L'auto, passato e futuro

L'auto, passato e futuro Dal Valentino al Lingotto, quasi un secolo di Salone L'auto, passato e futuro Alberto Bersani, direttore della rassegna dal '76, ne ricorda le tappe • L'esordio mondano dell' aprile 1900 al Borgo Medioevale, l'emigrazione a Milano nel '23 e a Roma nel '29, i successi a Torino Esposizioni • «Oggi, al Lingotto, l'emozione del passato che incontra l'avvenire» . t" i/ quinto Salone dell' Auto che dirigo e confesso che provo io stesso entusiasmo del 76 quando fui chiamato per la prima volta, dall'Anfia a questo incarico. Allora era il Salone che vedeva uscire clienti e costruttori dalla depressione della crisi petroli/era; oggi è il Salone che, al Lingotto, vede il futuro dell auto fondersi con il suo passato: un'operazione troppo stimolante sotto il profilo tecnico e culturale per non viverla con emozione-. Il dott. Alberto Bersani In questa emozione inserisce, probabilmente, anche il fatto di parlare di questa esposizione in un ufficio ancora spoglio, ricavato nelle ex in^ fermerie dello stabilimemto di via Nizza, in cui il mogano della grande scrivania con trasta non poco con le pia strelle bianche delle pareti •Si sta lavorando "pancia a terra", lunedi sarà tutto pronto. E' tradizione che gli allestimenti di qualsiasi mostra si concludano in volata'. Del Salone dell'Auto, inteso come Istituzione, Bersani é uno storico che ne ripercorre le tappe con gusto antiquario ed amore. -Pensi alla prima edizione di quel 21 aprile 1900. Fu un fatto mondano, come un'esposizione di cavalli da corsa. Il biglietto d'ingresso nel padiglione del Valentino costruito per l'Esposizione internazionale del 1S84 (quella del borgo Medievale, per intenderci), dove si teneva la rassegna, costava 50 centesimi. E, annesse alla mostra, c' erano le Feste Automobilistiche con gare di l'clocità. Tra queste, la Torino-Pincrolo-Saluzzo-Torino, 130 chilometri: fu vinta da una moto che impiegò 1 ora e 59'; la prima auto arrivò dopo 2 ore e 12'*. Ma il ofatto mondano» lasclava, a poco a poco, lo spazio al fatto tecnico, che pro¬ grediva con l'evoluzione dell' industria: il Salone crebbe sino a diventare, alla fine degli Anni Venti, punto di riferimento internazionale per chi s'occupava di automobili. -Traversie? Tante. Nel '23, ad esempio, la rassegna emigrò a Milano: Torino non riusciva a trovarle una sede adeguata, il capoluogo lombardo le costruì, invece, su misura, il Palazzetto dello Sport alla Fiera. Nel '29, poi, fu portata a Roma per ragioni di regime: gli addetti ai lavori ricordano questa edizione come quella "governativa"». Poi, dopo la guerra, il Salone torna a Torino «ormai tradizionale capitale dell'auto-. E ci torna in una sede architettonicamente prestigiosa come quella di Torino-Esposizioni, che gli procurerà la definizione di «Salone plii bello- tra quanti in Europa presentano automobili badando più alla funzionalità che alla bellezza della cornice. «Al Valentino c'era, però, fin dal '69, il problema della carenza di spazio: troppo pochi 52 mila metri quadri fra parti coperte e scoperte. Oggi il Lingotto di metri quadri per l'esposizione ne offre complessivamente 120 mila, di cui la metà all'interno dell'ex stabilimento-. Una superficie che pone il salone torinese «in linea- con quelli di Parigi, di Bruxelles, di Amsterdam e di Birmingham. -Quanto a metratura s'intende. Nessun altro ha, probabilmente. qucst atlitosfera; nessun altro si muove in un'analoga scenografia di storia del lavoro. L'anima del Lingotto e le sue strutture di fabbrica hanno "costretto" gli espositori a sforzarsi, con i loro stand, di non svilire o tradire queste realtà. Da questa sfida sta nascendo un grande Salone dell'Auto-, Renato Rizzo Il doti. Alberto Bersani: «Ogni salone, ntiotc emozioni»

Persone citate: Alberto Bersani, Bersani, Del Salone, Renato Rizzo