Chiesti 25 anni per la strage

Chiesti 25 anni La requisitoria del pm al processo per lo scoppio di via Tonello Chiesti 25 anni Secondo l'accusa, i tre imputati vanno ritenuti corresponsabili della tragedia che costò la vita a sette persone «Non essendo incapaci di intendere, tutti ebbero la percezione del pericolo a cui esponevano gli inquilini» Un quarto di secolo di carcere: questa la pena proposta dal pubblico ministero Rizzo al processo per la tragica esplosione del dicembre '82 in via Tonello, nella quale persero la vita sette persone: la famiglia Salvatore, padre, madre e il figlio di 11 anni: una bimba di 17 mesi e la zia; un'anziana vedova ed una pensionata. Tre gli imputati: Roberto Anione, che era in libertà provvisoria con l'obbligo di risiedere a Caltanissetta, sua città d'origine, è latitante; detenuti, invece, il fratello Aldo, ed Eliseo De Cubellis, titolare del minimarket saltato in aria assieme allo stabile. Pino D'Anturi, socio di De Cubellis, si è tolto la vita in carcere. Per il rappresentante dell' accusa, lutti gli imputati devono rispondere in concorso della tragedia provocata: -Non essendo incapaci di intendere e di volere, tutti hanno avuto la comune percezione del pericolo a cui esponevano gli abitanti dell'edificio sopra il minimarket che volevano dare alle fiamme per incassare il premio d'assicurazione di 95 milioni-. Secondo l'accusa, ideato il piano. De Cubellis e il socio Pino D'Amuri presero contallo con Roberto Anione, appena uscito di galera (dove era stato in cella con Cosimo D'Amuri. (rateilo di Pino). Per il patrono di parte civile della famiglia Salvatore, avv. Faletti. entrambi i fratelli Anione si recarono in via Tonello per dar fuoco alla miccia: Aldo Anione, che fu travolto dall'esplosione, ha negato lino al giorno del processo di essere in qualche modo coinvolto nella vicenda; ma all'apertura del dibattimento ha confessato, scaricando ogni colpa sul morto. Pino D'Amuri. Il pm Rizzo non ha le prove per dimostrare clic anche Roberto era presente al momento dell'attentato: -aia certamente era al corrente del piano-. Nessun dubbio sui ruoli e sulle responsabilità degli altri due Imputati. La sera prima dell'attentato. Pino D' Annui simulò un'effrazione alla porta del retro del minimarket pei' far passare la miccia, e bloccò la serratura. Il giorno dopo De Cubellis ordinò 48 flaconi di alcol. Pino D'Amuri se ne andò con la commessa e cenò dalla madre. Alle 20.30 tornò in via Tonello a prendere De Cubellis, che intanto aveva sparso l'alcol nel negozio, e lo accompagnò alla stazione: De Cubellis parti alle 21.50 per Mondragone (il viaggio gli serviva per l'alibi). Intanto 1 fratelli Anione (o almeno, certamente. Aldo Anione) arrivavano in via Tonello, e alle 23 accendevano la miccia. 1 liseo Ile Cubellis e Aldo Anione nella gabbia degli imputai

Luoghi citati: Caltanissetta, Mondragone