Ventisei arresti in Basilicata sgominata banda di camorristi
Ventisei arresti in Basilicata sgominata banda di camorristi Potenza, blitz dei carabinieri contro la malavita Ventisei arresti in Basilicata sgominata banda di camorristi POTENZA — Ventisei arresti per associazione camorristica: è 11 risultato di un blitz del carabinieri nella notte di mercoledì in tutta la provincia. Sull'inchiesta del giudice istruttore Vincenzo Barone in collaborazione con i militari del nucleo di Potenza, viene mantenuto un riserbo quasi assoluto: non sono stati resi noti i nomi delle persone colpite dal mandati. Agli imputati — quasi tutti pregiudicati per reati contro 11 patrimonio e le persone — si contesta di aver costituito un'associazione per delinquere, che si proponeva di ottenere arricchimenti illeciti attraverso rapine ed imposizione di «tangenti» e attraverso il controllo degli appalti. Personaggi di primo piano dell'organizzazione, che avrebbe operato fin dal 1980, vengono considerati Antonio Schirato e Remo Scoppetta (entrambi detenuti), legati al clan della «Nuova camorra organizzata» di Raffaele Cutolo, che sarebbero stati i promotori dell'associazione; Pietro Picerno e Marco D' Angelo (il primo in custodia cautelare nella sua abitazione; il secondo detenuto), che avrebbero agito quali capi dell'organizzazione a Potenza e in provincia, specie nell' area del Vulture melfese, nella parte settentrionale della Basilicata. Gli arresti sono avvenuti a Potenza e a Melfi, mentre una decina di mandati di cattura sono stati notificati a persone detenute nelle carceri di Matera, Bari, Carinola, Porto Azzurro. Molte le perquisizioni, anche nelle carceri, c.on sequestro di documenti. Secondo quanto è stato possibile apprendere, ulterio¬ ri indagini sono in corso, orientate prevalentemente nel settore degli appalti. L'ipotesi di legami sospetti, tra Antonio Schirato, Remo Scoppetta, Pietro Picerno e Marco D'Angelo emerse per la prima volta nell'autunno del 1981, quando essi furono arrestati in un appartamento del centro di Potenza. Nel mese di aprile del 1982 Schirato (ritenuto il feritore del giornalista televisivo Luigi Necco) e Scoppetta vennero processati dal tribunale di Melfi e condannati per resistenza, detenzione di armi, ricettazione. Per favoreggiamento nei riguardi di Schirato e Scoppetta, vennero Invece condannati D'Angelo e Picerno. Venne invece giudicata insussistente, l'accusa di associazione per delinquere, che invece torna di attualità con questi nuovi arresti.
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