Zivago ancora bandito di Fabio Galvano

Zivago ancora bandito SVUOTATA LA DACIA DI PASTERNAK Zivago ancora bandito DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Conclusa da uno sfratto giudiziario la lunga e vana battaglia legale dei suoi familiari, nulla resta di Boris Pasternak nella dacia di Peredelklno dove nacque Il dottor Zivago. La Sojuz Pisatelej, l'Unione degli scrittori, ha fatto valere il regolamento, che concede agli eredi l'uso di quelle modeste villette fra i boschi per un periodo massimo di tre anni dopo la morte del titolare: nella dacia al numero 3 della Ulitsa Pavlenko i familiari di Pasternak resistevano ormai da 24 anni, da quel 30 maggio 1960 quando lo scrittore Improvvisamente mori. Dov'è oggi lo scaffale con la vecchia Bibbia piena di annotazioni, dalla quale Pasternak traeva ispirazione per le sue poesie? Dove sono le decine di copie del romanzo ancora oggi bandito in Urss e quindi mal pubblicato, ma tradotto in ogni lingua immaginabile? Dove sono il leggio rivestito di cuoio ormai consunto e la vecchia scrivania di legno chiaro, sbrecciata, su cui nacquero Zivago e Lara? La maschera Forse un giorno ricompariranno in un museo che, dicono al ministero della Cultura, è destinato a raccogliere 1 ricordi di tutti gli scrittori che hanno animato la «colonia» letteraria di Peredelkino, situata a circa 25 chilometri da Mosca. Ma quella casa, con il busto di bronzo e la maschera funeraria di Pasternak, lo studio in cima alle scale con la grande vetrata verso Est e la branda su cui lo scrittore riposava, i vecchi scaffali e il berretto a visiera di mille fotografie, era già un museo al vincitore di un premio Nobel che la Tass definì «un atto politico ostile» e che a Pasternak non fu mai concesso di ritirare; uno del tanti musei «casereccl», lascia intendere la Mosca ufficiale, con i quali gli eredi di Pasternak — e come loro anche i familiari di un'altra ventina di scrittori — avevano cercato di conservare il privilegio della dacia. La lunga battaglia è finita il 16 ottobre, secondo quanto riferiscono amici di famiglia. L'indomani, il 17, una squadra di operai era già al lavoro, a imballare e portar via ciò che resta di un uomo criticato per la sua grande opera narrativa (in un breve riferimento a 11 dottor Zivago il Dizionario enciclopedico sovietico rileva che in quel romanzo « è stato espresso un atteggiamento negativo verso la rivoluzione»), ma osannato come grande e indiscusso poeta nazionale. Chi andrà àd abitare in quella dacia, una volta rimodernata, »non è stato ancora deciso»: ma già in passato l'Unione degli scrittori aveva precisato che quella costruzione di legno marrone, sprofondata nella campagna e in questi giorni immersa nel mare rosso e dorato delle foglie d'autunno, Imbiancato dalle prime nevi, sarà destinata a «uno scrittore produttivo». Nella modesta dacia, cui si accede per un viottolo fra tigli e aceri, dietro un cancello di legno dipinto di verde e all'ombra di pini e abeti che le si addossano da occidente, abitavano In tre: Natalja, vedova di Leonld Pasternak che era figlio di seconde nozze (quelle con Zinalda) dello scrittore, sua figlia Lena e 11 marito, il quale è a sua volta nipote del celebre scrittore Lev Kopelev emigrato in Germania quattro anni fa e privato della cittadinanza sovietica. Vana Battaglia In un'altra piccola costruzione, anch'essa di legno e affacciata sullo stesso cortiletto, trascorreva 1 weekend e le vacanze EvgenlJ Pasternak, nato dal primo matrimonio del poeta, quello con EvgeniJa. E' stato Evgenij l'animatore della lunga e vana battaglia legale con l'Unione degli scrittori, che Pasternak disprezzava apertamente dopo esserne stato espulso nel 1958 In seguito alla pubblicazione in Occidente de II dottor Zivago. Ripetutamente, ai familiari era stato ingiunto di lasciare la dacia; ma alla robusta difesa, alla quale avevano aderito anche i poeti Evgenij Evtushenko e Bella Achmadullna, è mancato lo spunto finale. Quello studio spartano, disadorno, con il pavimento di legno chiaro e le pareti belge, fino a ieri illuminato da riflessi di genialità, ha ceduto alle ombre dell'Inverno sovietico. Fabio Galvano

Luoghi citati: Germania, Mosca, Urss