di Natale del '76. L'imputato è già stato condannato in primo grado alla massima pena anche per le esecuzioni, avvenute nel maggio successivo, dell'algerino Aissa Bouherroua e dei siciliani Antonino Ardizzone e Giovanni l'Istorio, tutti accusati di aver ostacolato I plani del capobanda per egemonizzare gli introiti di bische e prostituzione. Condorelli, noto nel giro della mala come «faccia d'angelo», evase dalle «Nuove» nel novembre del '76 c fu riacciuffato un anno dopo. Fu assolto in primo grado dall'accusa di aver ucciso in una trattoria il commissario di polizia Vincenzo Rosane

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