Una nuova cornice per la Sabauda

Una nuova cornice per la Sabauda Com'è cambiata l'antica pinacoteca che riapre dopo un anno per lavori di sicurezza Una nuova cornice per la Sabauda Spesi tre miliardi per trasformarla in una delle gallerie più moderne - Sofisticati impianti d'allarme sotto i pavimenti, lucernari in vetri parzialmente riflettenti, filtri per i raggi ultravioletti che proteggono i quadri dalla luce solare, luminosità interna regolata elettronicamente - Ristrutturati anche i depositi che accolgono centinaia di capolavori Torino ha riacquistato uno del suol musei più prestigiosi: la Galleria Sabauda, travolta dalla bufera del dopoStatuto. Alla base di questa riapertura, oltre all'impegno dell'ex Sovrintendente, dottoressa Rosalba Tardito, e dell'attuale Sovrintendente, prof. Gianni Romano, uno sforzo economico che ha visto operare, accanto allo Stato, l'Istituto bancario S.Paolo e la Martini e Rossi (hanno donato, rispettivamente, 600 e 400 milioni, un terzo della spesa sostenuta per ristrutturare il museo). m «L'aver contribuito a questa riapertura — ha sottolineato il direttore generale del S. Paolo, dott. Carlo Gay — rappresenta per noi un traguardo significativo nella tradizionale opera di promozione nel campo dell'arte e della cultura, che ci ha portati a Intervenire, fra l'altro, nel restauro del Castello di Rivoli, del Duomo di Orvieto e di quello di Novara e all'acquisto della collezione Fornaris per la Galleria d'Arte Moderna». La Martini e Rossi prosegue, con questa donazione, la collaborazione con la Sovrlntendenza nata per la celebrazione dei 150 anni della Galleria. Ha detto il direttore generale, dott. Aimone di Seyssel: «Quest'appoggio va al di là della semplice politica d'immagine dell'Azienda perché chiarisce come sia fiosslbile la collaborazione ra "pubblico" e "privato" quando poggi su basi di serietà e concretezza. E perché dimostra come un'Azienda possa essere protagonista in ambito nazionale o internazionale, ma anche nella realtà locale in cui opera». Un viaggio nella Galleria Sabauda che, ieri, a oltre un anno dalla forzata chiusura, è stata riconsegnata alla città, non è soltanto occasione per rivivificare emozioni sopite. E', anche, gusto di scoprire da dissimulate spie, le «nuove opere» che 11 museo tiene nascoste, quelle che parlano di tecnologia raffinata e di grande sforzo economico e sono le radici di questa riapertura: impianti sofisticati e misure di sicurezza all'avanguardia. «Ciri non conosceva bene la pinacoteca — osserva il sovrintendente per ì Beni Artistici e Storici del Piemonte, prof. Gianni Romano — non coglierà, oggi, grandissime differenze rispetto a quella che funzionava sino allo scorso autunno. E Questo è, probabilmente, il pregio maggiore dei lavori compiuti: aver raggiunto un imponente standard tecnico, toccando, però, con mano leggera le strutture del museo». I tre miliardi che hanno consentito 11 passaggio della galleria da un ieri gonfio di problemi a un oggi che la vede punto di riferimento per altri musei, sono in gran parte racchiusi sotto pavimenti e soffitti o dietro i muri. I lucernari del secondo plano, per esemplo, sono interamente in vetri •parzialmente riflettenti* (i primi usati in Italia per un museo) capaci d'un isolamento termico quasi assoluto; l'impianto è arricchito di filtri per 1 raggi ultra- violetti che proteggono 1 quadri dalla luce solare. Tra tetto e soffitto a «cassettoni trasparenti^, un'altra attrezzatura mai impiegata in una galleria d'arte: la rete modulare di lampade sofisticate in grado di consentire una lettura senza distorsioni delle opere. L'immensa sala che ospita¬ va la collezione fiamminga è stata, oggi, rlcondlzionata, e presenta una straordinaria raccolta di arazzi il cui nucleo principale proviene dal Rea! Castello di Moncallerl. Qui è già in funzione un sistema elettronico capace di regolare la luminosità interna: 11 comando è dato da cellule che registrano l'intensità della luce che piove dal lucernari e muovono opportune alette frangisole per renderne maggiore o minore l'incidenza sul quadri. «Come la maggior parte delle realizzazioni — osserva l'arch. Belglojoso che, con l'arch. Martlnes del ministero per 1 Beni Culturali, ha contribuito alla rinascita della Sabauda — anche questa è, comunque, regolabile manualmente. Oli impianti, infatti, sono stati studiati per essere il più possibile semplici e "passivi': capaci, cioè, di segnalare i propri eventuali guasti». Accanto a queste strutture •per la galleria», quelle destinate alla sicurezza dei visitatori. Primo museo italiano riconosciuto non «a norma» nella tormenta del dopo-Statuto, la Sabauda ha anche in questo settore rinnovato la propria pelle: la rete elettrica è a due circuiti (uno utilizzabile in caso d'emergenza) con quadri di controllo sistemati in ognuno del 14 settori della pinacoteca. E ci sono ovunque rilevatori di fumo e di fuoco, telecamere a circuito chiuso che inviano le Immagini ad una serie di monitors Istallati nel settore del custodi, porte con maniglie antipanico (resistono a temperature di 120 gradi), idranti. Rinnovato pure l'ascensore: oggi può servire anche ai portatori di handicap. Discorso a parte meritano 1 depositi: totalmente ristrutturati, ospitano quadri disposti su griglie scorrevoli per consentire agli studiosi (e ne arrivano tanti, specie dal Louvre) un'agevole analisi. In questo grande locale sono presenti erogatori di Halon, un gas che spegne un incendio in 20 secondi eliminando l'ossigeno dall'aria. La nuova stagione della Sabauda comincia su queste basi. L'attende un domani che il sovrintendente ha auspicato ricco d'iniziative culturali. «Una pinacoteca non dev'essere come una bella scatola di cioccolatini che, a uno a uno, vengono mangiati. Deve proporre not)fto anche facendo ruotare le sue opere. Oggi riapriamo, grazie al determinante intervento di privati e con quattro quadri nuovi: se una galleria riesce a interessare degli sponsor e a suscitare donazioni significa che è viva e ha speranze d'un domani sereno». Renato Rizzo «II suicidio di Lucrezia» di Guido Reni, uno dei quattro nuovi quadri che arricchiscono la collezione delta Sabauda. E' slato acquistato per circa 500 milioni. lx> altre opere sono un dipinto di Giovanni Carracha e due bozzetti della decorazione delle volle dell'attuale Armeria Reale

Luoghi citati: Italia, Novara, Piemonte, Rivoli, Torino