Usa, i poveri dividono i vescovi

Usa, ipoveri dividono i vescovi UNA PASTORALE ANCORA INEDITA HA GIÀ' ACCESO LE POLEMICHE Usa, ipoveri dividono i vescovi La «lettera sul capitalismo» insiste sui problemi della disoccupazione - Si dice ispirata da Giovanni Paolo II, subito definito «teologicamente conservatore, ideologicamente socialista» - L'estensore, mons. Weakland: «La questione dei poveri precede di tre millenni le teorìe economiche» - A capo delle opposte correnti, i vescovi O'Connor di New York e Bernardin di Chicago NEW YORK — C'è tensione nella Chiesa cattolica americana. «E* una tensione creata dagli europei, dall' ostinazione di interpretare gli eventi secondo un modello ideologico», sostiene il sociologo Michael Novak. «Il pensiero europeo ha una visione statica della società, non è in grado di interpretare il capitalismo, punta sulla distribuzione piuttosto clic sulla creazione della ricchezza». «E' l'antagonismo fra la destra e la sinistra della Chiesa*, spiega la rivista cattolica Commonweal. La maestra» nell'interpretazione dell'organo più liberal del cattolicesimo americano, si manifesta nella tendenza a isolare un argomento morale —per esemplo l'aborto—e a concentrare su ài esso tutte le risorse della predicazione e dell'insegnamento. Il campione di questo atteggiamento sarebbe il vescovo di New York, O'Connor, che ha usato la questione dell'aborto per screditare agli occhi di milioni di cattolici americani la candidata democratica Geraldino Ferraro, cattolica ma favorevole alla Ubera scelta delle donne. . La 'Sinistra* — dice invece Michael Novak — si era già manifestata con fona nella lettera pastorale dei vescovi contro la guerra nucleare •creando un fantasma morale in luogo di una scelta strategica». Adesso ha Usuo manifesto in un documento ancora inedito la cui prima stesura si intitola- Cathollc social teaching and the U.8. economy (L'insegnamento della Chiesa cattolica e l'economia americana) ancora formalmente inedito, che ha già provocato discussioni e dissensi. Secondo James Finn, uno scrittore cattolico che lavora nella fondazione Freedom House e che è lutt'altro che favorevole al documento dei vescovi, l'ispirazione rìsale direttamente d Giovanni Paolo il. \ ■■■■■ . ~ 1 Finn ricorda il discorso dì Pueblo, in Messico, alla conferenza episcopale del 1979, in cui il Papa aveva detto: «Si deve avere una opzione preferenziale-verso 1 poveri». •I poveri sono un concetto oscuro e romantico caro a molti pastori cattolici. E Inoltre —afferma Finn — Giovanni Paolo II è a disagio con le teorie dei monetaristi e della supply-side economy, non crede all'idea del mercato che crea 11 lavoro ed è persuaso che I governi debbano dedicare i loro sforzi non all'Inflazione ma alla disoccupazione». In poche parole, secondo i pensatori di un gruppo sempre più folto di conservatori cattolici, «il Papa è teologicamente conservatore ma ideologicamente socialista». «Questa definizione è infondata — rispondono i gesuiti della Notre Dame University —11 Papa e la Chiesa non hanno una speciale ipotesi di organizzazione delia economia. Il loro impegno si rivolge agli effetti globali che un sistema economico ha sulla vita spirituale e materiale della gente». Dice il padre John Langan del seminario teologico di Wóodstock: «Il documento del vescovi americani sull'economia non è una lettera economica; Deve essere letta in termini religiosi». Se esiste una sinistra cattolica e se questa sinistra ha ispirato — come sostengono Finn, Novak e altri laici cattolici — la lettera dei vescovi, la sua ispirazione risale, agli occhi di molti americani, non tanto alla Chiesa di Roma quanto al cardinale Joseph Bernardin, arcivescovo di Chicago, il figlio di immigrati italiani che molti immaginano come il rivale e l'antagonista del figlio di immigrati irlandesi O'Connor, arcivescovo di New York. Molti ricordano che durante la campagna elettorale, quando il vescovo di New York era occupato a tenere inchiodata. Geraldine Ferraro sulla questione dell'aborto, il cardinale Bernardin aveva .contrapposto la teoria del .seamless clothe». «L'insegnaménto della Chiesa è come' un tessuto senza cuciture — aveva risposto a chi gli chiedeva se era d'accordo sulla priorità della questione aborto —., Non si può parlare del diritto alla vita del.nascituri senza parlare del diritto alla vita di coloro che sono già nati». La •Lettera sull'economia— che quasi tutti ormai negli Stati Uniti definiscono •Lettera sul capitalismo* -■ è stata ridotta per contorcila Conferenza '■ episcopale americana dall'arcivescovo di Milwakee Rembert Weakland, il quale ha difeso con forza il suo documento contro l'accusa di essere una mossa anti-lìeaaan. Ha detto fi- vescovo: ■ «L'Ufcfegnamenta crlst.^no,,;*,, r$nja, .ap.cpra; ebràico, sulla questione dei poveri precede'di tre millenni la teoria della "supplyslde economy"i. Alle spalle di mons. Weakland molti vedono, come si è detto, la mano populista del cardinale Bernardina Dietro l'iniziativa del •Gruppo del 27» 'che raccoglie im¬ portanti leader cattolici americani insoddisfatti della lettera e preoccupati del danno che può recare, si immagina vi siala guida cari-, smatica di monsignor O' Connor. Confronto Il dibattito che si è.aperla tuttavia è molto più complesso della contrapposizione fra vescovi, liberal e vescovi conservative'. Per merito dei gesuiti della Notre Dame University da un lato e di pensatori come Novak dall'altro, la discussione si è fatta progressivamente piti in-, tensa e più ricca, dando luo¬ go a un confronto di opinioni, tesi e tensioni tra le.più interessanti, degli ultimi anni. Nella pattuglia dei laici cattolici sono scesi in campo William Simon, già ministro del Tesoro con Nixon, Peter Grace, presidente della Grace and Company, il generale Alexander Haig, già-segretario di Stato, tutti mem•bri del • Gruppo dei 'gJHintb i La lettera del vescovi è dedicata soprattutto ai temi del lavoro, della povertà, della disoccupazione e delle sue cause. Le repliche tendono invece a dibattere metodi e strumenti, per sradicare la povertà. Un cordone di preoccupazioni comuni uni¬ sce le due posizioni. Come creare benessere senza porre limiti alla Uberto, disegnando doveri morali che non si trasformino in obblighi forzosi, immaginando destinazioni ideali che si realizzino senza, una invasione di campo dei govèrni nel •privato' e nelle sue iniziative? ■ i . Ci sono anche curiosi incroci di ispirazione. Il' •Gruppo dei 27-, per esempio, che alcuni vescovi ritengono •ostile' alle motivazioni della lettera e 'ideologicamente conservatore; reclama la legittimità del suo intervento nel dettato del Concilio Vaticano II, in cui si stabilisce una lecita presenza del laici accanto ai vescovi anche In questioni di dottrina. I difensori della lettera, e specialmente la rivista Commonweal — cioè la parte più liberal del pensiero cattolico americano — chiama in causa invece l'autorità dei vescovi con un linguaggio che sembra, risalire al periodo che precede Giovanni XXIII. Con quale autorità parla alla Chiesa e al vescovi il •Gruppo dei 27'f si domanda Commonweal. Ma gli argomenti di Novak sul problema della povertà, quelli di studiosi come il reverendo Oliver Williams del centro etico e religioso della Notre Dame University e del gesuita David Hollenbach sulle «implicazioni teologiche del lavoro e della disoccupazione» hanno spostato una polemica di sapore politico sul terreno più fecondo del confronto di riflessioni e della ricerca di nuove risposte. Va detto infatti che sia i pensatori conservatori che i liberal della Chiesa cattolica americana hanno accettato le premesse drammatiche del dibattito (la lettera dei vescovi si apre con le cifre ancora molto alte della disoccupazione negli Stati Uniti, . cifre ■ allarmanti. quando. si i porla di negri, di minoranze, 'di giovani al primo lavoro e di persone anziane ai margini dell'assistenza) e la necessità che le democrazie industriali trovino risposte ai problemi che circondano la crescita. Lo scontro è diventato una sorta di leale alleanza alla ricerca di solu¬ zioni vere per tensioni che tuta sono d'accordo nel riconoscere. Dice Novak: «Il mondo non americano dimostra che senza creazione di nuova ricchezza non resta nulla da distribuire. Non sono in discussione la ragione dei vescovi e 11 dramma dei poveri. Esiste uno strumento per sollevare gradatamente le vite degli emarginati verso un'esistenza di dignità. Si chiama capitalismo».. Nuovo lavoro Propone Michael Novak: «DI tutti 1 sistemi sociali quello delle democrazie industriali è il più flessibile, il piti agile, dunque anche quello che si piega più rapidamente alle forme di nuova domanda, compresa la domanda del lavoro. Guastare questa macchina o mettere su di essa pesi che la facciano rallentare vuol dire ridurre, non aumentare, le occasioni di nuovo lavoro. Mi assodo all'impegno del vescovi, ma chiedo che la loro visione non diventi un ostacolo a quel miglioramento della vita che essi giustamente chiedono». Una risposta al dilemma in cui il dibattito rischia di chiudersi è venuta da una iniziativa del vescovo di New York. Forse per dimostrare che la sua non era affatto una posizione di conservazione all'interno della Chiesa cattolica americana, monsignor O'Connor si è preso il compito di andare a spiegare la lettera del vescovi a trecento banchieri e uomini di finanza di Wall Street. «C'è bisogno delta vostra Intelligenza e del vostro talento — ha detto ai suol ascoltatori —, noi possiamo indicare 11 fine, siamo persuasi del suo valore morale. Voi dovete dirci se condividete-quel fine e offrire le formule, le tecniche e le soluzioni». . ... A chi gli ha chiesto se pensa ' di essere. stato capito, mons. O'Connor ha risposto: •Gli uomini di finanza sono rapidi nel vedere un pericolo. Lo spezzarsi del rapporto fra il lavoro e un numero, alto di persone, specialmente giovani, è certo un perlco- ì0'- Farlo Colombo 11 cardinale Joseph Bernardin di Chicago legge l'altra recente pastorale dei vescovi americani per la pace nel mondo. E' davanti al cippo alle vittime del nazismo nell'ex lager di Osviecim in Polonia