Stupore: è polverone o gioco al massacro? di Claudio Giacchino

Stupore: è polverone o gioco al massacro? Stupore: è polverone o gioco al massacro? Osserva: -Guardi presidente che nell'entourage in cui facevo affari queste cose delle tangenti erano considerate normali, come mettere la macchina In sosta vietata'. Poi, torna a rovesciare accuse su politici, professionisti e imprenditori che non figurano in questo processo o che da esso sono usciti perché prosciolti in Istruttoria. I ricordi di Zampini seminano sconcerto nel pubblico, lasciano indifferente 11 p.m. Vitati. Il magistrato tutti questi episodi li conosce da tempo: l'ex ufficiale degli alpini glieli aveva raccontati nel tanti interrogatori subiti In caserma e in carcere. OH inquirenti non li avevano divulgati in quanto estranei al giudizio. Perché il faccendiere riferisce fatti per i quali la giustizia non ha proceduto (alcuni, addirittura, sono vecchi di oltre dieci anni e sono prescritti)? Li racconta per dare forza al proprio semplicistico assioma: 'Tutto il mondo politico è corrotto'? Oppure solo per sollevare polverone, per aprire un gioco al massacro? II maestro di Genova — Dice Zampini, spiegando la sua ascesa nel mondo degli affari: -Ero geometra, trovai lavoro presso la ditta Selearredo di Genova, mi trasferii nel suoi uffici di Torino. Il padrone della Selearredo era Walter Leto, segretario regionale per la Liguria del msi. Ecco, Leto fu il mio maestro. Vede, signor presidente, io venivo da Verona, avevo una mentalità quadrata, non conoscevo il significato della parola "tangente". Me lo insegnò Leto». Domanda Caplrossl: -Quella ditta trattala affari pasticciati?'. -Certo. Per ottenere la fornitura di mobili al palazzo di giustizia di Genova pagò 150 milioni, nel 73, al segretario di un assessore coi capelli bianchi e detto "Cincin". A Torino, dieci anni fa, per aggiudicarci la commessa di arredi a scuole professionali itidi pagare un assegno di 10 milioni al consigliere regionale de Carlo Borando. A Dorando il mio maestro arrivò attraverso il consigliere provinciale de Maurizio Puddu, sì, quello che poi sarà gambizzato dalle Brigate rosse. .Borando era il paravento dell'alloro assessore in Regione, ed oggi deputato democristiano, Ettore Paganelli. Un'altra fornitura fu stipulata con l'economo di un istituto femminile che da via Garibaldi s'è trasferito poi dalle parti del Palasport di Parco Rufflni: l'economo prese 10 milioni. La sua disponibilità alla bustarella era stata segnalata a Leto dall'onorevole mlsstno Tullio Abelli: Un altro maestro — Continua implacabile Zampini: 'Dopo Leto, il mio maestro è stato l'architetto torinese Domenico Mattia. Nel 1973-74, Mattia faceva parte del gruppo di studio Cesis del partito repubblicano. Favori l'affare da 200 milioni per l' arredamento dell'istituto "Imi" di via Valegglo; il negoziante De Candia mi informò che la tangente era del 15 per cento-. Nel diluvio di accuse ci sono anche poche parole buone. Cadono sull'ex assessore comunale psl Carla Spagnuolo, 'Salvini (uno degli imputati) arido a trovarla in ufficio, lei lo cacciò', e sull'ex assessore regionale socialista Giovanni Astengo. Su Astengo però Zampini precisa: «Diedi a Claudio Bellavita (inquisito e poi prosciolto, ndr) 5 milioni per finanziare la campagna elettorale di Astengo e di Moretti. 'Erano presenti l'onorevole psi Filippo Fiandrotti e Nerio Nesi. attuale presidente della Banca Nazionale del Lavoro. Astengo era soprannominato nell'entourage politico un elefante in un negozio di cristalli, perché incorruttibile. Dovette comunque farsi finanziare perché, secondo le indiserezioni, Nesi aveva venduto la corrente della sinistra socialista a Craxi in cambio della nomina a presidente della Banca Nazionale del Lavoro'. Il faccendiere tira in ballo anche Guido Bodrato e Oiusy La Ganga: 'Beppe Gatti ha avuto da me 60 milioni per il giornale della corrente di Bodrato. A La Ganga invece finirono 30 del 60 milioni che diedi a Nanni Biffi-Gentili'. Non dimentica l'ex dirigente Fiat Umberto Pecchlni: 'Ebbi il suo numero di telefono dalla segretaria di Enzo Biffi' e Liberto Zattonl di cui dice: 'Lo conobbi per una fornitura di mobili, ma in quest'occasione non c'erano tangenti di mezzo. Zattonl però dava soldi a Franco Revelli del pei». Una candida risposto — Sull'arresto il faccendiere racconta: 'Non lo presagii. Anche se tempo prima Enzo Bif fi-Gentili m'avvertì che qualcuno aveva riferito al sindaco di voci su tangenti per la Banca Dati. Biffi-Gentili mi confidò che avrebbe chiesto a Novelli chi aveva messo in giro le voci, che Novelli non avrebbe taciuto sennò lui gli avrebbe fatto s'aitare la giunta.. Il presidente Capirossi domanda conferma a Biffi. La risposta dell'ex vicesindaco socialista è candida: 'La cosa è complessa: Novellt mi fece sette-otto nomi. Poi io chiesi a Zampini se era vero.che. senza autorizzazioni si era messo a Chiedere tangenti su un appalto all'Aera che io non desideravo realizzare'. Zampini ha parlato per 4 ore, Claudio Giacchino

Luoghi citati: Genova, Liguria, Torino, Verona