A Londra vanno all'asta i cimeli di Hitler di Paolo Patruno
A Londra vanno all'asta i cimeli di Hitler A Londra vanno all'asta i cimeli di Hitler Acquerelli, stendardi e citazioni del Fiihrer tra i pezzi all'incanto - In vendita anche porcellane di Goering DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — Un'asta di oggetti appartenuti a Hitler e a Goering (acquerelli giovanili attribuiti al futuro FUhrer, medaglie, manifesti, emblemi del Terzo Reich) si svolgerà il 28 novembre alla galleria «Phillips- di Londra. I curatori della vendita, preceduta da 3 giorni di esposizione dei 366 pezzi messi all'incanto, hanno precisato che non si tratta di un 'occasione per nostalgici alla caccia di soui>enirs, ma per storici e specialisti. Sarà difficile, comunque, tener distinti questi due filoni di interesse, che si intrecceranno inevitabilmente nell'asta della collezione più ricca e storicamente più importante di oggetti del Terzo Reich. Gli esperti indicano come lotto di maggior valore, ire citazioni al valor militare concesse, e autografate da Hitler, all'eroe della Luftwaffe Helmut Lent, che dovrebbero raggiungere i 50 milioni di lire. Ma probabilmente l'interesse maggiore degli acquirenti finirà per concentrarsi sui 4 acquerelli firmati e datati da Hitler, che risalgono al periodo 1906-1924, da quando era diciassettenne al momento in cui fu imprigionato a Landsberg, dopo il fallito «putsch della birreria». Si tratta di quattro lavori (/('(/'..imbianchino viennese»: acquerelli raffiguranti gli acuti compattili e il ponte di Linz, una strada ombreggiata d'un villaggio in Baviera, le vette innevate del «Berglandschaft» e un altro soggetto montano. Per ogni quadretto, i curatori dell'asta puntano a un prezzo superiore ai 5 milioni. Ci sarà sicuramente curiosità per il dipinto di Adolf Ziegler (l'artista favorito di Hitler) che ha lasciato un «nudo» di Angelica Raubal, la figlia della sorellastra del Fuhrer, Angela. Hitler si era invaghito di «Geli» nel 1928 e la relazione durò tre anni. fino a una tragica conclusione, per certi l'ersi ancora misteriosa. Il 17 settembre 1931 nell'appartamento di Hitler a Monaco scoppiò un violento litigio e la mattina seguente la ragazza venne trovata, morta, nella sua camera. Il verdetto ufficiale parlò di suicidio, ma all'epoca molta gente era convinta che Hitler avesse ordinato di uccidere la giovane. Perché? Si fanno molte congetture, ma di sicuro si sa soltanto, come scrive anche William Shirer, che Hitler restò sempre molto attaccato al ricordo di «Geli», parlando di lei come dell'unica donna che avesse amato. E nella sua camera alla Cancelleria, o all'Obcrsalzberg, il Fuhrer conservava foto e ritratti della ragazza. Fra gli oggetti personali di Hitler, saranno messi all'asta il suo sigillo di cristallo, trovato sulla scrivania al Derghof, due stendardi nazisti che ornavano una parete dello studio, un'aquila in bronzo proveniente dal suo yacht, e naturalmente una copia autografata del Meln Kampf. Di Goering, invece, «Phillips- metterà in vendita un servizio di porcellana di Sèvres, regalato al maresciallo per il suo 50 compleanno, altri pezzi d'avorio e d'agata che ornavano la sua scrivania, un'aquila sormontata da una svastica, simbolo della Luftwaffe. Infine andranno all'asta lettere che Goering scrisse alla moglie nel '46 dalla prigione di Norimberga, decine di teste, profili, fotografie di gerarchi e generali nazisti (oltre a Hitler e Goering, anche Goebbcls, Kcssclring, Himmler, Rommel), tre immagini di Mussolini e Balbo, c la .gran croce della croce di ferro» che Goering portò al collo il giorno del crollo della Francia. Com'è stato possibile raccogliere tutti questi oggetti per l'asta londinese? Alla «Phillips» rifiutano di rivelare nei dettagli la lunga opera di ricerca. Ricordano soltanto che quando i reparti della divisione della «Francia Libera» guidata dal generale Ledere conquistarono il quartiere generale di Hitler a Berchtesgadcn. in Baviera, nel maggio del '45, trovarono fra le rovine un tesoro di oggetti preziosi, in oro e argento, di porcellane e cristalli che dovevano perpetuare per mille anni la folle gloria del Reich. Paolo Patruno
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