Gli strani anelli di Luciano Gallino

Gli strani anelli NELLE PROFONDITÀ' DELLA MENTE Gli strani anelli Tutti hanno visto almeno un film nel quale si mostra come si fa a realizzare un film, tra bizze di divi, ire del produttore e colpi d'ingegno del regista; dove si scopre ben presto che il film che si Vede fare dentro il film è lo stesso che si sta guardando, purànte uri telegiornale, capita sovente che l'annunciatore passi la linea, e il video, ad un inviato che sta in un paese lontano, il quale dopo un po' mostra un televisore in cui compare un annunciatore locale che parla d'un fatto accaduto in un luogo di cui presenta alcune immagini. E, naturalmente, la tecnica del racconto in cui un personaggio narra d'una persona che sta narrando un racconto è ben nota nella storia della letteratura. In simili casi è come se 1' osservatore scendesse gradino per gradino dentro la scena osservata, quindi risalisse all' indietro fino a ritrovarsi normalmente al livello di partenza. Se ci si pensa, questo discendere e risalire è un processo mentale tutt'altro che facile, e meno che mai se lo si applica in forma intenzionale a se stessi. Provare, per credere, a riflettere sul proprio modo di ragionare quando si vuol esporre un argomento in maniera convincente, e poi a ricostruire il modo di riflettere sul modo di ragionare, e subito dopo a criticare la ricostruzione del proprio modo di riflettere sul modo di ragionare mentre si espone un argomento... Dopo aver disceso anche solo due o tre gradini, o livelli, ci si trova in difficoltà serie non solo per andare avanti, o tornare indietro, ma pure per restare coerentemente al livello raggiunto, senza troppi giramenti di testa. Che la mente umana sappia percorrere senza problemi — quando non osserva se stessa — innumerevoli discese e risalite nei molti strati di significato delle più comuni scene dell'esperienza . quotidiana, sembra' dunque' .-. è'ssere . unai componente fondamentale •dtìPirftelligcnza, • dell* tfatoM; di ragionare in modo efficace' sulle cose del mondo. Tanto' fondamentale da far pensare che la capacità di sapersi districare nei processi ricorsivi — films nei films, racconti nei racconti, specchi che riflettono specchi, ragionamenti sul proprio ragionare — potrebbe valere meglio di altri sintomi come discrimine tra sanità e follia. Quest'ultima consisterebbe infatti ncll'aver disceso un gradino di troppo in una scena che si osserva o di cui si è parte, oppure nell'averne ri-' salito uno di meno, scambiandolo per il gradino ultimo. ! Questi processi, radicati -nell'esperienza quotidiana eppure prossimi alle vette del pensiero astratto, insieme con ciò che essi significano sia per comprendere la mente che per tentare di simulare alcune sue capacità con le tecniche dell' Intelligenza Artificiale, sono uno dei temi centrali di Godei, Escher, Bach: un'Eterna Ghirlanda Brillante (Adclphi), di Douglas R. Hofstadter, docente presso il Dipartimento di Psicologia dell'Università del Michigan; libro straripante e geniale, indefinibile per definizione, giacché le carte di psicologia e teoria della musica, computer science e filosofìa, logica e linguistica, letteratura e critica d'arte appaiono in esso inestricabilmente mescolate. * * Autori fra loro lontanissimi — un logico quale Godei, un pittore quale Escher, un musicista quale Bach — hanno in comune, agli occhi dell'autore, la passione di creare Strani Anelli, ossia sistemi ricorsivi d'un genere particolare Questi possono prender forma, nella logica, d'un teorema che dimostra come nessun sistema possa provare la propria ve rità; nella pittura, d'un quadro in cui una mano è disegnata dalia stessa mano che sta disegnando, o d'un-corso d'acqua che precipita sulla propria stessa sorgente; in musica, di un canone che finisce con il proprio inizio; ma tutti sono caratterizzati dal fatto che salendo o scendendo i gradini della loro gerarchia interna ci si ritrova inaspettatamente al punto di partenza. Ora, questo è un fenomeno che si incontra anche.su un terreno del tutto diverso; ad esémpio, quando si vogliono costruire dei programmi di computazione intelligenti, che giochino a scacchi o effettuino traduzioni o governino gruppi di macchine o sappiano riassumere un articolo di giornale. Un programma può dirsi intelligente se non soltanto fa quelle tali cose, ma è pure in grado di spiegare perché le fa, di capire dove sbaglia, di modificarsi se si verificano situazioni nuove; in altre parole, se mostra di saper comprendere se stesso. Esistono programmi che lo sanno fare; ma, in generale,- dopo essere discesi di parecchi livelli entro se stessi, alla ricerca delle ragioni d'un proprio particolare comportamento, essi risalgono all'improvviso al punto da cui sono partiti, come se avessero urtato in un livello impenetrabile per le loro facoltà cognitive. * * Qui la questione si complica. Passi mettere insieme il teorema di Godei, le incisioni di Escher e l'Offerta musicale di Bach; ma che collegatuento può avere tutto ciò con i programmi di Intelligenza Artificiale? Il fatto è che l'ambizioso fine di Hofstadter non consiste .tanto nello spiegare i problemi di questa conturbante disciplina (impresa in cui peraltro riesce benissimo) quanto nel dimostrare come il riconoscimento che i processi mentali più complessi, tipo la libera ideazione di simboli carichi di ambiguità e affettività, hanno una loro ampia autonomia, sia del tutto compatibile con l'idea che essa poggia su un substrato materiale, biologico, operante in modo strettamente deterministico.. La mente inventa poesie, crea giochi di parole, commette errori di valutazioni, si contraddice: ma questo è il livello alto, la descrizione aggregata i-di un sistema che, a basso livello, è governalo da regole semplici, addirittura formali». Il problema è che il livello alto, la mente cosciente, norr riesce a scendere in se stessa — nemmeno con le prospezioni della psicologia del profondo — fino al punto da individuare le proprie radici nei livelli bassi; né quanto si conosce finora di questi lascia pensare che da essi sarà mai possibile risalire alla comprensione dei livelli superiori. I livelli della mente e del cervello sono reciprocamente sigillati, dice Hofstadter; donde la loro tendenza, che è anche il loro limite, di riferirsi soltanto a se stessi. Un inconveniente per la teoria del cervello e della mente; ma un bel vantaggio dal punto di vista del pensiero e della comunicazione con altri, se si pensa a che cosa succederebbe nel caso in cui fossimo coscienti, quando pensiamo o parliamo, del contemporaneo funzionamento di dieci miliardi e più di neuroni. Fitto di riferimenti a cento campi del sapere,, intessuto d' infiniti giochi di parole e di significati (che i'équipe dei traduttori ha fatto miracoli per rendere in italiano), costruito esso stesso come uno Strano Anello — l'argomento conclusivo rimanda a quello iniziale — Godei, Escher, Bach è anche una vivace testimonianza della formazione d'una nuova cultura, per la quale la contrapposizione tra discipline scientifiche e discipline umanistiche, tra il ragionamento analitico e l'intuizione sintetica o simpatetica, appare ormai priva di senso. Per essa pare veramente che il cogliere da artisti la bellezza d'una sonata di Bach sia il miglior stimolo per riflettere sui fondamenti dell'osservazione scientifica, e la concezione d'un programma di elaborazione possa procedere mescolando, rigore e intuizione proprio come nella creazione di un'opera d'arte. Luciano Gallino

Persone citate: Bach, Douglas R. Hofstadter, Ghirlanda Brillante, Hofstadter, Strani Anelli

Luoghi citati: Michigan