L'italiano lingua straniera degli italiani

L'italiano lingua straniera degli italiani L'italiano lingua straniera degli italiani Quasi 50.000 copie per il libro di Marchi, 30.000 per il vecchio Panzini, 210.000 perE continua la vendita delle rubriche ranno certamente grandi risultati scientifici ai linguisti del futuro, oggi non spiegano più cos'è un nome, cos'è un verbo. De Felice, Satta, Gabrielli, Pausini, Zingarelli, Marchi, ce lo spiegano ancora, e noi ne abbiamo ancora bisogno». Fra i libri di cui ci slamo rammentati sin qui, alcuni sono prontuari di curiosità lessicali ed etimologiche. A questi si apparenta un altro libro recente: Modi di dire della lingua italiana, di Carlo Lapucci, pubblicato a settembre dalla Vallardi. Chiediamo a Vanna Massarotti, responsabile del programmi editoriali Vallardi: come va? E ancora una volta ci sentiamo dire: «Benissimo. Il libro del Lapucci stava nascosto nel catalogo della Valmartina, lo abbiamo ristampato su llcema, e ci è esploso tra le mani: dopo tre settimane dall'uscita eravamo già II a ristamparlo di corsa». Pioviamo a sentire qualche autore. Cominciamo con Cesare Marchi: nato nel 1922 a Villafranca di Verona, e ivi residente. Leggero accento veneto. Nessun fiorentino o toscano fra gli antenati. Nessuna esperienza diretta di grammatiche prima di questa: aveva scritto biografie per Rizzoli (Aretino, Boccaccio, Dante, Giovanni delle Bande Nere) e aveva vinto due volte il «Dattero d'oro., al salone dell'umorismo di Bordighera, per scritti satirici apparsi sotto la sigla .11 Delatore» su «// Giornale Nuovo». Come si è deciso a scrivere una grammatica? «Mi lia dato questa idea il funsionario della Rissoli per la saggistica, il signor Edmondo Aroldi». In quale stile ha scelto di scrivere questa grammatica? «Nel modo più chiaro e divertente possibile». Per farsi leggere da chi? «Da chi ha voglia di imparare l'italiano, nella scuola o fuori della scuola». Anche nella scuola? «Sicuro. Nelle scuole italiane i nipotini del Sessantotto hanno bruciato le grammatiche come le femministe bruciavano i reggipetti: se c'è riflusso, io sono rifluente; io sono consapevolmente reastonario e conservatore. Se il mio libro avrà davvero un po' di successo vorrà dire che anche altri vogliono reagire al roghi delle grammatiche, vogliono conservare qualcosa della nostra lingua, e non vogliono saperne di grammatiche scritte da strutturalisti c semlologl». Lei di queste grammatiche nuove ne ha letta qualcuna? «Cinque o sci. poi basta. Non si digeriscono neanche col doppio bicarbonato». Qp p30.000 per il vecchio Panzini, 210.000 per lo Zingarelli E i l di dll bih giornalistiche in volume: Qi libri di g«Questi libri cercano di colmare le lacune della scuola» Telefoniamo per controllo alla Feltrinelli. Tutto vero, anzi del Pochi tra il '64 e il '77 si son vendute 66.000 copie. Sempre nell'Universale Economica, dal '79 ad oggi si son vendute 10.000 copie del Parlare italiano di Leo Pestelli (che già aveva fatto la sua prima corsa nel catalogo Longanesi). Sentir ricordare due volte il nome di Leo Pestelli, che per tanti anni tenne un'indimenticabile rubrica di dubbi linguistici e di difesa della lingua su «La Stampa», mette in moto altre rotelle della memoria. Nel 1974 furono raccolti in volume, col titolo Galateo Linguistico, gli articoli che Raffaello Ferruzzi era venuto pubblicando su «Paese Sera». E le rubriche di Aldo Gabrielli su «Epoca» e altri periodici? Sentiamo Temicelo Parazzoli, direttore della Divisione Oscar, alla Mondadori di Segrate. «I tre libri di Aldo Gabrielli, Si dice o non si dice? (1976), Il museo degli errori (1977), Nella foresta del vocabolario (1978) soìw tra i titoli Oscar che ristampiamo con maggior frequensa e sicuressa. Nel 1981 abbiamo affiancato ai libri di Gabrielli il Parole - Divertimenti grammaticali di Luciano Satta. In questi stessi giorni un'altra divisione della Mondadori pubblica nella collana "Studio" un repertorio di Emidio De Felice, Le parole d'oggi». «Questi libri — continua Parazzoli — e tutti gli altri all'onor della cronaca oggi come l'anno scorso o due, venti anni fa, hanno sempre cercato di colmare le spaventose lacune della scuola, dove tutto si studia, se si studia, fuorché l'italiano, e oggi in particolare hanno un valore di salvagente. Oggi i genitori e gli scolari e gli studenti ricorrono a questi libri per capire qualcosa di graimnatica, di sintassi, di lessico. I testi scolastici, ispirati allo strutturalismo e ad altre scuole serissime, che da¬

Luoghi citati: Bordighera, Segrate, Villafranca Di Verona