Milva: «Ich liebe dich Berlin»

Milva: «Ich liebe dich Berlin» Milva: «Ich liebe dich Berlin» stupendo. Qua e là si trovano, intatte, alcune vecchie ambasciate, ma sono edifici funerei, che sembrano fantasmi del passato. Insomma, Berlino mi piace anche se non ha più nulla di antico. A quel poco che è rimasto di vecchio, anzi, 1 berlinesi hanno affiancato il nuovo, quasi per scaramanzia. Il risultato qualche volta è curioso, particolare. La Gedachtnlskirche, ad esemplo, la chiesa che è anche simbolo della città, è una torre neogotica semldistrutta dalla guerra, che mi ricorda un dente tagliato. L' hanno Intrappolata tra una cappella ottogonale e una torre esagonale e la chiamano ironicamente «la cipria e 11 rossetto». Chi ama 11 moderno si trova a proprio agio: tutte le costruzioni sono recentissime, alcune molto belle. Tra'le mie favorite c'è il Museo d'arte Moderna dove, quando riesco a ritagliarmi un po' di tempo, mi infilo, passando attraverso le sculture di Moore e Calder. Conquisto qualche mezz' ora con i miei amati espressionisti: Dlx, Schiele, Kirchner. E', comunque, una corsa contro il tempo. Forse anche per Questo Berlino un po' mi angoscia. Tra l'albergo e l'Hansa Studio, la grandissima sala di registra¬ zione dove incido i dischi, c'è però una delle parti di Berlino che mi sono più care. Lo Studio infatti è quasi a ridosso del muro, nel quartiere dell'Hansa, ricostruito alla fine degli Anni 50 da un gruppo di architetti tra i più famosi del mondo. Per arrivarci si deve attraversare il Tiegarten, l'enorme giardino da cut occhieggiano, tra il verde che sembra di bosco, le statue dei personaggi più famosi della cultura e della storia europea. Prima dell'Hansa Studio c'è il ponte vicino al quale è stata uccisa Rosa Luxemburg: posti che davvero non possono lasciare indifferenti. Il parco è attraversato dall'Unte r den Llnden, il celebre viale di tigli che 11 muro ha diviso tristemente a metà. Passeggiare sotto i quegli alberi maestosi non è più possibile, perché il grande viale si blocca contro la Porta di Brandeburgo. Solo dalle scalette che portano In cima al muro si può vedere In tutta la sua estensione la strada che Federico il Grande aveva fatto costruire perché i berlinesi potessero passeggiarci. Non è necessario essere tedeschi per sperare di poter presto camminare ancora sotto . quei tigli. Milva (Raccolto da Dada Rosso) Echi ha detto che si debbano amare solo le cose facili e semplici, solo i luoghi tranquilli e sereni? Nessuno, mi pare. Io. ad esemplo, adoro Berlino, anche se non c'è altra città al mondo che riesca ad agitarmi come quella. Non riesco mal a sentirmi rilassata eppure la trovo affascinante e bellissima. Direi anzi che la amo proprio perché è una città difficile, complessa, piena di contraddizioni, dove ferménti e contrasti quasi ti bruelano sulla- pelle. E non è vero che 1 problemi politici siano astratti: 11 c'è 11 muro, mattone su mattone, blocco di cemento su blocco di cemeneto, a testimoniare anche materialmente quella certa angoscia che si respira L'unico rischio è quello di non trovare posti per mangiare, per sedersi. DI quei locali scoppiettanti di vita, in cui qualche volta riesco ad infilarmi, preferisco 1' Heinz Holl, dove il più delle volte mangio splendidamente, appollaiata su vertiginosi sgabelli, appoggiata al bancone. LI Fassbinder era di casa. La sua mancanza si sente, e molto. In una sera, comunque, puoi incontrare il fior flore dell'intelllghentla tedesca. Più spesso, però, resto a mangiare al Kempinski, il mio albergo preferito. Mi è molto caro: nuovo come tutte le costruzioni della città, ma accogliente e ospitale, senza la fredda pretenziosità di certi detestabili hotel di lusso. Non sono la sola a risentire di quél fascino: da anni nella halKe nel ristorante Incontro.I medesimi clienti, personaggi anche illustri, come Von Karajan, e Bernstein che non potrebbero stare a Berlino in nessun altro albergo. A ben pensarci è buffo: di solito amo le città antiche, gli edifici storici, mentre, ovviamente, a Berlino tutto questo manca. Della Berlino antica non è rimasto praticamente nulla, se si esclude il bel Castello di Charlottemburg, circondato da un parco . vita, fcs"tfen$amertte stiinolantoì vivacissima' Cinema, teatri, sale da concerto, musei, sono sempre straripanti di gente. Ovunque nascono idee, ovunque si produce cultura. Non sono una not- ' tambula, ma qualche volta, magari stanchissima per il lavoro, mi lascio trascinare dagli amici nella vita di Berlino notturna. Per quanto sia tardi, c'è sempre una vita .intensissima: bar e caffè, birrerie e ristoranti sono sempre aperti. Germanie, anche più gradevole. Capita anche che le guardie di frontiera dicano qualcosa di scherzoso, anche se ciò accade naturalmente di rado. A piedi o in macchina, passare dal famoso (per 1 romanzi di spionaggio) Checkpolnt Charlie in Frledrlchstrasse o prendere la metropolitana, la U-Bahn, alla stazione Zoo fino alla Frledrlchstrasse all'Est. Si può anche prendere la 8-Bahn, la ferrovia sopraelevata, sullo stesso percorso. Il permesso per un giorno costa circa 1,75 dollari. Si devono cambiare anche 25 marchi occidentali per le spese della giornata. Evitare rigorosamente ogni tentazione di mercato nero. I tedesco-orientali insistono che 1 loro marchi valgono quanto quelli occidentali, sebbene di contrabbando il La prima è «Rockendorf» (tei. 402-3099) una specie di osteria di lusso nei pressi dell'aeroporto Tegel, Dusterhaupstrasse 1, a una ventina di minuti dal centro. Specializzato in «nouvelle cuisine» il ristorante Rockendorf ha un'ottima anatra con salsa di fegato d'oca. Preventivare sui 50 dollari a testa. La delusione è stata «Maitre» (Podblelskiallee 31. tel. 832-6004), nuova edizione di un precedente ristorante dallo stesso nome, che fa della nouvelle cuisine per uomini d'affari di Dusseldorf che vogliono farsi vedere In un posto rinomato. Cibo mediocre con sottofondo di pessima musica, anche questo sul 50 dollari. Più modesto ma più gradevole Bacco (Marburgerstrasse 5, tel. 211-8687), ristorante di gusto Nord Ita¬ lia con buoni piatti di pasta fatta in casa a circa 20 dollari a persona. Il bohémien Paris Bar in Kantstrasse 152, tel. 313-8052, ha una clientela di attori e scrittori al quali dà una cucina di tipo Internazionale per una ventina di dollari. Merita per l'atmosfera. Un ambiente slmile c'è da Fofl (Fasanenstrasse 70, tel. 881-8785) con cucina del Levante mediterraneo, anche qui sul 20 dollari. Ricordare che la cucina al Grill dell'Hotel Kempinski è sempre decorosa e fidata, sul 25 dollari a persona con il vino. cambio sia 5 a 1. Non portare con sé né marchi dell'Est, né giornali dall'Ovest. L'atmosfera delle strade dall'altra parte è un po' Anni Cinquanta. Vestiti, automblli, anche il modo meno frettoloso di camminare degli abitanti è in forte contrasto con l'animazione dell'altra Berlino. Ma c'è molto da vedere anche all'Est. Il Museo Fergamon sulla Bodestrasse ha una splendida collezione di antichità orientali, greche e romane, compreso il grande altare di Pergamo che dà il nome al museo. La Galleria Nazionale, accanto, ha buoni quadri del XIX secolo eu- James M. Markham Copyright «The Ne» York Times Service» e per l'Italia «La Stampa» Continua a pagina II In nona colonna RISTORANTI BERLINO ESf" Per quanto normalmente un po' monotona, la scelta gastronomica berlinese di recente si è animata. Una delle novità è stata uno strepitoso successo, un'altra è stata una delusione. Oggi andare nel settore orientale di Berlino è più facile di un anno fa e, con la tendenza attuale verso migliori relazioni fra le due