Rossetti, Dante e donne-vampiro

Rossetti, Dante e donne-vampiro Rossetti, Dante e donne-vampiro Una mostra a Milano ne rilancia la figura e l'opera - Come il figlio del patriota carbonaro in esilio fu contestatore e vittima dell'Inghilterra vittoriana - L'amore-ossessione del visionario seguace di Blake MILANO — Dopo una prima tappa alla «Casa di Dante ' In Abruzzo» a Torre de' Passeri (Pescara), nella Sale Napoleonica dell'Accademia di Brera, è esposta fino al 13 gennaio una cinquantina di disegni a matita e penna, acquarelli, pastelli (fra cui numerosi di tema dantesco) di Dante Gabriel Charles Rossetti (1828-32), il «nostro adorablle. Gabriel*, *il pianeta intorno al quale- ruotava 1' originarla «Confraternita Preraffaellita» (1848-52: Rossetti, Hunt, Millais) e in seguito il cenacolo di William Morris e Burne-Jones. La mostra è affiancata; nella stessa sede, da altra, itinerante, dedicata a La fotografia e i Preraffaelliti, assai valida e interessante (vi compaiono fra l'altro alcune delle ben note e squisitamente, equivoche bambine riprese dal reverendo Lewis Carrai, 1' autore di Alice), ma incongruamente non corredata dal catalogo, che pure esiste; è forse un effetto, del monopolio della «Proposta Mazzetta Mostre», cui comunque- si deve il sontuoso catalogo rossettiano, ricco di saggi, dell' intera opera esposta a colori, di un'ampia documentazione fotografica delle figurazioni dantesche dell'artista « di una minuziosa schedatura. ' Il visitatore in qualche modo a conoscenza del mito raffinato e decadentistico dèi figlio del patriota carbonaro abruzzese in esilio, professore di italiano al King's College di Londra, che sigillò il suo futuro dandogli quei, fascinosi nomi, sarà forse in prima battuta un poco deluso dal non ritrovare i maggiori dipinti, l'Ecce anelila Domini e la Beata Beatrix della Tat* Galiery, il Sogno di Dante della Walker Art Galiery di Liverpool. Ma egli vorrà e dovrà considerare che da alquanto tempo la critica ha riconosciuto che l'arte tutta «di testa»», volontaristica, intrisa fino al midollo dell'equazione fra scrittura visiva ed espressione letteraria di Dante Gabriel trova il suo veicolo più congeniale nella misura breve ' del foglio minutamente istoriato, della fitta, quasi soffocante tessitura cromatica tesa a evocare l'artificio antlnaturalistico della miniatura, e addirittura della contestualità-interna fra immagine e scritto, in genere in forma di citazione dantesca. Vè ne è più di un esempio in mostra. E quando non basta il foglio, anche la cornice entra in gioco, contribuendo, assieme al minuzioso e sempre soffocante arredo neomedioevale che serra da ogni parte le figure, all'instaurarsi di quel clima di artigianato artistico di cui Morris sarà il corifeo. Proprio qui. risiede, con i suol limiti di gusto e di artificiosità, il valore e il significato dell'opera di questo contestatore e vittima masochisticamente compiaciuta dell'Inghilterra vittoriana, che, identificava se stesso con il Danto della Vita nuova (che egli tradusse in una 'lingua abbastanza pomposa e austera», come osserva J. Woodhouse In uno dei saggi in catalogo): nell'essere a metà '800 uno snodo, un ponte molto Importante fra l'alto momento creativo dell'arte neo primitiva e visionarla del tardo '.700 e del primo '800, di cultura anglo-tedesca (Flaxman, soprattutto Blake, Runge, Friedrich; poi, in modi già illanguiditi e imbor¬ ghesiti, i Nazareni) e il decadentismo e simbolismo europeo e anche italiano del tardo '800, nel suoi aspetti e forme più artificiose e retoriche. In altri saggi in catalogo Giuseppe Bolino e Ferruccio Ulivi evocano con buona ragione Giulio Aristide Sartorio e D'Annunzio, per arrivare fino a Dali, Le surréalisme spectral de l'éternel féminin préraphaélite, pubblicato in Minótaùre nel 1936. Fra l'esangue, estenuata evocazione di D'Annunzio e il feticismo delle enormi capigliature delle donne di Rossetti, vittime e vampire a un tempo, colto in pieno dal surrealista, la comprensione vera è quella di Dali: basta considerare in mostra il grande acquerello Musica del mattino, incredibilmente in equilibri? fra un glorglonismo un poco postribolare (il represso purismo dantescobotticelliano è ormai alle spalle) e 11 futuro Renolr della crisi classicista. Questa terza fase rossettlana (dopo là prima purista, sotto il segno ' primario di Blake, e la seconda che uniforma in minuzioso illusionismo carni e stoffe, figure e ambiente, dove contano di nuovo le tecniche e i modi formali del paesisti fantastici seguaci di Blake, gli «Anclents») è in definitiva quella meno artificiosa,' più riccamente «formata», anche perché più scopertamente rivelatrice dille ^enormi contraddizioni dell'autóre. Come scrive Barili! in catalogo, -egli éafferttato dal'suo demone, che lo-porta a concentrarsi sjj un unico tèma ossessivo,'quello di un volto muliebre che chiede di dominare, di imporsi: E' 11 dantesco «contrappasso» che investe, fino à distruggersi con 1' alcol e la droga, chi aveva in sostanza causato il suicidio della prima moglie, Lizzy Siddal, obbligando una stupenda, vitalissima commessa di modisteria a diventare la mo- della In carica della Fratellanza, il che era del tutto normale anche se non conformista, ma poi anche la Beatrice del se stesso-Dante, 11 che era tendenzialmente un incentivo alla schizofrenia. Nulla di strano allora che si scegllesse come amore-ossessione un'altra stupenda donna dalla gran chioma corvina, Jane Burden (la modella del capolavoro giustamente scelto per il manifesto. Pèrlascura 1871), quanto mai vittorianamente «prestata* in moglie all'amico Morris essendo ancora legato a Lizzy Slddal. . L'ultima contraddizione ben documentata nella mostra fotografica — del fautore di un'arte di idee di là dalle forme ('la mia opinione è che io sono un poeta prima d" ogni cosa») è quella dì preparare minuziosamente le immagini disegnate e dipinto di Jane Morris attraverso pose fotografiche. .D'altra parte, anche 11 suo esangue Dante non è mai ve ramente inteso e .sentito, nemmeno a livello ideale, ma ampiamente filtrato attra verso Blake, Flaxman e un Bottlcelll finalizzato, cosi come la vagheggiata purezza spirituale del Medioevo cavalleresco e'degli italiani prima di Raffaello è figlia piuttosto Imborghesita del codici, del disegni, delle incisioni del Brltlsh Museum c delle tavole della National Galiery: vi sarà pure una ragione per cui Rossetti non si è spinto, da Londra, al dì là di Parigi e di Bruges. Per questo la mostra, assai raffinata e seducente, mi dà un qualche sentore di pericolosità In questi tempi di rivisitazioni e citazioni. Marco Rosei

Luoghi citati: Abruzzo, Inghilterra, Liverpool, Londra, Milano, Parigi, Pescara