«Ho dato un miliardo in tangenti»

«Ho dato un miliardo in tangenti» Gli appalti d'oro, quarta udienza: Zampini racconta come ha versato i soldi e a chi «Ho dato un miliardo in tangenti» Argomento principale: il palazzo di via Tommaso Grossi 15 che il faccendiere acquistò, dal Consorzio agrario per rivenderlo al Comune Zampini: «Per questa operazione diedi a Zattoni 700 milioni; per altri lavori, 365 milioni» - E ha aggiunto: «Lui mi disse di averli distribuiti tra 6 o 7 persone» - 1 venti milioni ad Artusi (de) e i 10 a Revelli (pei): tutti negano - E poi ha chiamato in causa■Mandelli e Benvenuto Adriano Zampini continua ad attaccare: sorridente e sicuro rovescia accuse contro 1 suoi ex amici, ora alla sbarra Non risparmia nessuno e pare non tema di essere contraddetto. Le sue bordate Investono anche personaggi al di fuori del processo: ieri, senza batter ciglio, ha fatto 1 nomi del segretario UH Giorgio Benvenuto e dell'ex vicepresidente della Conflndustria, Walter Mandelli. Sempre elegante, lo sguardo accattivante, il faccendiere si muove con disinvoltura negli «affari» aggrovigliati di questo scandalo, approdato alla quarta udienza davanti alla seconda sezione del tri bunale (pres. Capifossi, pm Vltari, cane. Zappia). Ieri l'ex ufficiale degli alpi ni ha spiegato la storia dello stabile di via Tommaso Oros si: vendendolo, parte alla Re gione, parte al Comune, Zampini contava di guadagnare alcuni miliardi che avrebbe poi diviso con 1 complici. In breve, questo il racconto del faccendiere: -Seppi che il Consorzio agrario provinciale aveva deciso di vendere io stabile per trasferirsi in una nuova sede a Moncalieri e in travidi la possibità di fare un buon affare. Prima di coni prore chiesi ed ottenni garanzie dai miei amici politici: Eneo Biffi Gentili, Scicolone e Gatti mi assicurarono che avrebbero appoggiato la delibera d'acquisto per via Tommaso Grossi 15, destinato a sede di associazioni. L'assessore Testa, invece, mi garantì che la Regione avrebbe preso l'altra parte dell'edificio, al numero 17, per farne un centro stampa: pretese 450 milioni. Mi disse che 100 erano per il capocorrente psi Francesco Coda-Zabet e 50 per Ezio Enrietti». Come è avvenuto l'acquisto di via Grossi? Il faccendiere spiega: .Trattai con il direttore del Cap, Germano, al quale diedi 55 milioni in due rate. Liberto ZàttontrtHrellòre della Mutua Colditje(t\, ini. fece da intermediario: "gii consegnai per quest'affare 700 milioni. Altri 365 glieli diedi perché mi agevolasse appalti nella cintura. Zattoni mi spiegò che il denaro lo aveva distribuito all'onorevole Lo Bianco, al deputato Baleardi, a Ferruccio Borgogna, a Renner, Appendino e Gottero: tutti legati alla Coldiretti. I milioni erano in contanti pressati-. In contanti pressati? Cosa vuol dire? -E' una tecnica die usano alcune banche per ridurre il volume delle banconote-. Ma come spiegava quel grossi prelievi in banca? -ai direttore dell'agenzia 27 del San Paolo, ragionier Gay, dissi che mi servivano per corrompere-. Zampini versa come amici po al Consorzio 365 milioni: con quel denaro acquista la proprietà di via Grossi 17 (valutato un miliardo) e stipula un compromesso per' il n. 16 impegnandosi a versare entro la fine dell'84. 2 miliardi e 390 milioni. Pochi mesi dopo, nel dicembre '62, il Comune delibera di acquistarlo per 4 miliardi e 750 milioni. Se l'affare fosse andato in porto, Zampini avrebbe guadagnato due miliardi. Gli Immobili di via Grossi erano soggetti ad un vincolo per destinazione pubblica che 11 deprezzava sul merca* to. Zampini spiega: -E' vero, ma l'architetto Mesturino, presidente della Commissione parcelle dell'Ordine, che si vantava di poter disporre degli amministratori, promise che sarebbe riuscito ad eliminare quel l'incoio: per farlo chiese 350 milioni». Capirossi stupito domanda: «Ma dove ha preso tutti quel soldi?». * Avevo già incassato dalla Regione alcuni miliardi per il Centro Cartografico, quello che si trova al Bit-. Poco dopo le 11 tocca a Liberto Zattoni sedersi nell' emiciclo. L'ex direttore della mutua della Coldiretti chiarisce subito: -Non ho avuto tutti i soldi di cui parla Zampini. Per l'intermediazione di via Grossi ho preso 100 milioni da Zampini e 12 dal Cap. Ne spesi 40 per fare la tomba ai miei a Casale, 18 per mettere a posto la mia posizione assicurativa e il resto mi servì per vivere-. Il presidente incalza: «E' vero che ha dato 20 milioni ad Artusi per ammorbidire la sua posizione in Comune? «SI». Poi spiega: -Una sera che io e Artusi uscivamo dalla sede della de. Zampini si fece avanti e spiegò che era disposto a dare un contributo al partito. In cambio chiedeva di non essere escluso dalle gare d'appalto. Artusi rispose "Li dia a Zattoni". La prima volta portai 10 milioni nello studio di Artusi, la seconda all'hotel Ambasciatori dove c' era una riunione della corrente di Arnaud-, Ha consegnato altri soldi? « Verso la fine dell'SO Zampini mi spiegò che, tramite Rcvel11, voleva versare 10 milioni al partito comunista catalano o alla festa dell'Unità. Ne parlai con Revelli che replicò: " Ma è matto? però se me li dai tu e sei testimone che lo faccio per l'organizzazione, l'a bene"». Zampini torna alla sbarra e, tra l'altro, accenna a cene organizzate all'Anima (associazione meccanici e metalmeccanici) dove lui aveva fatto dei lavori. Capirossi gli domanda sorridendo: «Non mi dica che anche 11 ha versato tangenti?». Il faccendiere non perde l'occasione per una rivelazione clamorosa: -L'ex generale dei bersaglieri Giuseppe Moiso, responsabile amministrativo dell'Anima, mi chiese fatture per venti milioni per coprire un'uscita ili nero. Mi confidò poi che Walter Mandelli aveva consegnato quella cifra al segnatario della UH Benvenuto in una scatola di cioccolatini. (Questi episodi non erano mal stati rivelati .in istruttoria; n.d.r.), II generale mi chiese anche se -volevo della' moneta estera che arrivava dal dott. Gambaruto, direttore dell'Annua. Ione cambiai, per tre milioni-. , . L'udienza si chiude con r interrogatorio di Claudio Artusi. L'ex segretario cittadino de non nega di essersi Incontrato con il faccendiere. «Afo si parlò solo dell'opportunità che l'opposizione della de non fosse ostruzionistica: lui mi illustrò la sua attività. Mi disse che era convinto die la de nell'85 sarebbe tornata al vertice e voleva instaurare un contatto preferenziale-. Oli replica secco Zampini: •1 20 milioni erano un acconto su 50 che dovevo dargli. Lui mi disse che aveva bisogno di soldi, ma era un perio-\ do in cui tutti chiedevano, sembravo Babbo Natale-. Il faccendiere scende nel partl'colarl: -Prima nella de mi copriva Gatti. Quando arrivò Artusi dovetti spiegare a Gatti che bisognava dividere la quota. Lui chiese due giorni dt tempo poi mi confidò che aveva parlato col segretario de, che non c'era niente da fare, bisognava foraggiarlo». Oggi il processo continua con gli Interrogatori dei fratelli Biffi Gentili e Scicplone: si parlerà ancora di via Tommasso Grossi 15. • Nlho Pietropinto Adriano Zampini oggi passa la parola ai fratelli Biffi Gentili

Luoghi citati: Casale, Moncalieri, San Paolo