L'Union Valdòtaine punta sul modello della Svizzera di Milena Milani

Si è concluso a Saint Vincent il 2° Congresso del partito Si è concluso a Saint Vincent il 2° Congresso del partito L'Union Valdòtaine punta sul modello della Svizzera Genova rifiuta voli dirottati? Il magnifico nodo alla gola che non uccide e fa elegante In attesa dell'attuAlexis Bétemps, SAINT-VINCENT — I valdostani si identificano nello Stato italiano, uno Stato che vorrebbero, in attesa di un federalismo europeo, trasformato in una confederazione di tipo elvetico. Il concetto è scaturito a conclusione del II Congresso nazionale dell' Union Valdòtaine, svoltosi a Saint-Vincent. Il dibattito congressuale è stato ampio e non sono mancati interventi polemici come quello dell'ex deputato valdostano Emilio Chanoux il quale ha rimproverato alla dirigenza del movimento autonomista valdostano «troppo distacco dai problemi Quotidiani delia gente'. Non ha nascosto preoccupazioni dinanzi a posizioni separatiste e di gruppi che mostrerebbero ••rammarico nel constatare come la frontiera con la Francia resti al Monte Bianco e non scenda sino a Pont StMartin. Non siamo ancora nel Sud Tirolo», ha aggiunto. Ha criticato poi il modo di vedere del Movimento verso l'amministrazione regionale ed il suo presidente: «Ho l'impressione — ha proseguito — clic all'interno dell'Union non si sia ancora capito che cos'è la democrazia. Puntiamo oggi ad ottenere in Valle d'Aosta il 51 per cento dei voti, ma per cosa farne? Per opprimere forse l'altro 49 per cento? Averamo a Roma un certo credito e un certo rispetto ora lo stiamo perdendo^. Più moderato il presidente della Regione. Augusto Rollandln. il quale ha ricordato come i rapporti con lo Stato non siano stati sempre carat¬ Premio europeo s ttuazione del federalismo europeo. I nuovi eletti: presidente è segretario politico il consigliere regionale Leonardo Tamone terizzati «da uno spirito di permanente conflittualità-'. ma imperniati in un «dialogo corretto fatto di comprensione e rispetto reciproco». Ha ricordato poi come sia «indispensabile far rispettare lo statuto speciale concesso nel 1948 alla Valle d'Aosta, statuto clic dovrebbe essere riveduto e migliorato, ma, soprattutto, applicato*. Trattario clt-t rapporti con gli altr1 partili politici il presidenti Rollandln ha ricordato come «410 nostro dovere mantenere un dialogo aperto con tutte le forte, sema preconcette preclusioni, accordando la giusta considerazione ai programmi. Una particolare attenzione deve essere accordata — ha detto — al psl, tenendo conto che in molte amministrazioni locali, a cominciare da quella di Aosta, l'Union Valdòtaine è In maggioranza con i socialisti'. Prima di procedere alla votazione della mozione finale il Congresso dell'Union Valdòtaine ha designato, con voto segreto, le cariche direttive del movimento per il prossimo quinquennio. Con 270 voti su 311 votanti è stato eletto alla carica di presidente Alexis Bétemps ed a quella di segretario politico (nuova carica statutaria voluta dal Congresso) 11 consigliere regionale Leonardo Tamone che ha ottenuto 246 voti. In una breve intervista, Bétemps ha detto che da almeno dieci anni l'Union cura rapporti con le forze che lottano per l'indipendenza e per il decentramento. «Sono popolazioni con cui condh>idlamo i principi federalisti — ha detto Bétemps — ma vediamo anche con simpatta quei gruppi che compiono un'azione centrifuga i>erso.lo Stato, che si battono per dare più Nuovi problemi all'aeroporto Milano: mostra di successo sulla sto Il personale non vuol fornire assistenza ai jet costretti ad atterrare a Sestri per la nebbia Chiede garanzie alla nuova società di gestione Industriali, creatori di moda, artisti e collezionisti raccontano passato e presente di un indispensabile accessorio dell'abbigliamento maschile La raffinata semplicità del Duca di Windsor e la «prua» delPavv. Agnelli competenze alle comunità'. C'è 11 rischio di tornare a prima dell'unita d'Italia? «Nego questa eventualità — ha affermato con vigore —, perché prima esisteva l'Italia degli Stati e non l'Italia federale come noi vogliamo. Al momento il miglior federalismo è quello elvetico, ma noi cerchiamo di superarlo». L'Union è con Roma o contro di Roma? «Noi vogliamo tanto bene a Roma, all'Italia ed al mondo ed il nostro messaggio è quello di maggior comprensione per trovare tra gli uomini un sistema di convivenza organizzata sul tipo federale». Sul bilinguismo si è detto che il processo di italianizzazione della Valle d'Aosta imposto dal fascismo si è poi concretizzato con la Repubblica. «Nego questa circostanza — ha detto Bétemps — mentre affermo che la Repubblica non ci ha dato gli strumenti necessari per riavere quanto ci è stato tolto». Tamone ha affermato che l'Union si «rende ben conto di far parte di questo Stato, anche se operiamo con altri fini per avvicinarci sempre agli ideali del federalismo. Con Roma abbiamo da risolvere problemi contingenti e ci batteremo fino in fondo per ottenere quanto ci è dovuto. Lo statuto speciale concessoci ■non è quello voluto nel 1945 Trattando delle alleanze ha detto che queste devono basarsi sul programmi. Sui concetti espressi dai nuovi dirigenti dell'Union Valdòtaine é stata elaborala la mozione conclusiva del congresso. ri e charters si trovano spesso a non potere scendere a Linale, alla Malpensa, a Caselle, a Venezia. Il loro attcrràggio altenativo è Genova, visto che Nizza è troppo distante e impone costi superiori e più disagevoli trasferimenti. Per questo lo stato di agitazione deciso dai dipendenti Alitalia dell'aeroporto di Genova (che sono 70, su un organico complessivo di ZOO addetti) rischia di creare ostacoli gravi. Il contenzioso ha alla base la nuova ristrutturazione dei servizi che — secondo il piano del presidente del Consorzio autonomo del porto, Roberto D'Alessandro, cui s)Ktta anche il controllo del «Colombo» — dovrebbe far capo ad una nuova società di gestione. •Ma di questa società — dice un rappresentante sindacale dell'aeroporto — sappiamo ben poco. Dovranno parteciparvi la Camera di commercio e altri enti interessati al traffico aereo. Ma quale sarà 11 nostro ruolo? Vi saranno modifiche negli organici?». In mancanza di risposte esaurienti e sollecite, il personale è disposto ad attuare il blocco degli acrei dirottati. Vanno intanto avanti i lavori per la nuova aerostazione: sarà a «punta di freccia», i passeggeri potranno salire sui velivoli attraverso il tunnel a soffietto, cioè senza percorrere tratti di pista. Ma, in attesa dell'aeroporto genovese del futuro, c'è ancora qualche anno da «Terzo Mondo». GENOVA — Gli aerei dirottati da Milano e Torino e da altri centri nebbiosi del Nord probabilmente non potranno scendere all'aeroporto Cristoforo Colombo di Sestri Ponente, fin dai prossimi giorni. Il personale non è disposto a fornire l'assistenza. La minaccia va facendosi concreta dopo che i dipendenti dell'AHtalia hanno chiesto garanzie sul loro futuro, in vista della costituzione di una nuova società che dovrà gestire l'aerostazione. Il disagio è accresciuto da inconvenienti tecnici: l'altro ieri si sono dovute colmare d' urgenza due buclie che st erano aperte («per cedimento del terreno», è stato spiegato) nella pista di decollo, provocando lo stop di un velivolo diretto a Milano. I tecnici hanno dichiarato idonea la riparazione coìnpiuta. Ma la pista, l'unica del «Colombo» dimezzato, non provocherà altre amare sorprese? A questo si aggiunga il contenzioso fra la direzione e la società che gestisce i servizi: non funziona il freò shop, è chiusa la rìì>endita tabacchi, una colazione tra un volo e l'altro è qualcosa da cotiquistare.. Tutto questo avviene mentre il Cristoforo Colombo, pur nella sua attuale configurazione di «baracca», ha un movimento passeggeri di 6500 al giorno, oltre ai charters. Ieri, di charters ne sono parliti tre. Ma il pericolo maggiore è la decisione, già ripetutamente ventilata, di rifiutare l casi di emergenza. In questo periodo, voli di linea italiani e stranie¬ MILANO — Giuseppe Garibaldi porta una stupenda cravatta di Tino Cosma, presidente dell'Associazione Cravattai Italiani. E' addirittura gigantesca, si allarga sul petto con 1 suol vivaci colori. E' 11 benvenuto della straordinaria mostra «Cravatta al Museo» che si tiene a Palazzo Accrbl-Inghirami, in corso di Porta Romana, un' esposizione storica che durerà fino al 14 dicembre', e poi verrà trasferita a Firenze e a Venezia, ma andrà anche all' estero. Il progetto è partito da Gherardo Prassa, che «compiici i grandi industriali della cravatta e della seta, gli artisti, t nuovi talenti della grafica e del fumetto» (come scrive nella presentazione) ha potuta realizzare, con il patrocinio del Comune di Milano, dell'Associazione italiana industriali dell'abbigliamento e dell'Associazione serica italiana, un itinerario folle e incantato, in cui si può perdere la testa. Io, perlomeno, l'ho piacevolmente perduta, trascorrendo un intero pomeriggio di quest'ultimo weekend tra certi esemplari rari del celebre pittore futurista Giacomo Balla, e 1 nodi dell'Ottocento; tra la serie «Reglmental» con i colori del 176 reggimenti inglesi e i farfallini più famosi d'Italia; tra le cravatte di Renzo Arbore e quelle dell'«Avvocato» che ha Inventato lo stile Agnelli, cioè quella posizione arcuata simile a una prua di una nave, con la quale si può affrontare meglio la realtà giornaliera: ti¬ pico esempio per un condottiero. Dico la verità che prima di andare a questa mostra, avevo già fatto un tirocinio culturale, con 11 libro «Elogio della cravatta», presentato dal conte Giovanni Nuvoletti, arbitro di eleganza, e scrittore, stampato nella collana •Piccoli piaceri» di Ideallbri. Nuvoletti, da par suo, mi aveva aperto gli occhi su quella piccola striscia di stoffa capricciosa, di cui le donne non capiscono niente, tanto è vero che quando la regalano al loro mariti, di solito sbagliano. Inoltre avevo letto un altro magnifico volume, molto illustrato, sempre di -Idcalibri». cioè «188 nodi da collo», di Davide Mosconi e Riccardo Vlllarosa, uscito In questi giorni, In cui ci sono personaggi di oggi e del passato, con i loro 188 nodi differenti, tutti per cravatte; una ricerca unica, mal realizzata finora, soprattutto per chi ama il civile vestire. Uno dei massimi esponenti dell'eleganza fu l'ex re Edoardo Vili, nominato Duca di Windsor dopo la sua abdicazione. Nuvoletti racconta che 11 duca, quando venne a Venezia, e si incontrarono prima al Lido, e poi la sera, al pranzo a palazzo Volpi, era «divinamente semplice'e supremamente sofisticato-. «La mano sinistra, nel suo gesto tipico, tormentava leggermente la cravatta»: quanti maschi, come lui, toccano Inconsciamente il nodo del loro fantasioso capo d'abbi Giuseppe Lucca e- c. IIKNIHN&BÒWIES. gllamento, magari per darsi un contegno, oppure per essere spiritosi. Omissis ostentava questi gesti. Infatti la sua cravatta sempre un po' allentata sembrava più larga del normale. Il nodo, che porta il suo nome, è stato usato anche dal colonnello Gheddafi, quando andò in visita ufficiale in Unione Sovietica. Alla mostra «Cravatta al Museo» ho sostato a lungo nella sala del teatro, dove ci sono le cravatte dal 1960 al 1970, tutte allineate come in un'immensa platea, una accanto all'altra. Contano loro, più degli uomini che le indossano, sono rivolte verso il palcoscenico, dove altre cravatte-personaggi recitano la loro commedia. Il mio amico pittore di Ivrea, Franco Balan. ha partecipato all'esposizione con un'opera curiosa. Adamo e Eva nel Paradiso, e sotto c'è la scritta «L'ottavo giorno Dio creò la cravatta». I nostri due progenitori si avvolgono In un bel tessuto classico, di seta a pallini, Eva si inventa un nodo stile «maschietta», adatto per aumentare 11 suo potere di seduzione. In fondo, con la cravatta, si può essere molto bizzarri: c'è perfino chi ha ideato la cravatta al forno per quattro persone, mentre la danzatrice Carla Fraccl, nel balletto «Dalla Taglioni a Diaghilev», ne ha addirittura tre, appuntate sul suo costume, ripreso da quello relizzato nel 1928 secondo le Indicazioni della famosa Coco Chanci. Milena Milani