L'Avellino non si commuove

Continua la crisi del Napoli costretto a uii pareggio senza reti nel derby con gli irpini Continua la crisi del Napoli costretto a uii pareggio senza reti nel derby con gli irpini L'Avellino non si commuove La squadra di Angelillo ha giocato concentrata e in grande umiltà - Quando gli Paradisi sbrogliava le situazioni difficili - Maradona, pur servito molto, non Raggomitolati a guardia della loro area di rigore, gli ospiti mettevano in luce validità e grinta eccezionali. Bertoni non aveva spazio. Lo marcava strettamente Ferroni, poi Vullo al momento del cambio del controllo di Maradona di cui abbiamo già accennato. Amodio non correva rischi su Penzo, Zandonà poteva andare in aiuto ai compagni quando le circostanze lo richiedevano. E dietro a tutti si distingueva Paradisi, un portiere che deve soltanto essere impegnato per dimostrare tutta la sua bravura. Il Napoli provava con Penzo su punizione al 12', ma la palla, calciata violentemente da oltre trenta metri, s'infrangeva all'incrocio del pali della porta avellinese. Erano sempre gli azzurri in zona di offesa, ma era un arrembaggio frenetico, non tanto per il ritmo quanto nel duelli personali. L'arbitro Magni cercava di controllare la gara, 0-0 Napoli-Avellino ammonendo chi protestava, ma confermava pure di non avere ancora la statura necessaria per domare certe battaglie. Tanto gioco, ma molto scarse le occasioni da rete. Anzi, sul finire del tempo, era l'Avellino ad andare vicino al gol con Colombo, ma il tiro del biondo centrocampista era sbilenco (42'). Nella ripresa la situazione cambiava, ma il meglio veniva ancora dagli ospiti, che sfruttavano i contropiede correndo di più e creando molti pericoli per Castellini. Era comunque sempre il Napoli sotto pressione, Bertoni si prodigava fino allo spasimo, Bagni (sempre nervoso il suo apporto e anche rischioso) cercava di servire palloni ai suoi compagni, ma erano quasi tutti sbagliati. De Vecchi non si vedeva; pareva oscurato dai giocatori avellinesi, sempre pronti ai contrasti, sempre dinamici nei rilanci. NAPOLI (all. Marchesi): Castellini 6; Bruscolotti 6,5, Cai urinante 6, (60' Boldini s.v.)j Bagni 5, De Simone 6,5, Ferrarlo 6;, D. Bertoni 6, De Vecchi 6, Penzo 5,5, (72' Caffa» citi s.v.), Maradona 6, Celestini 6,5. AVELLINO: (all. Angelillo): Paradisi 7; A. Ferroni 7, Vullo 6,5, (51' Garuti 6,5) ; De Napoli 6,5, Amodio 6, Zandonai 6,5; Barbadillo 6,5, Tagliaferri 6, Diaz 6,5, Colomba 6, (66' Casale s.v.), Colombo 5,5. Arbitro: Magni. di GIULIO ACCATINO NAPOLI — Non hanno vinto neppure contro l'Avellino. Opposti a una squadra organiazata. eli azzurri di Marchesi hanno attaccato, hanno .corcato» Maradona. hanno lottato, ma non sono andati oltre un misero 0-0, che ha creato e crea fra i tifosi molto malumore. Il Napoli miliardario di Maradona, di Bertoni, di Bagni e di Bruscolotti è stalo bloccato dal .modesto» Avellino. Ma è bene intenderci subito sul vero significato di questa parola. L'Avellino si è confermato una provinciale che non regala niente nel gioco di difesa, ma che è anche capace di tradurre in manovre d' attacco pericolosi contropiede. Angelillo deve avere insegnato bene la lezione ai suoi uomini: massima concentrazione, marcature strette, pressing a tutto campo, rapidità negli assalti d'attacco. E gli avellinesi hanno obbedito al loro trainer. concedendo nulla allo spettacolo e sacrificandosi in una tattica utilitaristica ma efficace. Lo 0-0 non e stato un premio, hia un risultato meritatissiino. Il Napoli avrebbe voluto chiudere la partila in anticipo, e allo scopo ha attaccato subito. Tutti cercavano Maradona. l'argentino che avrebbe avuto la possibilità di sbloccare il risultato. Maradona era strettamente controllato. Toccava ancora una volta al giovane Di Napoli seguire il più forte centrocampista avversario, étf 11 giovane avellinese, vent'anni, ha fatto quanto poteva. Di Napoli è uno scattista rapidissimo, e sovente ha anticipato l'argentino che è stato abilissimo nel costringere l'avversario a qualche fallo. Il duello era quasi alla pari, quando verso il 20' l'allenatore Angelillo decideva di liberare il suo gioiello da un compito troppo gravoso. L'inesperienza del ragazzo doveva aver consigliato Angelillo a mutare assetto: su Marado¬ na andava Ferroni, ma la situazione tattica non cambiava. Di Napoli comunque aveva la possibilità dì manovrare meglio, opposto al meno pericoloso Celestini. La partita continuava sullo stesso ritmo: Maradona cercava il gol, l'avversario non gli concedeva spazio. Era comunque un gioco monocorde per nulla interessante. Naturalmente i napoletani attaccavano com'era loro dovere giocando in casa. Si difendevano i verdi con ordine, lasciando nulla di intentato nel contropiede. • Malcontento nel Napoli, l'argentino lancia accuse azzurri riuscivano a giungere in zona tiro, basta a risolvere i problemi di Marchesi Celestini è un difensore. Impiegato come uomo di appoggio, gioca di rimessa e non serve. Rimaneva Maradona, controllato sempre da vicino. L'argentino non ha potuto dimostrare agli spettatori i suoi numeri migliori; è stato più volte soggiogato dall'agonismo e ha sbagliato molto. Comunque, non ci venga a dire che non è stato alutato. Casomai doveva esser lui a servire i compagni. Se è un campione lo doveva fare. Invece no. Batti e ribatti il Napoli non passava. Anzi, correva rischi in contropiede. Barbadillo e Diaz fuggivano con rapidità eccezionale. Serviti da Colomba, finché è rimasto in campo, i due sudamericani hanno portato lo scompiglio nelle file della retroguardia napoletana. Sbagliando le conclusioni però, come al 69' e all'80', quando Barbadillo graziava Castellini, calciando fuori due occasioni d'oro. Il Napoli può accusare solo se stesso per questo 0-0. Deve lavorare di più, ordinare la manovra sulla logica tattica. Giocare tanto non serve, bisogna giocare ragionando. Come hanno fatto gli avellinesi. Erano arrivati a Napoli quasi senza tifosi. Sugli spalti era tutto un trionfo azzurro. La festa preparata con tanta generosità non è stata vissuta. Il discorso .è quello solito: per fare una grande squadra non basta acquistare due grossi giocatori. Occorrono umiltà, spirito di sacrificio, determinazione. L'Avellino continua sereno per la sua strada. Non riceverà mal grandi elogi, ma va ammirato. Non ha grandissimi nomi, si accontenta di Diaz e di Barbadillo, di Di Napoli e del portiere Paradisi. Ma non dimentica nemmeno Il suo ruolo e alla fine suscita simpatia. Euforia senza eccessi tra gli irpini Gara equilibrata, l'Atalanta tiene bene il campo

Luoghi citati: Avellino, Napoli