Le lettere della domenica di Tito Sansa

Le lettere della domenica Le lettere della domenica Bobbio o Elia al Quirinale Siamo consci che spetta al Parlamento la scelta del presidente della Repubblica, in rispetto del dettato costituzionale, ciononostante pensiamo sia utile potere aprire un dibattito sul problema, visto che il presidente della Repubblica e Capo dello Stato e che il Parlamento è il rappresentante del popolo, unico titolare della sovranità. Pur ammirando e stimando l'on. Sandro Pertlni, coscienti dell'importante impulso dato ad una carica considerata da molti solo meramente rappresentativa, pensiamo sia giusto concedere un meritato riposo ad un uomo che ha fatto grandi cose per l'Italia, fin dal tempi della Resistenza. Con un certo smarrimento leggiamo dai giornali che i nomi più ricorrenti come possibili candidati sono quelli di politici che da anni sono sulla scena parlamentare, di cui, ormai, tutti conoscono pregi e purtroppo anche i difetti. Ci permettiamo di suggerire i nomi di due eminenti professori universitari, di provata fede democratica: Norberto Bobbio e l'attuale presidente della Corte costituzionale Leopoldo Elia. Franco Due, Elisa Fioravanti Parma Lo stipendio disOnorevole Nel giorni scorsi la radio e qualche giornale hanno dato la notizia che l'onorevole (chissà poi quanto) Toni Negri riceve lo stipendio nel suo esilio parigino come membro della Camera del Deputati italiana. Se penso che per qualsiasi occorrenza il governo provvede a far approvare leggi e leggine in modo che il solito povero Cristo paghi, e non pensa Invece a depennare dal suo libro-paga chi onorevolmente non si è comportato, mi fa dire: che vergogna! E' un insulto, per esempio, per tanti pensionati che all' inizio di quest'anno, andando a prendere la pensione, si sono visti decurtare la stessa di molto. Enrica Cortesi. Palermo Scuola «corta» o scuola «tripla» Clemente Mastella (capo ufficio stampa della de) ha provocato un vivace dibattito con la sua proposta di introdurre la «settimana corta» a scuola. E in effetti la sua proposta è stata interpretata da parecchi — specie nel Meridione e nelle isole — come provocatoria. Io non ho il piacere di conoscere l'on. Mastella, ma credo che abbia battuto di un paio di punti — all'esame di tecnica della pubblicità — la sua collega parlamentare che in piena crisi governativa si fece promotrlce di una proposta di legge per l'abolizione dell'appellativo di «signorina» e proponendo quello di signora» per tutte le donne nubili, maritate o divorziate. Sa l'on. Mastella che ancora oggi centinaia di migliaia di bambini delle elementari vengono privati di sessanta o novanta minuti di lezione al giorno perché nelle loro scuole si effettuano i doppi o i tripli turni? Altro che ora di 55 minuti! Adolfo Valguarnera Responsabile dell'Ufficio stampa dell'A.N.I.L.S.. Cagliari Uomini e cani basta la legge E' di scottante attualità, da qualche tempo, il problema dei cani randagi e di quelli inselvatichiti per i danni che provocano alle persone (in qualche caso, purtroppo, la morte) e al patrimonio zootecnico, in particolare a quello ovino. Lo dimostrano i recenti dibattiti svoltisi con l'intervento di esponenti del mondo scientifico, della pubblica amministrazione e della politica. Stupisce che si sia fino ad oggi ignorata la legislazione vigente in materia di profilassi del randagismo che, se applicata, contribuirebbe a contenere 11 fenomeno che è oggi purtroppo dilagante e grave. Nessuno ha detto alla televisione o scritto sui giornali che la semplice omissione della denuncia di un cane al competente ufficio veterinario dell'Usi comporta una contravvenzione minima di L. 133.333 e che la-stessa con. travvenzlone (che può arriva re anche a L. 400.000) è previ, sta nei confronti di chi faccia vagare nella pubblica via, o comunque in area aperta al pubblico, un cane che non sia tenuto al guinzaglio o che sia sprovvisto di museruòla, Alberto Silvestri Pro Natura. Forlì Mafia e blitz nel resto d'Italia Da oltre un ventennio, la cronaca nera italiana ha potuto registrare un rilevante numero di fatti criminosi tutti legati al fenomeno della mafia, fenomeno tanto ripugnante quanto assurdo. Tali fatti stanno a dimostrare come la mafia non sia più un fatto circoscritto alle sole quattro province della Sicilia occidentale. Ed è appunto perciò che 1' onesto cittadino sentendo quanto avviene in questi giorni presso le alte sfere della mafia in Sicilia si domanda: a quando gli stessi blitz nelle rimanenti regioni italiane? Luigi Manuma, Cagliari Lasciate stare Dalla Chiesa Il recente suicidio dell'on. Nicoletti che tante discussioni ha provocato, soprattutto in relazione al libro del dott. Nando Dalla Chiesa, mi suggerisce alcune considerazioni. In primo luogo affermo che Nando Dalla Chiesa aveva tutto il diritto di scrivere quello che riteneva giusto per far luce sulla morte del padre. Non ho letto 11 suo libro e quindi non posso esprimere giudizi, tuttavia sono certa che abbia fatto delle indagini prima di fare certi nomi; non so se abbia fatto delle interviste agli interessati, se non lo avesse fatto questo sarebbe un punto a suo sfavore, perché prima di lanciare accuse sarebbe meglio avere delle spiegazioni. In secondo luogo ho la ferma convinzione che una persona, in condizioni normali, quando legge il proprio nome fra una lista di accusati o di sospetti ha una reazione di ribellione. Questa persona ben lungi dal progettare un suicidio, procede invece con una serie di azioni intese a dimostrare la propria innocenza, la propria estraneità. Quello che invece ritengo un motivo più valido per la disperazione, per lo stato di prostrazione in cui era caduto l'on. Nicoletti è il siluramento effettuato dai suol stessi compagni di partito, quando gli bloccarono la nomina a presidente della Regione siciliana. Angela Bianchi Monferrini Novara Evasione ma non troppa In una corrispondenza da Roma di Alberto Rapisarda, riferendo sulla vicenda Andreottl-Giudice si afferma che nello scandalo dei petroli vi fu «una truffa ai danni dello Stato di circa 2000 miliardi» (La Stampa. 22 novembre 1984). La frode fiscale, di qualsiasi entità, è un fenomeno Intollerabile, da stroncarsi con la massima energia. Ma è anche vero che occorre che la notizia descriva il fatto nelle sue reali dimensioni. A ristabilire una dimensione verosimile del fenomeno,, al di là di inattendibili e fantasiose valutazioni prive di riferimento, ricordo: il rapporto della Commissione di inchiesta sulle frodi in materia di prodotti petroliferi, istituita dal ministro delle Finanze Reviglio e reso noto dal ministro delle Finanze Formica nel 1982, afferma che «l'incidenza delle evasioni è piuttosto contenuta rispetto al gettito consentilo, non dovendo superare la percentuale del 3 per cento». Ciò vuol dire che per i coni- plessivi cinque anni (1972-76) dello scandalo petrolifero 1', evasione totale non è stata superiore a 240 miliardi di lire (cfr. Senato della Repubblica, 21 settembre 1982). Achille Atbonetti, presidente dell'Unione Petrolifera. Roma Alcol e fumo da denunciare In Italia non esiste, nella gente, una reale coscienza sanitaria, e ciò grazie alla cronica carenza di una seria informazione. E' una grave responsabilità morale, a parer mio, per i mass-media (e, pur dispiacendomene, includo anche il suo giornale), che sprecano fiumi di parole ad esemplo per le vicende di Maradona, ma celano all'opinione pubblica che l'alcol sta uccidendo molto più dell'eroina. Pur parlando tanto di droga (ma comunque disorganicamente) si trascurano due aspetti importantissimi della tossicodipendenza: l'alcol e il fumo. E pensare che in Italia ogni anno oltre 15.000 persone muoiono di cirrosi epatica da alcol, il 40-507c degli incidenti stradali sono attribuibili all'effetto dell'alcol, da 60 a 60 mila sono i decessi annui causati dal vizio del fumo. Ritenete che siano in molti, tra la gente, a conoscere i suddetti dati allarmanti? Io, confesso candidamente, no. Claudio F. it. Giordanengo, Torino L'ex ministro della Somalia Ho letto con molta attenzione i due servizi di Tito Sansa dalla Somalia, e con particolare soddisfazione quello del 13 novembre a pagina 5. Desidero ringraziare Sansa per l'annotazione relativa al dottor Mohamed Aden, tuttora in carcere senza processo, in violazione dell'immunità parlamentare voluta anche dalla stessa Costituzione somala. Aden è stato arrestato il 15 giugno 1982 e, da allora, di lui non si è saputo più nulla: 1 mass media ignorano questo scandalo, e nessuno ne ha più parlato dal marzo 1983 quando è uscito 11 «dossier Somalia» da me curato, che ne riferisce ampiamente. Il dramma del dottor Mohamed Aden è un simbolo della tragedia della Somalia. Laura Arconti. Roma Grande valzer di incriminazioni Non credo che Piccoli — il presidente della democrazia cristiana — dimessosi in questi giorni per la sua chiamata in causa dal potere giudiziario, sia colpevole. Una cosa comunque sembra in quest'epoca emergere; di notevole preoccupazione e gravità, l'alta o meglio l'altissima percentuale di uomini pubblici — in un modo o nell' altro chiamati in causa — e che comunque, contribuiscono a gettare lo sconcerto tra la gente che non sa più a chi credere: se ai colpevolista ossia coloro che vedono ladri e corrotti ovunque, o agli innocentisti. Luigino Ferrari, Verona I preziosi Galle In qualità di studioso d'Art Nouveau con speciali interessi ai vetri del periodo, mi riallaccio all'articolo di Mario Spagnol apparso in terza pagina giovedì 15 novembre su «La Stampa», riguardante le aste miliardarie tenute da Chrlstle's e 8otheby's a Ginevra. Va puntualizzato che la spettacolare aggiudicazione del vetro di Emlle Galle, composto da tre funghi formanti una lampada, avvenuta domenica scorsa per la bella cifra di oltre 800 milioni — realizzando il record mondiale per un Galle — riguardava non un Galle «artigianale», come afferma Mario Spagnol, ma si tratta di un pezzo detto «artìstico» o di «malirise» (termine che si dà solo ai pezzi eseguiti dal maestro). Questa lampada, notissima nel mondo, dal titolo «Les coprlns». fu eseguita da Emile Galle nel 1904 (pochi mesi prima della sua scomparsa) in vetro soffiato da due a cinque strati con inclusioni di lamine metalliche ed effetti di superficie iridescente, su base in ferro battuto. Per la realizzazione di questa lampada, come d'altronde per altre sue note opere, com'era sua abitudine, il maestro, dopo aver preparato il disegno, mise in lavorazione cinque esemplari, portandone a termine fortunatamente due (tre si ruppero nei vari processi esecutivi e creativi): uno — appunto questo in questione —, l'altro — però abbastanza danneggiato — ora esposto al Museo de 1' Ecole de Nancy. Franco Borga, Torino