Sandrelli, Melato e le altre rivivono gli anni di piombo

Sandrelli, Melato e le altre rivivono gli anni di piombo Ecco «Segreti segreti», terzo film di Giuseppe Bertolucci Sandrelli, Melato e le altre rivivono gli anni di piombo ROMA — La conferenza stampa per la presentazione del nuovo film di Giuseppe Bertolucci, Segreti segreti, è stata fatta l'altra sera nello spazio mondano dell'Operi gate, in una sfavillante cornice di luci e champagne che fortemente contrastava con 11 clima scuro e drammatico del nostri anni di piombo nel quale si muove Invece l'intero racconto cinematografico. Ma tant'è. L'altra sera la conferenza stampa di Oluseppe Bertolucci sembrava essere diventata una occasione di festa, non fosse altro perché a presenziarla erano state chiamate tutte e sette le protagoniste del film, tutte donne, tutte professioniste, tutte brave, tutte famose e soprattutto tutte insieme, per la prima volta, in una pellicola cinematografica. Schierate In bell'ordine Lina Sastrl, Rossana Podestà, Giulia Boschi, Alida Valli, Lea Massari e Mariangela Melato (assente giustificata Stefania Sandrelli) hanno spiegato, ciascuna con una battuta, quale è 11 segreto di cui è portatore 11 loro personaggio. E cosi Lina Sastrl ha comunicato che 11 suo segreto è quello di essere una militante della lotta armata; Oiulia Boschi, che fa la sorella di un terrorista ucciso, ha detto che 11 suo è di non averne; Mariangela Melato, che fa 11 giudice in un processo politico, ha spiegato che 11 suo riguarda il privato; Alida Valli, che è la vecchia gover¬ nante della Sastrl, ha detto che 11 suo è quello di capire 1 segreti altrui; Rossana Podestà, la madre del terrorista ucciso, ha ammesso che il suo è quello di esserne soltanto la madre adottiva; Lea Massari, madre di Lina Sastrl, ha confessato che 11 suo è il più tragico; scoprire di avere una fl- glia che milita nel terrorismo le toglie ogni voglia di vivere. E li segreto di Stefania Sandrelli? Il suo, è stata la risposta corale, è un segreto poco segreto: un tentativo di suicidio fatto per richiamare su di sé affetto e attenzione. Ma il film, raccontato in maniera episodica e spezzettata, l'altra sera alla conferenza stampa sembrava essersi trasformato in un gioco a Indovinelli, divertente ina fuorviarne. Cosi ha preso la parola Giuseppe Bertolucci che, con parlare lento e pacato, ha cercato di spiegare cosa ci fosse dietro e dentro 11 suo terzo film, dopo Berlinguer ti voglio bene e Oggetti smarriti. Da un lato, ha detto, c'era la voglia di raccontare la psicologia femminile, dall'altro quella di ripercorrere questi anni che sono insieme vicini e lontanissimi. Ne è venuto fuori un discorso che ha l'ambizione di proporre una lettura diversa del fenomeno terroristico, visto non più come elemento catalizzatore della vicenda, «ma semplice provocazione che si perde per andare a seguire i percorsi dell'animo umano*. s| ro

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