Quegli ippoquadri terribilmente inglesi

Quegli ippoquadri terribilmente inglesi Quegli ippoquadri terribilmente inglesi Alla Tate Gallery di Londra duecento opere costituiscono la prima retrospettiva dedicata al pittore del Settecento, celeberrimo nel mondo anglosàssone - Come sceglieva purosangue e paesaggi - Dietro le storie di amazzoni e cavalieri LONDRA — Celeberrimo nel mondo anglosassone, collezionato , sia in Inghilterra che negli'stati Uniti, George Stubbs lo è meno in Europa. E questo è dovuto probabilmente al fatto che Stubbs non potrebbe- essere pittore più inglese. Nato a Liverpool nel 1724 e.vissuto a lungo (fino ài 1806).non fu mai sfiorato da, movimento o idea europea- Il barocco non sa neanche cosi:sia, la rivoluzione francese è.come se fosse esplosa a Timbuctu, Napoleone potrebbe essere il nome di un cavallo. Perché di cavalli parla Stubbs e, dato che gli animali sono vicini al cuore anglosassone, il pittore in quelli si specializzò. E guadagnò bene "è condusse il proprio mestiere come se fosse un artigiano qualsiasi, un sarto. Difatti se la composizione non piaceva a chi la ordinava, Stubbs rifaceva un pezzo qui, un cavallo 11, un paesaggio da sostituire' all'altro. Se cambiava il committente cambiava un particolare del quadro come avvenne nel 1780 per Lavoratori, nel quale si vedevano i muratori di Lord Torrington: l'elegante costruzione che il nobiluomo aveva appena eretto e fatto «ritrarre» venne In un'edizione successiva sostituita da un paesaggio. E quando la splendida Sophla Musters divenne troppo chiacchierata — e non solo per il suo legame con il Principe Reggente— il marito chiese a Stubbs di «abolirla» dalla composizione; dalla quale .riemerse 150 anni piùtardi, amazzone In rosso, sorridente, altera, seguita dal marito del quale, si vede benissimo, a Sophia non importava niente. Ma in un altro quadro che intendeva cele¬ brare la domestica armonia dei Musters, Sophia è rima-, sta sotto un prete protestante a cavallo, con il quale Stubbs dovette coprire la. bella immagine della moglie infedele. Essiccando intere carogne, di cavalli, tenendole.In piedi mediante speciali iniezioni di soluzioni chimiche, a volte per tre settimane di fila,' Stubbs disegnava ogni tendine, ogni osso. Si impadronì della difficolta tecnica e dopo aver pubblicato la serie di incisioni, Anatomia del cavallo (1766), divenne famoso, maestro del cavallo in corsa, del purosangue sudato, in riposò, della tensione dei muscoli vittoriosi. Eppure c'è sempre qualche cosa che non funziona nella prospettiva delle gambe, nello, sposare 11 cavallo con il paesaggio (spesso bellissimo) e questo è chiaramente dovu¬ to al fatto che Stubbs «applicava» il paesaggio al soggetto principale dell quadro e, a voi-: te, se non richiesto non lo metteva neanche, come in una delle sue più belle tavole (e certo la più estesa) Whistlejacket (il- nome del cavallo). Meno sicuro del fatto suo, ma con maggiore 'ispirazione, dipingeva anche (!canl, tigri, pantere. E romantiche scene di cavalli bianchi spaventati da leoni sotto la luna bianca, tutto immaginarlo e teatrale. Questa prima retrospettiva dedicata a jjGeòrge Stubbs, sponsorizzata dalla United Technologies, alla Tate Gallery richiama un grande pubblico anche, se I non chiuderà che il 6 gennaio 1085, per poi viaggiare fino al Vale Center for Brltish Art, a.New Haven (dal 13 febbraio, al 7 aprile). Tutti hanno dato in prestito, dal grandi'-musei al grandi privati, i a ;' re gi ri a naturalmente , e Paul Mellon, quel collezionista americano di arte inglese che,'Con gusto e maestria, si è aggiudicato ben 13 dèi pezzi esposti. E quei prlyati che discendono da chi commissionava i dipinti, e portano gli stessi nomi che si | leggono sulle etichette dei disegni, delle incisioni, del quadri;che Stubbs eseguiva con le sue tecniche particolari? con rèsine e cere, su superi lei di rame o ceramica, guardano le immagini del loro antenati, del cavalli, degli stallieri del-loro antenati commentando, oggi còme ieri, sullsuf quanta noti del quadro, ma degli animali. . Questa esposizione, di circa 200 tra dipinti e disegni, traccia un grande quadro delle capacita di stubbs e, secondo le intenzioni degli organizza¬ tori, si propone di cancellare per sempre l'immagine di «George Stubbs, pittore di cavalli» per affermare Invece un grande maestro, che si esprimeva nel cavalli, nel paesaggio, nella figura umana e che spesso sfornava capolavori. Neila prima stanza della grande esposizione alla Tate vediamo come se la cava Stubbs appena arrivato a Londra (1758) e alla sua prima importante commissione per 11 duca di Richmond: i cavalli sono un po' legnosi, ma 11 paesaggio ha un che di dolcemente naif; nella seconda stanza è il pittore, un viso un po' grossolano, che si rivela senza pudori; e più avanti fioccano le commissioni, ma solo i cavalli e gli stallieri che Stubbs dipinge, gente che lavorava per i duchi e i marchesi e che, probabilmente, i duchi e 1 marchesi consideravano alla stregua dei cari cani e cavalli. L'idea non offende Stubbs, che lascia 1 fronzoli dei ritratti a Gainsborough e Reynolds (dai quali i duchi e i marchesi si facevano ritrarre più volentieri), riproducendo senza romanticismo le forme ansanti degli equini, dei cagnolini. Nella quarta stanza ci sono due piccoli quadri che rappresentano paesaggi senza cavalli (n. 53 e 54) di rigorosa astrazione, che Stubbs tenne come modellò. La nona e la decima sala sono dedicate a •conversation pieces: E Stubbs emerge come pittore capace di toccare corde del cuore, ma non di esaltare. Limitato culturalmente e, forse, intellettualmente, il pittore è bravo, ma non grande. Gala Servatilo

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