Cerezo e la negretta di Gian Paolo Ormezzano

Cerezo e la negretta Cerezo e la negretta COSF PER SPORT di Gian Paolo Ormezzano L'episodio di Cerezo calciatore della Roma insultato a Torino perché scuro di pelle, quello di Rambone allenatore del Padova costretto dalla gente a lasciare il club veneto perclié -terrone-: due fatti anzi fattacci di razzismo, troppo trascurati dai mass media, che pure si erano bene impegnati quando a Varese alcuni deficienti avevano alzato croci uncinate di fronte ai cestisti di una squadra israeliana. Ripensati con calma, gli episodi appaiono brutti e dannati, e siccome non è peccato grave vergognarsi in ritardo, li riproponiamo qui. Lo sport, si dice, è antirazzismo permanente, è superamento di ogni barriera costituita, altrove, da pelle, etnia, provenienza. Nessun dubbio che nella maggior parte dei casi sia così, ma proprio per questo gli eventi abnormi acquistano un rilievo grave: senza scomodare Brecht (-La bestia che generò il mostro è ancora feconda-), bastano certi graffiti cittadini, al Nord e contro i meridionali tifosi, certe scritte di razzismo alla rovescia (il Sud die ce l'ha fatta contro il Nord) apparse sui jnuri di Napoli dopo l'acquisto di Maradona, per mettere brii>idi, se non di paura, almeno di fastidio. E c'è persino razzismo in certe frasi di apparente simpatia: nel basket si scrive della negretta anche se la tizia è alta quasi due metri. Tanto per far saper che è negra, però in maniera gentile. Niente di grave, per la carità, ma non vorremmo die tra un po' di tempo il non essere insorti per Cerezo, con Cerezo, prendesse rilievo storico, per via di una nascente cronaca, quella nera. Boniek «lava» Pare che Boniek, quando segna il primo gol della giornata di campionato e vince la lavatrice messa in palio proprio dallo sponsor della Juventus, dica di spedire la lavatrice al tale indirizzo, in Polonia. Ha già rifornito alcune case di parenti e amici. Una volta uno quando lasciava la patria portava con sé i penati, tanto per avere un ricordo. Adesso c'è chi per farsi ricordare manda elettrodomestici a parenti e amici meno abbienti. C'è il ricordo indelebile che uno porta con sé, e c'è il ricordo speciale, quello che toglie anche le macchie di grasso più sporco. Bearzot 2000 Sta nascendo al Sestriere, anzi secondo la nuova o meglio rispolverata grafia al Sestrieres, un supercentro scientifico dello sport italiano. A quota 2000 e rotti ci saranno palestre e piste e laboratori e piscine per atleti che non dovranno più andare a Saint Moritz o addirittura in Messico per trovare aria rarefatta, ambiente adatto a produrre globuli rossi, e intanto attrezzature adeguate a pratica e studio. Per la nostra bilancia dei pagamenti, oltre che per il nostro sport, un buon affare. In cambio, il Sestrieres chiede che non gli appioppino l'idea di organizzare un 'Olimpiade. Il professor Conconi è stato interpellato dalla gente del Sestrieres, pare che lassù si possa ricavare tutto, persino un tracciatinò ciclistico per Moser e seguaci. Bearzot verrà invitato a portare li i suoi azzurri, in vista del Mundial 1986 in Messico. Gli sciatori domenicali incroceranno visi noti. E diciamo di più, senza falsi pudori: il Sestrieres sarà il posto ideale anche per la produzione di sangue da prelevare, bello rosso, e da mettere da parte, in vista di un'autoemoperfusione a ridosso della gara. L' argomento pare non piacere al popolazzo, meglio V atleta che si rimpinza di cocaina che quello che si riprende il proprio sangue. Cerezo visto da Franco Bruna

Luoghi citati: Messico, Napoli, Polonia, Sestriere, Torino, Varese