Monelli, fratello maggiore

Monelli, fratello maggiore Monelli, fratello maggiore CI siamo conosciuti dopo la prima guerra, ma eravamo sta. ti vicini nell'autunno del 1917 sull'altipiano di •Asiago nella resistenza dopo Caporctto. Monelli capitano si era battuto già per tre anni, dal 1915, e li dopo una disperata resistenza a Castclgombcrto cadeva prigioniero. Io invece ero un aspirammo alle mie prime armi. Ma questo temporaneo uscire di scena del capitano carico di esperienza, ben maturo anche per segnare la storia degli avvenimenti vissuti nelle «Scarpe al sole*, fa contrasto col debutto diremo cosi del giovincello inesperto che era il sottoscritto c segna un po' il senso e le proporzioni dei nostri rapporti che ci avrebbero legati tutta la vita: il capitano c l'aspirante, maestro e allievo. E' stato naturalmente il ricordo della guerra alpina ad avvicinarci c a unirci. Monelli vede i mici disegni sull'Alpino c li raccoglie con un suo felicissimo commento. E' l'inizio della nostra collaborazione e oggi ch'egli ci ha lasciato sento ancora più vivamente quanto la sua personalità e il suo intuito abbiano influito ad individuare e a impegnale le mie attitudini. In ciò era perentorio e assoluto. «Tu da domenica manderai un disegno alla "Gazzetta del Popolo"», e ancora, dopo la seconda guerra: «Tu da domenica manderai un disegno a "La Stampa". Ti ho impegnato». E cosi il filone del disegno umoristico accanto alla mia pittura si è sviluppato sotto lo stimolo di Monelli. Ormai il ricordo delle guerre'ritornava saltuaria¬ annunciargli lietamente che nel frattempo il nostro libro da lui voluto ha avuto successo, lo abbraccio. La sua reazione è di vago fastidio c mai più in vita avrò espansioni del genere con lui restio a ogni forma esteriore dei propri sentimenti. Ancora dopo la seconda guerra mondiale, di ritorno dalla Russia c dalla prigionìa in Germania nella quale ero stato dato per morto, egli mi accoglie con un semplice e burbero «Dunque, sci vivql», con un'affettuosità nascosta che mi diceva a suo modo il suo lieto animo. E con questo suo stile egli è stato per me un generoso fratello maggiore e tale l'altro ieri l'ho salutato e lo ricorderò nel breve tempo che mi rimane da vivere. Giuseppe Novello mente pur sempre vivo nel nostro lavoro: Monelli impegnato a descrivere gli avvenimenti del mondo partendo per i più lontani lidi mentre io prendevo I' accelerato Codogno-Milano puntando sui più modesti obiettivi familiari c quotidiani. E quando abbiamo combinato servizi in comune c'è stato fra noi un simpatico gioco di contrasti volutamente esasperato come quando, nel «Ghiottone errante», ai pezzi esaltativi del buongustaio e del raffinato bevitore io contrapponevo la mia acqua minerale e il mio mangiare leggerino, allegro conflitto che ha dato sale al duetto. Andavamo d'accordo anche perché eravamo diversi. Ricordo Monelli che torna da un lungo c felice servizio all'estero, io gli vado incontro e ncll' P Judith Collins, John Welchman, David Chandler, David A. Anfani

Luoghi citati: Asiago, Germania, Milano, Russia