A Cuernavaca con i fantasmi di Malco di Alberto Ongaro

4/5 4/5 Tutto libri Lo scrittore Alberto Ongaro ripercorre i luoghi di «Sotto il vulcano» mentre arriva il film di Hi A Cuernavaca con i fantasmi di Malco NEW YORK — Galina Vishncvskaia era una regina de! Teatro Bolscioi, trionfava con la sua voce di soprano. Ma, assieme al marito, il violoncellista Rostropovich, nel 1969 diede aiuto al dissidente Solzenicyn, e cadde in disgrazia. 1 due dovettero rifugiarsi in Occidente. Ora la Vishnevskaia in un libro dal titolo «Galina» (ed. Harcourt Brace Jovanovich) rievoca quei tempi del Bolscioi, le intemperanze di Stalin che di musica non capiva nulla, le tormentate vicende di Sciostakovich e la tempestosa lavorazione di un film ricavato da una sua opera: «{Caterina Izmailova». Gaiina interpretava una scena d' amore in camera da letto, ma il regista era preoccupatissimo: «Mettiti una coperta sul petto». «Attenta, hai una spalla nuda». «Dobbiamo fare un film per le masse lavoratrici, non per maniaci sessuali». QueH'«opera filmata» in Urss non l'hanno più vista. Scritto su una cartolina è un segno d'affetto, rubato sui banchi di scuola è l'inizio di una love story; sull'auto o in ascensore è un graffito di passione; in letteratura, da Ovidio a Erica Jong, è seduzione, e sullo schermo, con Cary Grant e Ingrid Bcrgman, è un mito dell' immaginario. Ma in camera da letto tra vecchi coniugi o in salotto tra vecchi amici può essere anche solo obbligo e abitudine, noia e ipocrisia. E' sempre e comunque un bacio che racchiude e schiude (o conclude) una storia. A queste storie vissute, sognate, scritte, dipinte, cantate è dedicato il libro «Il bacio», di Romano Giachetti, giornalista c professore di letteratura italiana negli Stati Uniti, primo titolo della nuova collana «Gnque sensi», che la IdcaLibri pubblicherà dal prossimo mese. perché c'è un legame magico fra la letteratura e la realtà?) nella casa di uno dei suoi personaggi, Jacques Lamelle, Scrive infatti Lowry in •Buio come la tomba dove giace il mio amico» il libro sconclusionato e incompiuto ma non privo di fascino che è 11 prodotto del suo secondo soggiorno a Cuernavaca: 'Gli pareva di muoversi in mezzo alla sua propria creazione e, anche se questa rischiava di trasformarsi in un fallimento, una sensazione simile avrebbe potuto provarla un dio. E non si muove forse Dio entro il suo creato in quel modo spettrale?». E In un altro punto: 'Come aveva potuto cadere tanto in basso e diventare il proprio personaggio/'. Risalgo calle Humboldt cercando le due case. E' facile trovare quella di Lamelle, la «quinta» dal tetto turrito, dall'alto «mirador. dove, nel romanzo, Yvonne Firmin e Jacques Lamelle consumano 11 loro tradimento, ed è, più o meno, come Lowry la descrive, un edificio assurdo, con strane finestre appuntite, davanzali protetti da tettoie, parapetti e balaustre. Più difficile invece identificare la casa di Malcolm-Qeoffrey al numero 15 della strada, il cottage di tre stanze, il giardino in rovina tagliato in due da un sentiero a mezzaluna, il muro di cinta coperto da bougainvillee: dagli anni in cui Lowry visse a Cuernavaca assieme alla prima moglie Jan Oabrial (la Yvonne del romanzo) la strada è cresciuta, la nume- Lina scen razione è cambiata, nuovi numeri anagrafici sono stati sovrapposti ad altri numeri sbiaditi, semicanceiiati (si distingue un pallido 46 sotto un 52, un esangue 37 sotto un 49, un incongruo 7 sotto un 25) e non c'è nessuno alla Munlcipalidad disposto a perder tempo per fare ricerche In questo senso. Nessuna traccia lungo la strada del cartello che «con pallida faccia oblunga- osserva il console quando gli passa davanti e la cui scrit¬ a del film «Sotto il vulcano». Gli interpreti ta «Le gusta este jardin que es suyo? Eviten que sus hijos lo destruyan', lo ossessiona. TJ cartello non voleva essere altro che un garbato invito della città a rispettare i giardini ma Lowry, che come Baudelaire considerava la vita una foresta di simboli, vi aveva visto un messaggio personale rivolto a lui o a chiunque come lui si desse un gran da fare per distruggersi. A Est dove la calle Humboldt si Incrocia con la Salazar che conduce al centro c' nero» e gli indifferenti avventori del locale, il fantasma del console è qui, seduto in un angolo buio davanti a una delle tante bottiglie che hanno finito per distruggerlo. Cosi non si può sfuggire all'ovvia considerarione che quando 1 personaggi Immaginari assumono statura e consistenza diventano più concreti delle persone In carne ed ossa e lasciano tracce più profonde. Ritrovo le tracce del console alla Unlversal, il ristorante birreria, luogo di raduno di ubriaconi locali, di cui le guide turistiche americane dicono che ha «il. peggior servizio del Messico e forse dell'intero emisfero occidentale'. Qui Malcolm Lowry veniva a giocare ai. dadi con il proprietario di allora o ad ascoltare le conversazioni ubriache del clienti seduti al tavoli all' aperto, l dialoghi in spagnolo di cui gli arrivavano frammenti spesso incomprensibili ma che egli avrebbe comunque utilizzato incorporandoli nella sua scrittura polifonica, dando loro uno spazio nella storia che andava raccontando. Ritrovo le stesse tracce al Casino della Selva l'hotel (affollato la domenica come le spiagge di Coney Island d'estate) dove all'inizio di 'Sotto il vulcano», nel giorno del morti, Jaques Lamelle, davanti a un bicchiere di anice ricorda la morte del console avvenuta un anno prima e comincia la sua storia: l'arrivo della moglie Yvonne che ritorna a lui un anno dopo averlo lasciato, il tentativo di ricominciare ti sono (da sin.) Jacqueline Bisset, Anthony Andrews, Albert Finney boldt, nessuno sa che la taverna, caricata di simboli (.Quelle salette lo avevano colpito come antri dove si tramassero complotti demoniaci, si decidessero crimini atroci; là come quando Saturno è in Capricorno, la vita trovava il suo tondo») è stata immortalata in uno dei maggiori romanzi di questo secolo e se qualcuno lo sapesse non gliene importerebbe nulla, nessuno ha mai sentito parlare del console: eppure qualsiasi cosa possano pensarne il «canti- è una taverna chiamata El Farolito. E' la «cantina» dove Malcolm (e come lui il suo console) andava a ubriacarsi di tequila o di mescal. Nel romanzo non è stata collocata a Cuernavaca ma a Parian, località rintracciabile soltanto nella stravolta geografia mentale di Lowry e che nella gerarchia simbolica del romanzo rappresenta la morte. Nessuno al Farolito ricorda lo scrittore inglese che viveva a pochi passi in qualche punto della calle Hum¬ Incontro con l'autore, che rievoca luogh e personaggi visti in quarant'anni difflo

Luoghi citati: Cuernavaca, Messico, New York, Stati Uniti, Urss