Un film che dura da venfanni di Oreste Del Buono

Un film che dura da venfanni I SOGNI DI FEDERICO FELLINI SUL «VIAGGIO DI G. MASTORNA» Un film che dura da venfanni E' dal 1965 che il regista ha cominciato a progettare e a cercar di realizzare l'andata e ritorno agli Inferì • I litigi con una ridda di produttori, una catena di incidenti, una misteriosa malattia: i rinvìi subiti o voluti non gli hanno fatto cambiare idea Intanto, ha disseminato assaggi di esplorazione dell'altro mondo in tutti i film girati da allora, dal «Saryricon» a «E la nave va» La sceneggiatura per il Block-notes di un regista n. 1, ideato e diretto da Federico Fcllinl nei 1968 per la N.B.C, e dalla televisione americana continuamente ritrasmesso insieme con il Block-notes di un regista n. 2, è esplicita riguardo al fatto che de II viaggio di O. Mastorna, il film fondamentale che il regista rlmlnese promette da tanti anni, almeno venti, esistono, o sono comunque esistite, delle rovine. Possono essere esistite le rovine di una cosa che non fu? Possono senz'altro, come afferma la sceneggiatura che qui trascrivo: «Costruzioni Film G. Mastorna. Esterno. Giorno. Una vasta campagna bruciata dal sole estivo. Il silenzio è rotto dal frinire delle cicale. Lontano, sullo sfondo, alcune costruzioni clic la distanza impedisce di distinguere con chiarezza. «Ci avviciniamo. Ora le costruzioni sono più riconosci¬ bili. Si tratta di un blocco di edifici dalle fogge più diverse che sorgono attorno ad una piazza: una buia chiesa gotica; grigi palazzoni squadrati disposti secondo prospettive incompiute o incoerenti. L'insieme delle costruzioni denota uno stato di totale abbandono; fitte erbacce crescono dappertutto, invadono o assediano gli edifici. I palazzi sono scoloriti, sbrecciati dalle intemperie e dal tempo. Un cavallo •Alcuni di essi, semidistruttl, mutilati rivelano la loro effimera struttura: tralicci, Intelaiature di ferro che una volta sostenevano pareti di cartapesta, ora si protendono, lugubri, nel vuoto. Sulla piazza dalla pavimentazione dissestata o divelta è attraccata l'enorme fusoliera di un aereo, anch' essa imprigionata in una geometrica ragnatela di tubi metallici. Un cavallo attraversa pigramente la piazza. L'indecifrabile, angoscioso spaccato urbano ormai in sfacelo, sono le costruzioni del film II viaggio di G. Mastorna che Pelllni non ha realizzato. ■Fellini: "Queste strane allucinanti costruzioni dovevano apparire all'inizio di un film che volevo fare e che non ho più fatto. Si chiamava Il viaggio di G. Mastorna. Le costruzioni sono rimaste cosi, inutilizzate e deserte, in uno stabilimento cinematografico vicino a Roma. In questa piazza doveva atterrare un aereo dal quale sarebbe sceso l'eroe del film, un violoncellista... morto. E da questa piazza sarebbe cominciato il suo viaggio attraverso un paesaggio assurdo, da incubo. Non molto tempo fa sono tornato a rivedere questi luoghi. Ora mi sembravano più belli, cosi ab- bandonatl, cadenti, pieni di erbacce..."». Il primo produttore de II viaggio di O. Mastorna fu Dino De Laurentiis. Ma quasi mai il primo produttore di un film di Fellini è poi l'ultimo, quello effettivo. Presto, infatti, piìi che del film Federico mi cominciò a parlare dei guai che per il film aveva con De Laurentiis. «Non posso pensare di lavorare con lui, non lo sopporto...» si sfogava. Qualcìie volta, quando mi trovavo a Roma, mi trascinò a convegni con un suo avvocato o con un produttore americano di cui mi sfugge il nome o con un autorevole rappresentante dcll'Italnolegglo. Il suo ultimo film Giulietta degli spiriti non era andato bene con la critica né con il pubblico. Per questo il risultato del prossimo film risultava ancor più importante. «L'insuccesso mi fa sentire umiliato, mutilato, esiliato. Cominci a domandarti: sarò già rincretinito? La senilità arriva cosi presto nel cinema: 11 successo e la vanità sono lebbre che ti ammalano prima del tempo. La salute artistica di un regista dura poco...», mi confidava Fellini. Su II viaggio di G. Mastorna insistenti comunque a tacere o quasi. Al massimo, mi aveva detto che non c'era da tener molto conto della sceneggiatura fatta con Dino Buttati. «E' un viaggio, cos'è un viaggio?» protestava alle mie domande. «Un sogno...». E un giorno mi disse, con V aria di troncare una lunga disputa: «Non mi sento bene,» e rabbrividiva. «Mi devo esser preso un malanno quando sono andato su a Colonia a veder quella piazza che voglio mettere nel mio film. La piazza in cui atterra l'aereo di G. Mastorna. Occorreva un luogo in grado di dare l'impressione di una totale estraneità, allora ho pensato a una piazza tedesca. Ma In Germania era freddo e, per fare 11 giovanotto, mi ero portato solo 1' impermeabile...». L'amicizia è sul serio il pili misterioso dei sentimenti. Di colpo, mi scoprivo a sospettare che le contraddizioni insormontabili per la realizzazione de II viaggio di G. Mastorna non provenissero da questo o quel produttore o almeno non provenissero solo dai produttori che si succedevano, ma che provenissero anche e soprattutto da lui stesso, da Fellini che non aveva più voglia di fare il film in questione, di girare il suo sogno di un viaggio nel paese dei morti. Oh, l'amicizia. Quando lui si dette malato, arrivai addirittura a pensare che si trattasse di uno stratagemma, di un'astuzia, di una giustificazione neppure troppo convincente per accantonare il progetto ormai sgradito perché pericoloso. Invece, il male era grave. E avrei rivisto Federico solo alla sua uscita di clinica, in quell'albergo dell'Eur. •Stavo pensando a // viaggio di G. Mastorna, ero nelP ufficio della produzione alla Vasca Navale, mi ero steso su un divanetto con le molle rotte, e d'improvviso mi son crollate a un millimetro dal naso venticinque milioni di tonnellate di pietra, la facciata del duomo di Colonia, non so. Mi son sentito una formica. Allora ho pensato che le difficoltà per portare avanti il film nascevano da un ostacolo di fondo, che doveva esser dentro di me Cosi era finito in clinica, e i inediti non sapevano capire cosa avesse, sapevano solo che stava male, sempre peggio. Il mistero si era prolungato sinché non era capitato in clinica un dottore suo compaesano Sega detto Bagaronc, e aveva subito sentenziato: «Sanarelli-Schwarzmann Con le rose Angelo Rizzoli, quello vero, il vecchio, con cui Fellini aveva trovato modo di litigare come con tutti i produttori che si erano succeduti per Il viaggio di G. Mastorna, gli aveva mandato delle rose e un biglietto per festeggiare la guarigione. Lui lo aveva ringraziato telefonicamente, dicendo che il biglietto gli aveva fatto meglio degli antibiotici. Era seguito un silenzio al telefono, poi qualcuno lo aveva zelantemente informato che il Commenda piangeva, una roba da Emilio Salgari nel Corsaro Nero. E, infine, Angelo Rizzoli gli aveva fatto visita per dichiarargli la propria speranza che la malattia gli avesse 7nesso la testa a posto. «Ora non devi far più i film di una volta, altrimenti ti affatichi il cervellone. Ora devi darmi retta e fare i film che ti dico io...» gli aveva imposto Angelo Rizzoli. Gli ha dato retta Fellini, rinunciando per sempre a fare II viaggio di G. Mastorna? Direi senz'altro di no. Nel senso che non ci ha mai rinunciato. Anzi. E' vero che II viaggio di G. Mastorna dall'inizio alla fine non lo ha esplicitamente girato, però a pezzi e bocconi lo ha già esperimentato un'infinità di volte. In Fellini Satyrlcon, in Roma, in Amarcord, in Casanova, in E la nave va... si alternano assaggi su assaggi di viaggi su viaggi agli Inferi. L'idea è sempre quella. Federico non l'ha affatto dimenticata. La persegue, fedelissimo in una carriera programmata di infedeltà. •E' alla luce della psiche che dobbiamo leggere tutte le descrizioni del mondo infero», scrive James Hillman in quel gran saggio che è II sogno e il mondo infero, appena uscito nelle Edizioni di Comunità. «Le fantasie e le ansie del mondo Ìnfero sono descrizioni trasposte dell'esistenza psichica. Le immagini del mondo infero sono affermazioni ontologiche sulP anima, su come esista in sé e per sé, al di là della vita. E quindi leggiamo tutti i moti rivolti a questo regno della morte, siano essi fantasie di disfacimento, Immagini di malattia nel sogni, coazioni a ripetere impulsi suicidi, come moti verso una prospettiva più psicologica...». Il film II viaggio di G. Mastorna è in corso trasversalmente in tutti gli altri film di Fellini da almeno vent' anni. Un lungo viaggio di esplorazione dell'Ade, di rinvenimento e collezione di immagini infere. Le immagini infere sono visibili, ma solo per l'invisibile che è in noi. L'invisibile è percepito tramite l'invisibile ovvero la psiche. Le immagini psichiche non sono necessariamente raffigurazioni e possono non rassomigliare affatto a immagini sensoriali. Sono piuttosto immagini come metafore. Percepiamo le immagini con l'immaginazione o, per l' esattezza, più che percepirle, le immaginiamo, mentre con la percezione sensoriale non possiamo percepire le profondità che non hanno estensione nel mondo dei sensi. I sogni chiamano dall' immaginazione verso limmaginazione stessa ed è possibile risponder loro solo con l'immaginazione. Oreste del Buono

Luoghi citati: Germania, Roma