Fantacronache di Stefano Reggiani di Stefano Reggiani
Fantacronache di Stefano Reggiani Fantacronache di Stefano Reggiani Venerdì 23, il decreto Berlusconi. — (Scommetto — pensò Gava facendosi la barba — che qualche agguato comunista alla Camera boccerà il famoso decreto Berlusconi e ci costringerà a presentarne in fretta un altro, per evitare il buio delle tv private in me::a Italia». La sua faccia allo specchio gli fece intendere che aveva capito giusto. «Ma è possibile — rifletté il ministro delle Poste — che i tempi legislativi non siano più quelli di una volta? Tutto va troppo in fretta. Sulle tv private avevamo discusso tanti anni, qualcuno di più non guastava. Intanto anche Berlusconi sarebbe entrato in crisi definitiva chiedendoci di dettare le condizioni. Ora c'è il rischio che pretenda qualche privilegio pe;' iscritto». Gava guardò la sua faccia nello specchio e la trovò abbastanza perplessa. Si sfogò: «E' tutta colpa dell'interconnessione. Come si fa a stabilire per legge che i privati possono trasmettere contemporaneamente su tutto il territorio nazionale? Continuino a farlo di nascosto. Noi non abbiamo bisogno di informazioni e di spettacoli connessi; in questo momento sarebbero utili telegiornali sconnessi, la notizia delle nove in Lombardia non sia quella delle nove e un quarto In Sardegna e delle dieci in Puglia. Ci si regoli secondo le attese del pubblico e gli accordi coi partiti di go\emo:.notiziepessimistiche in Emilia, ottimistiche in Sicilia». Sabato 24, lo specchio. — Davanti allo specchio del bagno Gava ripensò alle intuizioni del giorno prima c vide la sua faccia soddisfatta: «Bisogna decretare anche la sconnessione della Rai, allo stato in cui siamo ci vuole poco. La Bai deve trasformarsi in una grande federazione di tv locali senza alcuna connessione, le taglieremo anche il telefono interurbano». Domenica 25, la lozione. — Dopo essersi fatta la barba, Gava si passò qualche goccia di lozione sul viso e si schiaffeggiò delicatamente le guance. Pensò che da tre giorni si preoccupava delle tv, per anni non gli era mai capitato. Si guardò ridendo: «Specchio delle mie brame chi comanderà nel lelreame?». E lo specchio rispose: «Non il ministro delle Poste, ma chi lavora senza soste». Lunedi 26, pubblicità televisiva. — Mentre si discute sulla tv anche l'Enel spende milioni per spot pubblicitari, annuncia che in futuro bisognerà produrre molla energia. Grazie, ma che pubblicità è? In concorrenza con chi, visto che l'Enel ha il monopolio statale dell'energia elettrica? Solo per farsi benvolere dagli utenti, per buttare li un piccolo slogan autogiustificativo come «il significato di una presenza')? A questo punto anche il ministro delle Poste potrebbe comperare spazi per illustrare i suoi progetti al pubblico televisivo: «Cava, il significato di una assenza'. Martedì 27, Natalina cerca casa. — Difficile trovar casa, soprattutto a Roma. Tra gli annunci economici del quotidiano Paese Sem una signora lancia un appello: «Sfrattata cena minicasa, piano terra, soleggiata con piccolo terreno o giardino, anche rustico dei affittare o acquistare in zona Appio». Poiché la richiesta sembra eccessiva o ingenua la signora mette il suo nome: Natalina di Lavazza. E' il nome d'arte, è l'anziana e intrepida attrice Nerina Montagnani che negli spot pubblicitari prepara il caffè a Manfredi. Magari si attende che qualche bevitore di caffè o qualche industriale o qualche attore comico l'aiuti nella ricerca: «Il caffé è un piacere, ma se non ha casa che piace re è?». Mercoledì 28, il re e i franchi tiratori. — Al re che pedalava sulla cyclette nel suo soggiorno di Vanchiglictta il conte di Genova ha chiesto con impazienza: ' Maestà, cosa pensa di questi imperversanti franchi tiratori alla Camera? E' una degenerazione della democrazia". Il re, senza smettere di pedalare: «Ilo visto i cecchini solo in guerra. Bisognerebbe che la maggioranza smettesse di sentirsi al fronte, governare in trincea è eroico, ma comporta dei rischi». Giovedì 29, usate Mitterrand. — Ha fatto alcune cattive figure internazionali, non sa affrontare i problemi della situazione interna, tradisce le sue origini, ma almeno c'è qualcuno da criticare. Nei momenti di bassa congiuntura la sinistra ha bisogno di personaggi esemplari che si prendano le colpe di tutti c consolino delle speranze non realizzate. Grazie, Mitterrand. Vogliamo le reti sconnesse
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