Macerata all'origine dell'imbroglio c'era lo sfondamento del fido bancario

La nebbia già padrona delle strade del Nord La nebbia già padrona delle strade del Nord Macerata, all'origine dell'imbroglio c'era lo sfondamento del fido bancario Inevitabilmente sono giunte le prime nebbie in Lombardia e Piemonte. Per lo più in fitti banchi, in zone clic ne sono afflitte d'inverno quasi quotidianamente, come il Vercellese e la Val Padana o nelle vicinanze dei laghi, ma nella mattinata di ieri anche alcune autostrade e città hanno visto il traffico posto in seria difficoltà. A Milano, ad esempio, alle dieci del mattino la visibilità nella zona di San Siro era talmente compromessa da far pensare a un possibile rinvio della partita Inter-Juventus, mentre al casello d'ingresso dell'autostrada per Genova non si vedeva nulla oltre i 15-20 metri. Chiuso anche per alcune ore l'aeroporto di Llnate, mentre alla Malpensa si sono sfiorati i limiti di sicurezza. Migliore la situazione sulla Milano-Torino e sull'Autostrada del Sole, dove la visibilità non è mai scesa sotto i cinquanta metri, mentre sulla Torino-Savona si è assistito a un curioso fenomeno di va-e-vieni dei banchi nebbiosi, soprattutto nel tratto fra il capoluogo piemontese e Carmagnola, dove comunque ieri sera la situazione appariva normalizzata, grazie al vento, mentre difficoltà venivano ancora segnalate più a Sud, fra Marene e Ceva. Solo foschia, invece, sulla Torino-Piacenza. Difficoltà e pericolo per la circolazione, sempre nel corso della mattinata, nel Vertano, non solo sulle strade ma anche sul Lago Maggiore, dove i traghetti hanno dovuto ricorrere al radar e ai segnali acustici, e nella bassa Valle di Susa, particolarmente nei dintorni dei Laghi di Avlgliana. La situazione è comunque nettamente migliorata quasi ovunque nel pomeriggio e nella serata, cosi che il rientro nelle città dal week-end (e del tifosi milanisti e juventini nelle rispettive città) si è svolto senza l'ostacolo della nebbia. L'indagine si è sposad ottenere tanto cr MACERATA — Niente settimana corta, niente domenica, tramezzini e caffè per gli ispettori della sede centrale della Cassa di Risparmio di Macerata. Da venerdì, insieme con gli agenti della squadra mobile che portano loro grossi pacchi di documenti posti sotto sequestro, gli ispettori stanno passando al setaccio febbrilmente la contabilità di due filiali della stessa Cassa i cui direttori sono finiti in carcere, dopo che era emerso un buco di diversi miliardi coperto con cambiali e ricevute di credito fasulle. Il buco inizialmente era di tre miliardi, ieri è passato a sette, oggi è arrivato ad otto accertati, ma mostra di allargarsi ancora. Di voci ne corrono molte. Nessuno però può dire dove si arresterà la voragine. L'Indagine infatti, prima limitata alla agenzia numero due di via Cairoli a Macerata e alla filiale di Passo di Treia, stata ad altre filiali - Ciredito da un direttore si è spostata su altre due succursali: una è quella di Villastrada presso Cingoli, l'altra è una filiale fuori provincia (non è stata rivelata). Sotto il profilo dell'azione penale la situazione ieri era la seguente: cinque gli arrestati sotto l'accusa di peculato continuato e aggravato. Oltre al direttore dell'agenzia numero due di via Cairoli, Giacomo Lauro, 46 anni, al cassiere Mario Brizi, 39 anni, e alla comproprietaria della «Grafica Pieroni.., Velia Andreanl vedova Ciocca, accusata anche di falsificazione in titoli di credito, sono finiti in carcere il direttore della filiale di Passo di Treia Roberto Pensili!, 45 anni, e l'industriale Domenico Adriano Bettuccl proprietario della «Adrian Bag's», una fabbrica di borse di San Severino Marche che aveva ottenuto crediti per tre miliardi poi coperti con il raggiro. Il direttore Pensini era in stato di fer¬ nque arrestati - Come fece un industriale di banca? - Il giallo delle false cambiali mo da diversi giorni. Il Bettucci invece si è costituito stanotte accompagnato dagli avvocati Luciani e Valori. Finora non sono state prese misure nei confronti di altri imprenditori coinvolti (sarebbero una ventina, ma manca una conferma). Il meccanismo dell'imbroglio era piuttosto semplice e destinato quindi a non fare molta strada per cui mancando finora la prova che i funzionari infedeli riscuotessero tangenti per i Joro favori si pensa che tutto sia stato originato da un sostanzioso ammanco iniziale cui 11 direttore dell'agenzia numero due Lauro avrebbe tentato di rimediare con ogni mezzo per non perdere il posto. Perse invece la testa e avrebbe chiesto aiuto al suo collega Pensini che era stato alle sue dipendenze in precedenza. In un palo d'anni il giro insomma si sarebbe allargato e il vortice dei titoli di credito fa¬ sulli avrebbe travolto i protagonisti delle irregolarità. Una domanda sorge però spontanea: come fece l'industriale Bettucci — il più esposto — ad ottenere tanto credito dal direttore di banca da arrivare a uno scoperto di tre miliardi, visto che le sue istanze per ottenere crediti anche modesti dalla sede centrale erano state respinte? Si è accertato che all'origine dell'ammanco c'era lo sfondamento del fido bancario che veniva recuperato con titoli di credito verso terzi quali cambiali e ricevute bancarie stampate dalla «Grafica Pieroni» e contraffatte persino nei timbri e nei numeri magnetici. I «sottoscrittori» delle false cambiali erano quindi ignari di tutto, non sapevano neppure di fare da paravento all'operazione, né temporaneamente l'imbroglio poteva venire alla luce. e. g.

Persone citate: Bettucci, Domenico Adriano Bettuccl, Giacomo Lauro, Luciani, Mario Brizi, Pieroni, Roberto Pensili, Valori