Con Armida nel salotto Luigi XVI

Con Armida nel Luigi XVI L'opera di Gluck ha inaugurato la stagione del Comunale di Bologna Con Armida nel Luigi XVI ssjo. della Kabaivanska, grande interprete tragica - La direzione dijVlan Curtis senza forzati! É -H- ire accademiche ' : ' , , n è o o ÉffS-- «Dmah'Hì part el Cluch / El va per Trlest / Ch'ai faga béri prest / Perché el è un gran Marnalucri». Con questo poco lusinghiero epigramma, i bolognesi salutavano nel 1763 la partenza di Christoph Willibald Gluck, celebre compositore tedesco, disceso in città.per inaugurare la nuova sala del Teatro Comunale con II trionfo di Clelia. Di tutt'dltro avviso, a giudicare dal calore degli applausi, era invece il pubblico dell'altra sera, dopo aver ascoltato la rarissima Armlde, scelta per ribattezzare la splendida sala del Bibbiena, dopo il meticoloso restauro compiuto V anno scorso. Scritta quattordici anni dopo il Trionfo, Armlde si colloca, al centro del grande periodo parigino di Gluck, esattamente tra le due Ifigenle, in Aulide (1774) e in Taurlde (1779). A differenza di queste confezionate su libretti contemporanei, che rispecchiavano le forme attuali del melodramma, Armlde utilizzava, come per scommessa, un antico testo di Quinault, musicato da Lully addirittura nel 1686. La sua destinazione musicale era chiara: versi di varia lunghezza, liberamente mescolati e rimati, erotto fatti apposta per il solenne declamato di Lully, solo qua e là increspato di melodia. Gluck era un campione nel recitatiik) aciofnpdgnato e si potrebbe pensare che adottando un testo del genere abbia profuso a piene mani la sua abilità in questo campo. Invece, niente affatto, e qui sta la sorpresa di chi, dopo aver letto il libretto, ne verifica la geniale trasformazione in, una partitura composta quasi tutta esclusivamente di arie. Naturalmente non si tratta di arie all'italiana, ampie e frondose, ma di ariette non troppo distanti da quelle in uso nel contemporaneo Opera comique (che Gluck aveva ampiamente praticato), forme brevi, snelle, con poche ripetizioni di parole: piccole concrezioni melodiche attraverso cui la conversazione si dipana, concedendo pochissimo spazio al tradizionale recitativo. ■ Armlde acquista in tal modo un passo svelto,, una scansione che è agli antipodi di quella solenne, severa e rituale di Alcoste; come agli antipodi dell'austerità melodica di questa è il dipanarsi di una musica dolce, carezzevole, volta a rendere, con piena riuscita, il clima di attrazione sensuale che l'irresistibile maga stabilisce attorno a sé. L'ascolto di Armlde riesce, cosi, come suol dirsi, gratificante al massimo grado, Tanto più se l'esecuzione e lo spettacolo esaltano i valori dell'opera come ha fatto l'hì-' lestimento presentato l'altra sera al Teatro Comunale, t II clima, seducente, vaporoso di Armlde. è quello' tìpico del gusto Louis XVI: ecco allora Filippo Sanjust (regista, scenografo e costumista) gipcare sui rosa e sugli azzurri, tinterpolveredi costumi settecenteschi che si stagliano sul bianco delle architetture classiche. Un velario trasparente in primo piano ammorbidisce i toni dèi colori, méntre sullo dijVlan Curtis senza fo-H- . oimLmc n rup. ...... li sfondo alcune~nuvolette~al-' traversano iV cielo radioso. Fortunatamente non c'è nessuna frigidezza antiquaria tn questa regia e neppure nelle danze che, secondo i canoni dell'opera francese, attraversano continuamente l'azione nello sfarzo musicale e scenico del vari divertissertients. Anch'esse, ideate da Shirley Wynne, una specialista di danza antica, erano improntate a quel rigore stilistico senza, forzature ^accademiche die ha caratterizzato l'esecu- WoWàmtM'eVAtiìh pirtts e imperniata sulla presenza scenica e vocale di Raina Kabaivanska: un'Armida cui manca solo -una maggiore chiarezza nella dizione francese per rispecchiare l'idea di Gluck, al tutto e per tutto. Questo problema della dieione che solo il tenore Max René Cosotti nella porticina di Artemidor ha risolto in modo perfetto, era l'unico neo di una compagnia di tanto che ha fatto molto bene il proprio dovere, calandosi a fondo nello stile dell'opera, da Daniela Mazzuccato a Gloria Banditela, Gino Quilico, Robert Gambill impegnati nelle parti principali. Alla fine il pubblico ha comunque riservato applausi a tutti, compreso il coro diretto da Fulvio Angius, l'orchestra e il numeroso corpo di ballo. Ma soprattutto ha festeggiato la Kabaivanska la cuistatura di interprete tragica grandeggia nell'ultima scena dove Gluck riserva ad Armida abbandonata un recitativo nello' stile di Alceste, l'unico così esteso' e monumentale che compaia nell'opera: un cupo grido di dolore, nella mareggiata delle figurazioni orchestrali, come una rivincita dell'espressione sulla forma che domina tutta l'opera nella sua compostezza classica, eppure calda e avvolgente. Paolo Gallaratl Raina Kabaivanska e Robert Gambill in una scena di «Armido

Luoghi citati: Armida, Bibbiena, Bologna