Gli italiani scoprono in Nuova Guinea pigmei che vivono l'età della pietra di Giuliano Dolfini

Gli italiani scoprono in Nuova Guinea pigmei che vivono l'età della pietra Spedizione del Centro Ligabue guidata da un esploratore torinese Gli italiani scoprono in Nuova Guinea pigmei che vivono l'età della pietra TORINO — Una spedizione scientifica italiana guidata dal torinese Beppe Tenti e dal veneziano Giancarlo Ligabue ha scoperto un gruppo etnico di pigmei della Nuova Guinea che vivono come all' età della pietra. Con i due Italiani c'erano il direttore del Museo di storia naturale di Parigi Jean-Jacques Potter; Nila Tommaseo, antropologa dell'Università di Padova ed un operatore cinematografico. La tribù è stata raggiunta sugli altipiani del West Irian. a 600 chilometri dalla costa e ad una altitudine di 2500 metri, tra i confini della Guinea Indonesiana e la Guinea Australiana. La spedizione è durata 35 giorni ed è stata promossa dal -Centro studi ricerche Ligabue- di Venezia. -Eravamo nella zona del Mendala Peak, 500 chilometri a sud della capitale Diayapu- ra, per studiare la vita di alcuni gruppi etnici — precisa Giancarlo Ligabue —: nei villaggi sul mare di Arafura abbiamo visto asce in pietra usate dalle tribù locali, che però provenivano da altre zone. Così abbiamo risalito le colline, poi le montagne, fino a quando non siamo riusciti ad individuare uno dì questi lillaggi, dove vivono i discendenti diretti dei nostri antenati del paleolitico-. Ecco il racconto di Tenti, al ventiduesimo trekking in Guinea, dopo 8 anni di attesa per ottenere il permesso per raggiungere questa zona inesplorata. «Sulla costa t'irono le popolazioni Asmat. mentre nella pianura interna (una palude di 400 km ) ci sono i Citak e i Mitak — spiega Beppe Tenti — : questi usano arnesi di pietra, che barattano con comunità delle montagne. Dopo 72 ore di cammino dalle ultime missioni americane Lorna e Landa (raggiunte in elicottero), la spedizione italo-francese nel pieno della Inestricabile foresta ha ritrovato una cava, indispensabile per realizzare gli attrezzi usati dagli indigeni di pianura. Poi. per la prima volta al mondo, l'incontro tra gli uomini dell'era atomica e i progenitori dell'età della pietra. -E' nella zona Ja Medala che abbiamo scoperto il villaggio — racconta Tenti —; erano 60-70 persone, di cui 15 donne. Vivono in capanne, praticano la caccia e la pesca, coltivano una S]>ecie di tubero. La mortalità infantile è dell'SO-90 per cento, imperversa la malaria. La popolazione pigmoide non supera il metro e 30 centimetri-. Quindi la conoscenza con le -tecnologie- dei primitivi. -Spaccano le pietre scaglian¬ dole su dei massi — dice Tenti —, ;joì le schegge di selce vengono modellate con altre pietre. Diventuno asce e zappe, che levigano su sussi duri. Questi manufatti servono anche per i baratti con le altre tribù delle paludi. Il loro dialetto e incomprensibile-. Uno dei pasti preferiti dai pigmei è il -sago.. tratto da una specie di albero del pane locale. ■■ Timori? Nem'mefw per sogno —•c^nclaae'B^ppé Tenti — erano incuriositi dalla nostra presenza e assolutamente pacifici. Ci mostravano orgogliosi i loro bambint-. La spedizione ha anche raccolto notizie sulla morte del figlio di Nelson Rockfeller. allora vicepresidente degli Stati Uniti, scomparso nella zona nel '61. Secondo Ligabue il giovane dopo un naufragio sarebbe stato assalito dai coccodrilli o ingoiato dalle sabbie mobili. Giuliano Dolfini

Luoghi citati: Guinea, Medala, Nuova Guinea, Padova, Stati Uniti, Torino, Venezia