James Collins e i suoi ricordi

James Collins e i suoi ricordi LE MOSTRE D'ARTE James Collins e i suoi ricordi James Collins. Comparso per la prima volta a Torino nel 1976 da Piergiorgio Firlnu, l'anno dopo al!'«Arte Verso gallery. per esporre poi da Paolo Tonln, l'inglese James Collins (che, nato a Northhampton nel 1939, vive da una quindicina d'anni tra New York e Londra) ritorna alla «Galleria Mantra» (via S.Marla 2) con sette recenti grandi pastelli sul tema Bicordo dei tempi passati. Son dipinti nei quali con insistenza quasi ossessiva l'autore vien fingendo non altro che delle «situazioni» di intimità in cui s'avverte sempre la nascosta presenza dell'uomo in un'atmosfera di erotico voyeurisme. Quella materia tenera, pronta a sgranarsi sulla carta come fosse la luce stessa a frangervlsi, gli dà addirittura — come confessa — l'impressione di accarezzare le giovani donne evocate a volte In posizioni «innaturali», ma con un distacco che gli viene dal non lavorare dal vero perché preferisce servirsi della macchina fotografica. L'erotismo assume a tal punto un più squisito senso mentale che non manca però di farsi sentire nelle stesse sequenze fotografiche. Anna Eandi Jarre («Pirra Ceramiche», lungo Po Cadorna 1) modella, come nota Laura Mancinelli, «figure, isolate o a' gruppi, ma sempre figure umane», facendone tuttavia delle immagini non-descrittive, volte ad una essenziale espressività sottesa da una autentica vena esistenziale. La creta è trattata, quasi tagliata, con durezza sino a ricavarne i motivi da una vigorosa scansione plastica, sottolineata a volte da misurati interventi cromatici. Incisioni e disegni dell'800 e '900 («Le Immagini», via della Rocca 3). Alcune pagine di grafica moderna, dall'acquaforte incisa da De Chirico per le edizioni «Graphlca Nova» di Schelwlller intorno al '30 a tre piccole ma potenti stampe a colori d'un Carnet di Rouault (1931), con una delle più belle tavole di Chagall per le Favole di La Fontaine, e qualche vecchio, buon disegno di Paulucci e di Spazzapan, s'accompagnano in questa mostra al forte respiro poetico che emana dalle Nove acqueforti di Fontanesi (nelle tiratura curata nel '28 da Boglione e Dogliani). Il cavallo nell'incisione («L'Acquaforte», via Principe Amedeo 25) documenta il ricorrere del tema attraverso quattro secoli: da H. Baldung Grlen e Stefano della Bella al Cerruti Bauduc e a Francesco Gamba: pochi tratti nervosi, qualche forma ben chiaroscurata, dicono come a volte sia stata l'idea stessa del movimento ad attrarre l'artefice, o la naturale eleganza propria dell'animale. an. dra.

Luoghi citati: Londra, New York, Torino