E i Foscari muoiono a Venezia

Rome nun Rome nun fa la stupida stassera E i Foscari muoiono a Venezia Raiu 13,30 13,55 14 — 14,05 15 — 15,30 16 — 16,30 17 — 17,05 17,45 18,10 18,40 18,50 19,35 20 — 20,30 22,05 22,15 22.20 23,10 0,05 Dirige il maestro Maurizio Arena, regia di Sylvano Bussotti, fra gli interpreti Renato Bruson e Martinucci nuncia al trono, non può far nulla per salvare la vita del figlio Jacopo, ma che prima di morire lancia qullinvettiva straordinaria: "Questa è dunque l'iniqua mercede...", che è forse la pagina più nota dell' opera». «Qui c'è tutto il Verdi massimo, sovrano, che ha scritto per il baritono brani belli e importanti: non toglierei una sola nota, a cominciare dai recitativi. Certo, l'opera è anche un insieme di blocchi squadrati, tagliati con l'accetta, senza quei tessuti connettivi che saranno una conquista del Verdi successivo, e tuttavia ci aiuta a capire il compositore nel suo cammino, ci fa già intravedere l progressi che troveremo nelle altre opere». — «I due Foscari» come punto di partenza,.. «Certo, riconosciamo tante cose che si spingono a vedere con chiarezza più avanti: Simon Boccanegra, Rigoletto; vediamo certi blocchi teatralmente molto ben individuati, i grandi concertati verdiani, finale atto secondo e finale dell' opera, altissimo, con delle trovate strumentali preziose: questa campana interna, questo coro tutto maschile con l'aggiunta della sola Lucrezia, uno dei pochi finali in cui sono le voci virili od assistere alla morte del Doge e su tutte svetta TORINO — In una Venezia cupa, dove una musica a fosche Unte preannuncla un finale di morto, si consuma la tragedia di Francesco e Jacopo Foscari, padre e figlio. Sullo schema della tragedia omonima di Byron (1812), Verdi ricavò / due Foscari, l'opera che giovedì sera aprirà la stagione al Teatro Regio. Dirige il maestro Maurizio Arena, la regia è di Sylvano Bussotti, fra i cantanti Renato Bruson e Nicola Martinucci. Torna sul palcoscenico il Verdi giovane. Parlare dell' opera con il maestro Arena (che due anni fa diresse, al Teatro Regio, Nabucco e quest'estate, a Verona, / tonibardi alla prima crociata), vuol dire partire dalla musica per conoscere più da vicino il genio musicale del «primo» Verdi, un torrente in piena non ancora perfettamente incanalato nel suo alveo. — Verdi compone «I due Foscari» a 31 anni, gli «anni di galera» come lui stesso li definì. Tra il marzo 1842 e il marzo 1846, in soli 4 anni, manda In scena sei opere: «I lombardi», «Emani», «I due Foscari», «Giovanna d'Arco», «Alzira», «Attila». Non sono un po' troppe? Che cosa rappresentano «I due Foscari» in questo cammino? quella della vedova sola». ■— Il focoso temperamento di Verdi alle prese con un soggetto lugubre. Stanno In questo contrasto le difficoltà dell' opera? «Verdi stesso lamentava la tinta funebre del soggetto. C'è ' la fatalità, , la mestizia del Doge, la malinconia di Jacopo che pur riuscirà a trovare qualche scatto di rivolta, ma ci sono anche da risolvere problemi di dicotomia: fra le forme e gli scheletri dell'operismo tipico (gli ingredietiti dell'opera di Bellini e Donizzetti) e la tinta di Verdi, che anche attraverso a queste forme, nonostante le gabbie che la frenano, riesce a emergere e a imporsi». — Lei ha diretto altre opere del giovane Verdi. Quale compositore ha trovato ne «I due Foscari»? «Un Verdi che, a differenza de I lombardi, sa anche rinunciare alle grandi espansioni effettisticlie. Là c'è quella febbre, quell'intensità, quelle pulsioni ritmiche inequivocabili elle ci porteranno ai grandi appuntamenti successivi verdiani. Ne I due Foscari abbiamo un Verdi più contenuto che rinuncia agli effetti, ma che anclw in un'opera di transizione come questa ci lascia intravedere la zampata del gigante». In qualunque momento compaia, la sensazione e quella ili una che ci prova (■c speriamo che mi riesca, io ce In metto tutta». Ma se non \a. se stona o canta sexy quando intrattiene i bambini e le vengono toni striduli quando dovrebbe incantare gli adulti, se sbaglia passo o si squarta in una spaccata trionfale da cenno traumatologico, se le labbia tentatrici scadono nella smorfia o nel ghigno: beli, lei si stringe nelle spalle, allarga le braccia sconsolata e. sfoderando tutti quei monumentali denti che da piccola la complessavano con gli occhi strabici, spara un sorriso iliade in Usa che fa sembrare le fauci made in Brecht di Milva, una boccuccia mentre si esercita nella dizione di «prugne». Se proprio e stata catastrofica e. nell'occasione indossa un pagliaccetto, magari si volta e per farsi arciperdonare, sbirciando furbescamente da sopra la spalla e battendo le ciglia come abbagliata, fa la mossa che le viene lì così, ma e pur sempre un bel vedere, c poi lei e una che ci prova «e speriamo che mi riesca, io ce la niello tinta-. Suine Rome. Che secondo Pasquale Festa Campanile «è l'unica attrice che può rappresentare il tipo di ingenua maliziosa, un po' sofisticata, un po' paradossale», giudizio che va benissimo per le due ore di un film, ina di cui, a proposilo di imo show che si ripete settimanalmente più le repliche per mesi, si può salvare soltanto il 'paradossale'. Svdne Rome viene da un posio chiamato Akron e sta nell'Ohio e non avrà probabilmente per altri cent'anni modo di essere citato. F.' andata incontro allo spettacolo con zanne e strabismo, insieme a migliaia di altre provinciali di cui non si è saputo più nulla, ed e approdala a Shakespeare in quel di Pasadena, dove di solilo vanno a rifugiarsi i gangslcrs ricercali nei telefilm. Di norma, essere stata ^ Giulietta al locale teatro T <Tlayliousc», e come aver j suonato il trombone nella ,f| barfda dei Martinitt di-Milano, per lei significò una chiamala in Italia dove incontrò il marito Emilio Lari di cui restano ormai solo le foto eccelse, capaci anche nel nudo di cancellare quella sensazione che sia in qualche modo un po' storta. Non voleva spogliarsi, proprio no. noi: ilio fatto Che" con rolanski ed ero sempre nuda, dirci dal principio alla fine del film» e adesso, dopo tanti anni: (Aspetto la vecchiaia per non svestirmi mai più-. In mezzo ci sarebbe staio da aspettarsi una serie di film tipo <l.e ultime ore di una vergine» o (Quaranta gradi all'ombra del lenzuolo» (com'è toccato vita naturai durante a Barbara Bouchel e Edwige l'enech, appunto sue partner in quella «fatica»), invece 1' hanno cercala regisii come Aliprandi, Zampa, David Hemmings, Clcment, Schcnk, Chabrol e Bondarciuk, 1 partner.*, sono stati ovviamente prestigiosi, perché se televisivamente è passata da Monlcsano a Elton John e Nichctti, al cinema ha strapazzato Alain Dclon, deliziato Roger Moore, affrontato David Bowie, incantato Franco Nero. Talvolta li coinvolge nella vita privata lasciandoli sopraffatti: d'essenza stessa della seduzione», avrebbe detto Julio lglesias. Attenta a tutte quelle cose banali e ovvie della vita che il pubblico si aspetta che un divo gli offra, lei non perde occasione per incidere un disco anche se ha un filo di voce, di insegnare l'aerobica anche se e il momento di Jane Fonda, di scrivere articoli sulla Russia se sono «Panorama» o il «Washington Post» a chiederli. Non stiamo parlando di un'altra Sydne Rome, è proprio quella che vediamo in i Quo vadiz?» tutti i venerdì e che. con profondo accento yankee, canta (Sono italianaaa» anche se continua a risiedere alla suite 4.17 del 80.13 Sunsel Boulevard di l.os Angeles. Quella che sembra nata dentro le cretinerie, e ci sguazza bene, perché ha capito che sono ciucile che vogliamo da lei clic ci aggiunge solo una grande, serissima gioia. Sydne Rome: cosi brava a sembrare stupida clic, quando recita compunta la scenetta sulla ricostruzione delle mele partendo dai torsoli rosicchiati e le bucce abbandonate nel piallo, lascia sempre il dubbio che. finita la trasmissione, correrà a casa e ci proverà davvero. i Il maestro Mauri/io Arena direttore al Regio di Torino sarà poi quello del tenore, senza nessun tratteggio psicologico e drammatico, senza quella complessità che caratterizzerà le opere successive...». — Ci sono però punti in comune fra «I due Foscari» e «Rigoletlo». • A livello psicologico: con la figura grandeggiante del padre Doge, Verdi sente una sintonia spirituale. Lo si capisce dalla presentazione dei personaggi: mentre tenore e soprano si presentano con recitativo aria e caballetta, la splendida aria iniziale del Doge non è seguita da caballetta. Nessun virtuosismo: a Verdi interessa prima di tutto la statura psicologica del personaggio. Un padre che ri¬ «Bisogna calarsi nella realtà di allora — risixmde il maestro Arena —. Verdi doveva campare e quindi era obbligato a rispcttare delle scadenze con chi lo pagava per comporre opere. Ecco perché quel periodo fu da lui chiamato "gli anni di galera". Che cosa rappresentano I due Foscari in questo processo? Un momento di transizione, un prodotto che non si può definire interamente compiuto: pensiamo per esempio alla compiutezza melodrammatica del preludio del Rigoletto con quel suo stato di necessità incombente, e paragoniamolo all' abbozzo di preludio de I due Foscari: qui troveremo soltanto la citazione di un tema, che m. an. INTERVISTA - Paola Pitagora ha un «teorema» che spiega il suo conto in banca...

Luoghi citati: Italia, Ohio, Pasadena, Russia, Torino, Usa, Venezia, Verona