Il Gotha del teatro inglese nella satira nera del denaro

Il Gotha del teatro inglese nella satira nera del denaro In scena a Londra «Così va il mondo» di Congreve Il Gotha del teatro inglese nella satira nera del denaro LONDRA — Una pioggia di star si è riversata sul teatro Haymarket, uno del più antichi e dei più belli di Londra, con la conseguenza che trovare un biglietto è quasi impossibile. Perché Joan Plowright (Lady Olivier) nella parte della protagonista. Lady Wishfort, è la diva di tanti successi teatrali, televisivi, cinematografici. E Maggie SmithMrs. Millamant non ha avuto che premi per le sue indimenticabili interpretazioni, da Desdemona a Virginia Woolf, sia a Londra che a Broadway. Michael Jayston, passato dalla compagnia del Teatro Nazionale a quella shakespeariana, è uno degli attori che il cinema inglese ha ben sfruttato: alla televisione ha interpretato tanto Charles Dickens che Beethoven. E non finisce qui. John Moffatt è un famoso caratterista Ce anche un ottimo regista) e James Grout è un altro attore classico molto noto. Nessuna delle altre parti è affidata a sconosciuti. E anche ti regista ha un nome ben noto, quello di Willia?n Gaskilt. Tutta questa abbondanza è compressa in Cosi va il mondo, il -classico* di William Congreve, drammaturgo della Restaurazione (questo testo fu scritto nel 1700), amico di Siolft che gli fu compagno di scuola, elogiato da Dryden e dal severo dottor Johnson. Chi è stato nell'abbazia di Wcstminster ìia certamente notato l'onore die il commediografo ebbe dalla sua patria, con un monumento e una tomba in quel¬ la sede, cattedrale non tanto dedicata al divino guanto all'umanesimo e alla conquista dell'intelletto e della forza britannica. Congreve fu anche l'amante della duchessa di Marlborough. dalla quale ebbe una figlia e, quando incontrò Voltaire, si guardò bene dal dire di essere un cor/miediografo: si presentò bensì C07/ie un gentiluomo. Cosa che uno scrittore non avrebbe mai potuto essere. Nonostante tutti questi 07iori, la sua ultima com7iiedia Cosi va il,mondo non ebbe successo. E' la più cinica e spiritosa, la più brillante, il suo capolavoro. L' azione è la riccliezza, il ca¬ pitale, che tanto preoccupava la letteratura inglese — e non solo inglese — del Seicento e del Settecento (V Ottocento è troppo ipocrita per dirlo spudoratamente, ma non pensava ad altro). Alla conquista dell'eredità di una ricca vedova (Joan Plowright) va una folla di personaggi, tutti in qualche modo imparentati tra loro, parentele difflcillssime da seguire (come accade in Molière e anche in Goldoni). Ma i legami più pericolosi non sono tanto queste parentele, quanto i segreti lacci che intesse V ■intera società. Congreve prende in giro la frivolezza, le moine e le belle maniere, per cui c'è persino chi finge di non riconoscere il proprio fratello perché di campagna — i modi di Sir Wllfull sono «rustici, più rudi che gotici», com7nenta la deliziosa Mrs. Millamant. La quale, con la bocca di Maggie Smith, declama tutto il suo odio per la ca7iipagna. Queste perle in bocca alla famosa attrice non perdono una sola sfumatura: il brillante e famoso dialogo tra lei e il promesso sposo Mirabell, causa di molti traumi in quanto amante di tante dame, viene snocciolato con incantevole eleganza. Perché poi tutto /'insieme di questo allestimento non funzioni, abbia delle lentezze, dev'essere attribuito ad una regia incostante o forse intimidita dal dare direzioni a delle grandi dive. E certamente gran detrattori di questo spettacolo sono gli scenari di Hayden Griffin, una boiserie di legno, mezzo barocca e mezzo st>edese Anni Sessanta, sulla quale si apre una veduta in bianco e nero del parco, alla Claude Monel. Se la scena pecca in ignoranza e cecità, i costumi sono veramente un disastro: barocchi ma con riporti moderni, tipo vestiti da bambini, molti rosa, bruttinl da vedersi e poco significativi. Inoltre quasi tutti gli attori hanno una ventina d' anni più del dovuto: il copione dice ben altro e non et sono belletti e ricette che possano coprire gli anni che, se troppo celati, feriscono per diventare una caricatura alla Congreve. Gaia Servadio Maggie Smith in una scena di «Cosi va il mondo»

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