Quando Nino invitò don Tano

Quando Nino invitò don Tano L'accusa di favoreggiamento collega i Salvo al boss pentito Quando Nino invitò don Tano PALERMO — L'accusa di favoreggiamento personale contro i cugini Ignazio e Nino Salvo ed il sopralluogo che i giudici istruttori Falcone e Borsellino ed il capo della Squadra mobile hanno fatto nelle due ville di Casteldaccla. secondo indiscrezioni, sono da collcgare ad una presunta ospitalità che Tommaso Buscetta avrebbe avuto durante la sua latitanza. Durante il procedimento antimafia a carico dei Salvo era stato acquisito un rapporto della Guardia di Finanza su nove società edili ed immobiliari, in cui tra gli altri, i nomi di Carmelo Gaeta (arrestato nel blitz di San Valentino dello scorso anno) e dei fratelli Gioacchino ed Ignazio Lo Presti, quest'ultimo poi vittima della lupara bianca. Ignazio Lo Presti, parente acquisito di Nino Salvo, era amico e socio di Salvatore Inzerillo, ucciso a colpi di kalashnikov nel maggio del 1981. I rapporti tra Lo Presti e ■ Roberto- (alias Tommaso Buscetta) sono ricostruiti minutamente nella sentenza istruttoria del giudice Giovanni Falcone nel processo contro la mafia della droga. Sostiene Falcone che Lo Presti operava con copertura finanziarie dei Salvo, in varie imprense edilizìe. Dalle intercettazioni telefoniche, inoltre, tra Ignazio Lo Presti, sua moglie Maria Colico e .Roberto., il magistrato rileva che ..Roberto, era già venuto altre volte a Palermo, ed era stato invitato a cena, in casa di Ignazio Lo Presti. In particolare «Roberto., con una telefonata fatta da Lo Presti, dopo l'uccisione di Salvatore Inzerillo, viene sollecitato a tornare a Palermo per pacificare le cosche mafiose. 'Troppe invidie, troppi tradimenti, troppe cose tinte (brutte, n.d.r.). dice Lo Presti a .Roberto., che gli chiede: • Nino sa niente?». Lo Presti: -Nino è scomparso anche lui» e incoraggia .Roberto.: se vuole tornare dalla latitanza a Palermo 'Organizziamo la cosa». Che il .Nino., sia Nino Salvo, secondo Falcone, è comprovato anche da un'altra telefonata tra Maria Corleo ed una sua sorella ai tempi del matrimonio della figlia di Nino Salvo. Maria Corico, parlando dei Salvo ne commenta con toni allar¬ mati la sparizione affermando: «Non ci sono a Palermo, né a Salemi. non si sa dove sono» e la sorella risponde: «Con Questi fatti, tutti questi boss... (sono i giorni delle stragi della mafia, n.d.r.) sarà collegato la cosa». -Certo — dice Maria Corleo — Qualche cosa ci deve essere sicuramente. Troppo strano questo spostamento di matrimonio, questa sparizione». Il matrimonio in questione è appunto quello della figlia di Nino Salvo: quest'ultimo in proposito aveva spiegato che 1 motivi erano stati di carattere familiare e che lui in quel periodo si trovava nelle isole greche, luogo abituale delle sue vacanze in barca, 'fino a quando — disse — 7ìoh mi venne ritirato il passaporto».

Luoghi citati: Palermo, Salemi