Halley specchio della nostra stona di Piero Bianucci

Maffei racconta in un libro vicende e significati del «fossile spaziale» che nel 1986 aggirerà il Sole Maffei racconta in un libro vicende e significati del «fossile spaziale» che nel 1986 aggirerà il Sole Halley, specchio della nostra stona uale 4 5 miliardi di anni fa condensarono il Sole e i >ar:e'.l. Le comete ci offrono quLnl una testimonianza preosa sulla nascita del s;stela solaio. Anzi, pare che ^ne formino ancora irtero alla famiglia dei pianeti ni specie ci alone. &econ3 1 astronomo Oort riciar;bl:«ro ben cento miliardi ì comete addensate a rreta .ra-ia tra ti Gole e le s'x'.ìs il vlcin?, e sarebbero ar> dnto ciò che hrr.ar.e dc.'.a ebu'osa primitiva. Le qualità di Maffei non )!Unto come astronomo, la come scrittore sono ben ote dopo U successo dei lei tre libri (Al di là della ara, / mostri del cielo, L' ilvcrso nel tevipe) che anno preceduto questo sulla cometa di Halley. Ancora una volta il lettore non si trova semplicemente di fronte a una rigorosa serie di dati esposti gradevolmente. Maffei, attraverso la storia della cometa di Kalley, è riuscito a raccontare anche la storia del lento e difficile cammino della razionalità umana lungo 1 seco'l. Fer certi appetii, la cometa diventa quindi un pretesto, un reattivo per saggiare la concezione del mondo che avevano gli antichi cinesi, i greci, gii uomini del medioevo e del rinascimento, 1 fondatori della scienza moderna, via via fino all'era spaziale. E i regolari ritorni ogni 78 armi dell'astro di Halley (fu lui a scoprirne la periodicità), minuziosamente rico¬ Frontespizio della BRILLO', presagio di sventura, nel cielo di Gerusalemme, nel 66 dopo Cristo; segnò la fine di re Araldo, nel 1066 quando con la battaglia di Hastings Guglielmo il Conquistatore si impadror.i dell' Inghilterra... Nel 1682 essa colpi la fantasia dell'astronomo Edmund Halley die, dalla affinità delle apparizioni congetturò che si trattasse sempre dello stesso corpo celeste che sarebbe dovuto ritornare nel 17SS. Halley r.on doi>ei'a veder realizzata la prcpiia previsione (meri infatti nel 17**?.), ma la cometa che oggi porta giustamente il suo nome (e che noi aspettiamo, •prossimamente, sui nostri cielU) non doveva mancare all' appuntamento. Ancor più affascinante è sapere come e perché Halley aveva previsto giusto: nel 1684 Halley si era infatti rivolto a Isaac Newton, il matematico che all'epoca non solo aveva elaborato il potente strumento del calcolo infinitesimale, ma aveva ideato una formulazione coerente del principio di inerzia secondo cui qualsiasi corpo o resta in stato di quiete o continua a muoversi in linea retta «a meno che non sia costretto a mutare tale stato da forze impresse». Agli inizi del Seicento Keplero aveva mostrato come i pianeti del sistema solare seguissero orbite non circolari ma ellittihce; Newton si era chiesto quale mai fosse -la forza impressa* che li costringeva a deviare dal naturale percorso rettilineo e aveva concluso che si trattava di una 'forza attrattiva universale-, la cui manifestazione a noi più familiare era costituita dalla caduta dei «corpi pesanti* sulla superficie terrestre. Le orbite ellittiche scoperte da Keplero non erano altro che le configurazioni di equilibrio tra la tendenza di un oggetto a proseguire in linea retta e tale forza -attrattiva*. Ciò valeva non solo per i pianeti, ma anche per -visitatori strani* come la cometa di Halley. Nel 1801 Georg Wilhelm Friedrich Hegel nella dissertazione (in latino) De orbitis planetarum doveva rivendicare l'originalità del •genio felice del nostro grandissimo Keplero, e attaccare a fondo la spiegazione newtoniana. La Dissertazione hegeliana appare oggi, per la prima volta in lingua italiana, per merito di Antimo Negri (G. W. F. Hegel, Le orbite dei pianeti, cura e traduzione di A. Negri, Laterza, pp. LXV 96, L. 12.000). Affascinato dagli aspetti più mistici e iniziatici di Keplero, che vedeva nel Sole il struiti da Maffei a partire dal 240 avanti Cristo, scandiscono praticamente tutti i grandi eventi storici. Easta ricordare, per esempio, che questa cometa vide le lotte di Mario e Siila nella Roma del primo secolo avanti Cristo, il vacillare dell'impero romano sotto i co!pi dei barbari nel 461, l'esilio ai Dante nel 1301, le pia ardite imprese dei Turchi ai danni dell' Occidente nel 1456. fino alle ultime illusioni della Belle epoque nel passaggio del 1910, per sentire come la scala temporale cosmica ridimensioni e relativizzi quella umana. Maffei non lo dice, ma lo lascia intendere: l'uomo osserva la cometa di Halley anche, e forse soprattutto, per capire se stesso. Piero Bianucci a «Cometographia» di Hevelius Per la prima volta in italian La sonda o il saggio del filosofo sull giapponese nella fase di avvicinamento alla cometa di Halley lle «Orbite dei pianeti»

Luoghi citati: Gerusalemme, Inghilterra