I commissari per l'Europa di Francesco Forte

I commissari per l'Europa Lettera al direttore I commissari per l'Europa Caro direttore, vorrei intervenire yi un punto del recente, brillante articolo del professor Andrea Manzclla, sili «disordini incrociati», in cui egli ha indicato giustamente parecchie anomalie della nostra attuale vita istituzionale. Non mi pare però che si possa definire come «anormalità istituzionale» la mancata nomina alla Cee di un commissario del pei con l'argomento che vi è una prassi costante per cui uno dei due commissari è designato nell'opposizione. Intanto, occorre notare che tutti i Commissari debbono avere il gradimento di ciascuno dei Paesi membri, non solo sul piano formale, ma SU quello sostanziale. Passando, dunque, alla prassi (che diventa regola istituzionale, secondo una certa teorìa della Costituzione non scrìtta, che è opinabile si applichi alla Cee) mi sembra proprio che non vi sia una «regola» di questo genere. Infatti la Francia ha nominato anch'essa, questa volta, due Commissari facenti parte della maggioranza di governo, ossia due socialisti. In passato, uno dei due commissari neodesignati, Cheysson, fu nominato da Giscard (197380): si trattava però di un ambasciatore di carriera, oltreché dell'ex capo di Gabinetto del presidente del Consiglio Mendès-France. Pisani, a sua volta, poteva definirsi un oppositore gaullista, ma anch'egli aveva ricoperto un'alta responsabilità a livello di governo nazionale, come ministro dell' Agricoltura. Quanto al tedesco Narjcs, democristiano, nominato dal socialdemocratico Schmidt, egli era stato capo di Gabinetto del presidente della Cee Hallstein, quindi poteva considerarsi un interno della amministrazione comunitaria, dal periodo «storico» della sua creazione. Khol ha ora nominato, quale Commissario, il sindacalista socialdemocratico Pfifer, vicepresidente del Comitato Economico e Sociale della Cee, nella sua qualità di sindacalista. £' vero che il commissario uscente Richard, laborista, nominato dalla signora Thatcher, era un deputato dell'opposizione, ma i laboristi da poco avevano lasciato il governo. L'attuale commissario di parte laborìsta, del resto, è l'ex ministro del Commercio Clinton Davis. L'Italia non ha mai nominato un commissario dell'opposizione. In questa Commissione, sulle quattro nazioni che hanno due Commissari, due hanno prescelto un commissario dell'opposizione e due no. E fra quelli che hanno designato un commissario nella opposizione, uno ha indicato un ex ministro, un altro ha designato un sindacalista. Proprio manca una regola, derivata dalla prassi costante, per cui uno dei due commissari debba essere dell'opposizione. Semmai, la prassi tende a prescrìvere che quando si designa un candidato dell'opposizione, questi debba essere un ex membro del governo o un alto funzionario, sicché la prassi pone condizioni restrittive alle nomine di figure dell'opposizione, quasi a sottolineare che — appunto — questa non é una norma, ma una eccezione. Francesco Forte ("ministro per il Coordinamento delle politiche comunitarie)

Persone citate: Andrea Manzclla, Clinton Davis, Hallstein, Khol, Pisani, Schmidt, Thatcher

Luoghi citati: Europa, Francia, Italia