Sala: «Oggi come ieri l'impronta di Radice»

Saia: «Oggi tome ieri l'impronta di Radice» Saia: «Oggi tome ieri l'impronta di Radice» L'ex granata, il «poeta del gol», illustra le analogie fra il Torino dello scudetto e quello attuale - «E' programmazione, non fortuna» TORINO — Dopo essere stato protagonista nella squadra che conquistò nove anni fa lo scudetto, Claudio Sala è tornato a far parte della famiglia granata vestendo i panni del gregario. Ma il ruolo non gli pesa perché funge da .secondo» a Gigi Radice che lo guidò allora verso il titolo. Oggi, anzi, a colui che i tifosi della curva Maratona ribattezzarono affettuosamente .poeta del gol», pare di rivivere entusiasmi ormai lontani, anche se è pronto a filtrarli attraverso l'esperienza e il buon senso. •Certo ci sono delle analogie nel modo che l'attuale squadra sta vivendo ed affrontando questo momento e quello che fu nella stagione dello scudetto — analizza —. Inoltre una formazione riflette carattere e convinzioni del suo allenatore. Allora come ora, sul comportamento generale, influisce 11 fatto che Radice abbia concetti particolari che In campo si identificano con 11 pressing e con schemi d'avanguardia o. almeno, moderni... Claudio Sala, oltre che buon parlatore, è ottimo analista di quella che finora è stata la stagione granata: «All'inizio c'erano logiche titubanze che il raggiungimento di certi risultati ha permesso di superare dando una convinzione che via via si è trasformata in entusiasmo. Il merito di questo Torino è di coinvolgere anche gli scettici, di suscitare Intorno a sé la passionalità dei tifosi. E, creato un certo ottimismo, ecco come anche il pubblico torni ad essere importantissimo nell' economia della squadra, secondo quella che in fondo è stata sempre una caratteristica». > Quanto durerà il Torino? Sala non si sante di azzardare pronostici. «Difficile dire quando e se questa squadra si fermerà — osserva — quello che conta è che sia rinato l'ottimismo. Dietro ai risultati c'è sempre una programmazione, non il caso». Radice sostiene che è difficile se non impossibile prevedere quale sarà la continuità che il Torino riuscirci od esprimere. .Ed io sono pienamente d'accordo con lui», fa Claudio. Ma anche del Torino 75-76 era dtfftclle identificare le possibilità, pur se il tasso di classe della squadra era probabilmente superiore a quello attuale. Forse allora c'era un numero maggiore di individualità ben rlco- nosciute. «Leader diventa chi ha qualcosa in più, chi ha doti particolari da gettare sulla bilancia. Ed anche in questo Torino esistono elementi che posseggono 11 "qualcosa in più" . Ma Innanzitutto l'attuale forza è rappresentata dal collettivo. Sarebbe ingiusto valutare in maniera diversa i risultati fin qui ottenuti». Allora la .programmazione» aveva significato l'allontanamento di elementi come Agroppl. Fossati e Cereser che rappresentavano la .vecchia guardia», mentre adesso alcuni titolari della passata stagione siedono in panchina. Questo non potrebbe suscitare qualche problema? «Non lo credo perché 1" obbiettivo sul quale si è lavorato a fondo è quello di creare un gruppo, per riuscire ad avere giocatori che capiscono. E ovvio che a un certo punto occorre fare delle scelte, ma In una stagione ci può essere spazio per tutti». Domenica c'è il derby. Un derby insolito perché propone un Torino in salute contro una Juventus all'apparenza debilitata. Non solo, visto che era da 17 anni, cioè dal 26 novembre 1967, che non si arrivava alla stracittadina con i granata ben quattro punti avanti al bianconeri. «In queste partite — conclude Sala — le cifre contano poco. Si tratta di sfide sempre particolari alle quali si pensa fin dal primissimi giorni della settimana. Entrano in gioco motivi psicologici che fanno passare in second'ordlne altre componenti che, invece, sono basilari in altre gare. Giorgio Barberls

Persone citate: Cereser, Claudio Sala, Gigi Radice, Giorgio Barberls, Radice

Luoghi citati: Torino