IL PALEONTOLOGO OSPITE DELL'ACI di Vincenzo Tessandori

Coppens: senza orologio leggo 35 milioni di anni IL PALEONTOLOGO OSPITE DELL'ACI Coppens: senza orologio leggo 35 milioni di anni TORINO — In un passato remoto, attorno alla linea immaginarla dell'equatore, In quello che diventerà il continente africano, si apri la stagione dell'uomo. Trentaclnque milioni di anni or sono, forse di più, cominciava una storia che Yves Coppens, 50 anni, professore al Collège de France e direttore del Musée de l'homme di Parigi, paleontologo fra 1 più conosciuti nel mondo, ha raccontato ieri sera al Teatro Alfieri per 1 «Venerdì letterari... Giramondo convinto, Coppens è appena tornato dal Congo Brazzavllle dove ha studiato qualcosa che giudica, più o meno, dell'altro ieri: 11 quaternario. Ha trovato tracce di arnesi di pietra tagliata risalenti ad «appena» centomila anni or sono. Dice: •Non è mólto tempo, certo, ma l'osservazione dei reperti è interessante per capire V evoluzione che è stata rapida, da allora a oggi'. Nella ricostruzione del nostro passato, che importanza riveste la fantasia? ./ fatti rappresentano la metà esatta del lavoro. I fatti sono li davanti a noi, visibili, tangibili: pietre appena scalfite trovate sotto strati di terra o nelle grotte, e ossa fossili di lettura' sovente difficile. Poi c'è l'interpretazione di quei reperti: e questo è un altro quarto. Infine la fantasia o la speculazione. Così il cerchio si chiude: Che cosa cerca nel passato? .Cerco l'origine dell'uomo, di tutti gliuomini perché tutti i miti e tutte le religioni danno una risposta sull'origine e un'indicazione sul destino che ci è riservato. Ma oc¬ corrono anche risposte scientifiche a questi interrogativi, ciascuno deve conoscere, il più realmente possibile, la propria origine per arrivare così a una coscienza reale del proprio aiwertlre. Sul plano scientifico sono, ovviamente, interessato a capire i passaggi e l meccanismi dell'evoluzione e mlnteressa, forse più di qualunque altra cosa, quel passaggio dall'animale all' uomo. E', quello, un cambiamento enorme, misterioso quasi, e il suo studio è una strada straordinaria che dobbiamo battere. Finora sono arrivato a elaborare una proposta che vorrei definire scientifica e filosofica: Ha trovato Dio, nella sua ricerca? •Non sono credente di una religione particolare, ma cerco come ciascuno di noi senza essere bloccato da dogmi. Non sono cattolico e nemmeno musulmano, ma non posso affermare di non essere credente. Cerco anche io l'origine della vita, è vero, e quella dell'universo, anche se non ho la pretesa di possedere la risposta giusta. Ritengo la ricerca scientifica qualcosa di slmile alla vita contemplativa attraverso la quale l'uomo è arrivato a trovare e a capire molte cose-. Quanto tempo, in media, assorbe una ricerca perché possa definirsi completa? •Per dieci anni ho frugato fra i deserti dell'Etiopia, ne occorrono il doppio, dietro alla scrivania, per fermare sulla carta i risultati di quelle indagini, perché il nostro lavoro somiglia spesso a quello della polizia'. Quol è stato, nella sua vita di nomade, il momento più fortunato e quale il peggiore? •La fortuna è indispensabile, non ci sono dubbi, ma bisogna saper creare le condizioni per poterla afferrare. Una preparazione lunga e rigorosa, uno studio approfondito, un lavoro altrettanto attènto del terreno scelto per una ricerea, di solito tutto questo offre la fortuna. Nel 1960 sono andato nel Ciad, era la mia prima spedizione: l'anno successivo trovai il primo fossile umano. Sette anni più tardi, ricerche in Etiopia: in poco tempo trovai i primi fossili. Momenti brutti ce ne sono stati molti: ancora in Etiopia siamo stati più volte attaccati dai banditi e ricordo che una notte si dovette sparare in aria fino all'indomani per tenerli lontani dal campo: Quanti errori si commettono in questo lavoro? •E chi lo può sapere? La valutazione di un fossile è la cosa più difficile. Ricordo che In Libia, alcuni anni fa, uno studioso americano trovò quello che ritenne essere una clavlcola. Su quel reperto fu ricostruito uno scheletro, ma dopo qualche tempo ci si accorse che la clavlcola, in realtà, era un osso di balena.. Abituato a ragionare in termini di milioni di anni, professore, com'è il suo rapporto con l'orologio? .Semplice: non lo porto. Ma ciò non significa che io viva nel passato. Capisco bene V importanza del tempo, di questo nostro tempo, apprezzo la nostra epoca, la tecnica, sono felice di conoscete città come New York o Parigi: Vincenzo Tessandori

Persone citate: Coppens, Yves Coppens

Luoghi citati: Ciad, Congo, Etiopia, Libia, New York, Parigi, Torino