Vacilla il racconto del pentito solla rapina da 35 miliardi di Giuseppe Zaccaria
Vacilla il racconto del pentito solla rapina da 35 miliardi Nuovi interrogativi nel giallo di Roma dopo l'arresto del tossicomane Vacilla il racconto del pentito solla rapina da 35 miliardi ROMA — Un improbabile «pentito» finito in carcere con l'accusa di concorso in rapina, un'altra persona interrogata fino a notte in procura, in bilico fra la qualità di testimone e quella dell'indiziato: fino a poche ore fa, per le Indagini sulla gigantesca rapina alla «Brlnk's Securmark» (35 miliardi in titoli e contanti secondo i carabinieri, 24 a giudizio della società) si parlava di una svolta. E adesso invece gli clementi che un tossicomane di 26 anni ha fornito al magistrato, 11 sostituto Domenico Sica, sembrano reggere solo in minima parte alle prime verifiche. La vicenda è nata tutta da un'indiscrezione dell'altro ieri: a quasi otto mesi dall'impresa che aveva portato cinque «uomini d'oro» a "rapinare dalla sedé'.-'ccmaiia di una società f tftBf*èoJB>%-, ri decine di sacchi colmi di banconote, le confessioni di un giovane sembravano avere aperto uno spiraglio. Il testimone — del suo nome si conoscono solo le iniziali. G. M. — si era presentato ai carabinieri, e subito dopo aveva raccontato una lunga, interessante storia. Dalla caserma -era subito passato agli uffici della procura. E11, dopo averlo lungamente sentito, Sica l'aveva fatto arrestare per concorso in rapina. Uno degli «uomini d'oro», dunque? Era parso proprio di si, ma col trascorrere del tempo le certezze si sono affievolite. Olà abbastanza noto alla polizia come tossicodipendente, G. M. ha raccontato una storia che potrebbe anche risultare convincente, se fosse sorretta da qualche indizio. Il mistero che circonda l'indagine resta più fitto che mai. Finora, si è riusciti a capire soitaji'to ""Che il tossicomane era amico di Giuseppe Chichiarelli, un pregiudicato di 36 anni ucciso a Roma la sera del 29 settembre scorso. L'uomo era in auto, sotto la sua abitazione del quartiere Tiburtlno, con la compagna, Cristina Cirllli, ed il figlio, di appena 10 mesi. Uno sconosciuto aveva atteso che i tre entrassero in macchina per far fuoco con una pistola automatica: dieci colpi. Il pregiudicato era rimasto ucciso, la donna ferita: li bimbo, miracolosamente illeso, sui sedili insanguinati. La polizia era giunta poco dopo ed in casa del pregiudicato, rinchiusi in una cassaforte, aveva recuperato 40 milioni in contanti e matrici di assegni. Quel danaro, si dice adesso, quasi certamente proveniva dalla rapina alla «Brink's Securmark»: probabilmente Giuseppe Chichiarelli era stato uno dei cinque uomini che, all'alba del 26 marzo scorso, ai erano j presentati alla filiale romana della «Brink's* su una «Opel» ca- muffata coi simboli della ditta. Un'azione durata pochi minuti: il tempo per immobilizzare due guardiani e fuggire dopo aver caricato l'auto coi sacchi colmi di denaro e titoli. Ma quale sarebbe stato, nella clamorosa rapina, il ruolo del giovane fatto arrestare ieri? Secondo alcuni, G. M. avrebbe confessato d'essere stato 11 «postino». Dopo la rapina, la banda tentò di far passare l'impresa come un'azione politica, facendo giungere all'«Unità» ed al «Messaggero» copie di una vecchia risoluzione strategica delle Brigate rosse, un volantino contraffatto e gli originali di quattro «schede» intestate ad Achille Gallucci, Pietro Ingrao, al presidente dell'Ordine degli avvocati di Milano Giuseppe Prisco ed al giornalista Mino Pecorelli (ucciso tre anni prima sotto la sua abitazione). Il «pentito», in altri termini, si sarebbe incaricato, su ordine di Giuseppe Chichiarelli, di cui era amico, di far giungere i falsi messaggi al due quotidiani. Ma la banda, il danaro, l'organizzazione? Per il momento, si sa solo che nelle più recenti attività del pregiudicato ucciso è stata trovata traccia di un'Ingente, ed improvvisa, disponibilità di danaro: quasi due miliardi e mezzo investiti, in poco più di un mese, in immobili ed in una fabbrica di cornici. Giuseppe Chiachiarelli non era personaggio da nulla: molti lo consideravano un falsarlo di grosse capacità. Fra le cose ritrovate nella cassaforte della sua abitazione, c'era anche una testina Ibm identica a quella usata durante 11 sequestro Moro per dirottare le forze dell'ordine sul lago della Duchessa, dove un fantomatico -comunicato numero 7» voleva fosse stato sepolto il presidente della de. Un personaggio, dunque, già in contatto con ambienti del terrorismo, e poi passato alla delinquenza comune? Le Ipotesi restano per 11 momento tutte in piedi. Giuseppe Zaccaria
Persone citate: Achille Gallucci, Domenico Sica, Giuseppe Chiachiarelli, Giuseppe Chichiarelli, Giuseppe Prisco, Mino Pecorelli, Pietro Ingrao
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