Dalla parte della vivisezione

Dalla parte della vivisezione Dalla parte della vivisezione L'ordine del giorno approvato recentemente su proposta dell'onorevole Fiandrotti prevede la sospensione della sperimentazione animale per un certo periodo di tempo. Il problema non può essere posto nei termini di «vivisezione sl-vivisezione no», ma piuttosto di «quale vivisezione». Un numero enorme di esperimenti di vivisezione avviene su animali anestetizzati, i quali vengono uccisi prima del risveglio. L'abolizione di questo tipo di sperimentazione animale può essere votata coerentemente soltanto da coloro che sono contrari ad uccidere un animale, anche se questo avviene senza sofferenza. Queste persone devono essere vegetariane, non vestire pellicce e calzare scarpe di tela. Per le altre persone, tra le quali il sottoscritto, resta da discutere il problema della sperimentazione nella quale all'animale si chiede un sacrificio e deciderne i limiti. Si deve discutere, ad esempio, se sia lecito far insorgere un tumore In un topo sano uccidendolo prima che si arrivi alla sofferenza oppure piuttosto lasciarlo morire di morte naturale, magari per un tumore o altra malattia insorti spontaneamente. Chi chiede l'abolizione di questo tipo di esperimento deve coerentemente non uccidere topi e ratti con i comuni veleni. Questi, infatti, per indurre l'animale a morire al di fuori delle mura domestiche operano sulla base di un meccanismo di morte per soffocamento. Deve essere contrario alla pesca dove l'animale appena uscito dall'acqua muore anche in questo caso per soffocamento. Rimane 11 problema se la sperimentazione animale sia utile o dannosa all'uomo. L' esempio del talidomlde dimostra che questo farmaco non era stato sperimentato a sufficienza. Se lo si fosse sperimentato per i suoi effetti teratogeni sulla scimmia avremmo evitato le tragedie che tutti conosciamo. Si ri¬ cordi che l'obbligo di sperimentare nuovi farmaci sugli animali prima di somministrarli all'uomo è per le industrie farmaceutiche un onere molto gravoso. Coloro che non credono al progresso della scienza medica ottenuto con la sperimentazione animale non dovrebbero usare la maggior parte dei comuni farmaci, non consultare un medico che ha avuto una formazione tradizionale, non essere operato con molte delle moderne tecniche chirurgiche. Discutiamo dunque serenamente e con razionalità del costi e dei benefici del progresso. Anche l'ambiente scientifico sente l'esigenza di una chiara regolamentazione della materia che escluda gli eccessi e gli abusi e favorisca la razionalizzazione del metodi impiegati. Ciò che fa paura sono le proposte e le decisioni nate da motivazioni puramente emotive. Piergiorgio Strato ordinarlo di Fisiologia umana all'Università di Torino

Persone citate: Fiandrotti, Piergiorgio Strato