Tuttavia i russi del Nord non lo vogliono

Tuttavia i russi del Nord non lo vogliono Tuttavia i russi del Nord non lo vogliono Grandi fiumi sibe In Urss lo chiamano proekt veka. progetto del secolo: consiste nella deviazione (perebroska) dei grandi fiumi del Nord russo e siberiano verso Sud: dai fiumi Dvina. Neva, Pcclora, dal lago Onega verranno deviate verso il bacino collettore della Volga enormi quantitativi d'acqua, attraverso una fitta rete di dighe di varie dimensioni, invasi, cascate artificiali, canali. La perebroska nella parte asiatica dell'Urss riguarda, per ora, il fiume siberiano Ob: gran parte delle sue acque, che sboccano nel Mare Olaciale Artico, saranno deviate verso il Sud-Centro asiatico, a partire dalla confluenza con l'Irtish: la direzione (attraverso un canale di 2200 Km.) sarà il grande bacino che fa capo al «mare» d'Arai, attraverso 1 fiumi Syr-Darja e Amu-Darja. Lo scolio è quello d'irrigare sleppe e regioni aride (come l'area del Basso Volga ? aree desertiche centroasiatiche: riani dirottati verso zo Kazachstan e Uzbekistan) e arrestare l'abbassamento progressivo del livello del mar Caspio. Si tratta di lavori grandiosi e inquietanti: progettati da anni, sono stati al centro di un dibattito serrato che ha coinvolto personalità del mondo accademico, artisti, scrittori, studiosi delle tradizioni culturali e artistiche dello sterminato Nord sovietico. Più di un documento è stato redatto da scienziati che hanno messo in guardia le autorità sui danni idrogeologici che progetti del genere inevitabilmente comportano, più di una petizione è stata inviata al Politburo e, personalmente, al defunto gensek Andropov perché si bloccasse il progetto. La rivista letteraria Grani (si stampa in russo a Francoforte: il suo nuovo direttore è il noto scrittore Vladlniov) i-a pubblicato nel suo I ultime Kt::::era luglio-set¬ ne asiatiche - Si tem tembre) un ampio dossier sul «progetto»: esso riveste uno straordinario interesse per due motivi: il primo è legato all'ultimo Plenum del Ce del pcus (23 ottobre): i due relatori, il segretario generale del pcus Cernenko e il premier Tichonov, hanno confermato quello che la redazione di Grani temeva: il dibattito sul progetto è stato troncato e si è passati all' esecuzione. Cernenko ne ha parlato con lo stesso entusiasmo con cui negli Anni Trenta si progettavano imprese di uguale natura: il pensiero va ai canali Baltico-Mar Bianco, al Volga-Don; oppure alle centrali idroelettriche dell'epoca krusceviana; o al dissodamento delle tèrre vergini kazache voluto da Kruscev. Singolari coincidenze, queste, che raffreddano le aspettative di riforme economiche, almeno per il breve e medio periodo: il tanto decantato passaggio alla fase • intensiva.- da estende¬ • L,-V'. . ono gravi danni all'eq re all'agricoltura e, ancora una volta, surrogato dallo sviluppo estensivo, come la messa in Valore di nuove terre irrigate pari al cinquanta per, confo delle esistenti. * i Il secondo motivo d'interesse del dossier'di Grani riguarda l'ampiezza e la qualità delle contestazioni rivolte al progetto dagli strati più diversi dell'intellettualità russa (trai critici segnaliamo l'accademico Leonov, autore del celebro romanzo La foresta russa), f; L'inversione dei fiumi, secondo i documenti pubblicati, provocherà alterazioni enormi all'equilibrio idrogeologico: l'immersione di circa duecentomila kq di territorio def Nord (con la conseguente decadenza dell'Industria del legname, dell'allevamento, dell'agricoltura e della pesjca): la distruzione di un patrimonio artistico architettonico unico al mondo (monasteri e numerosi esemplari di una raffinata uilibrio ambientale architettura in legno); l'evacuazione di centinaia di villaggi. Anche il regime di fiumi, laghi e mari toccati dal progetto subirà mutamenti dalle conseguenze imprevedibili. I vantaggi sono Inferiori ai costi dell'operazione. E i russi (die vedono nel Nord la culla della loro cultura) non accettano questo sacrificio a vantaggio di repubbliche asiatiche che non ama-, no. Il progetto, dopo il Plenum, diviene operativo. Il faraonico-stalinlano surroga riforme che non si ha il coraggio di fare. Il dominio sulle acque e 1' assalto alla natura rimandano, più che a Marx, ai «dispotismi asiatici- analizzati una trentina d'anni fa da Wittfogel: anch'essi si fondavano sul sogno di padroneggiale e dominare le acque: né oiu né meno degli uomini. Piero Sinatti

Luoghi citati: Francoforte, Urss, Uzbekistan