L'oroscopo di Reagan 2 di Frane Barbieri

L'oroscopo di Reagan 2 L'oroscopo di Reagan 2 (Segue dalla 1 ' pagina) con Mosca per non essere usata come una semplice carla nel gioco di Washington. Nel Terzo Mondo, infine, i sovietici calcolavano su un'estensione delle loro (alleanze naturali^ come conseguenza della strategia rcaganiana del ritorno degli Usa nei continenti dai quali le potenze occidentali sono stale progressivamente allontanate. Nessuna di queste previsioni si è verificala. Reagan esce lult'altro che segregalo fra Atlantico e Pacifico. Gli europei si sentono rassicurati dalla sua vittoria, disposti come non lo erano da tempo ad articolare la strategia occidentale con una forte leadership americana. Indicative in tal senso sia la conversione antigolhsta dei francesi, emersa dalle ultime inchieste, sia le speranze improvvisamente riposte in Reagan da parte degli insospettabili Brandt e Vogcl. La Cina auspica il potenziamento dell' impegno Usa nel Pacifico (Beijing Revien). Nel Terzo Mondo, il ritorno inauguralo da Reagan ha fallo passi: l'alleanza naturale con Mosca slava diveniando troppo condizionante; bilanciarla con una nuova presenza occidentale significava aprire qualche nuovo spazio di autonomia. Tanto più quando si scopre che, se non si può o non si vuole far saliare l'ordinamento mondiale, i vitali problemi tecnologici e finanziari vanno in definitiva affrontati con gli Usa. Addirittura nella Comunità socialista, fra alleati più stretti, Mosca non ha trovato molti governi disposti a cadere nell'isolamento nel tentativo d'isolare "1 Reagan. Rivedendo la mappa del mondo, i capi del Cremlino non solo non troveranno 1' America rcaganiana respinta entro le sue frontiere, ma scopriranno un graduale accerchiamento della potenza Urss. 11 fenomeno Reagan colpisce il Cremlino anche nei risvolti ideologici. Finora, Mosca insisteva molto sulla crisi strisciante dei sistemi occidentali, ne vaticinava il crollo o intravedeva negli aspetti riformistici e statalizzanti in Occidente i germi del nascente socialismo su scala mondiale. Reagan non solo annulla la prospettiva della disfatta finale, ma afferma il vigore del sistema nei suoi fondamentali valori liberistico-capitalistici. Svanisce l'immagine susloviana dell'avversario sierico che si distrugge con le proprie mani. Dopo le elezioni americane, non sembra tanto Reagan quanto Ccrncnko a dover rivedere la propria strategia. A eorlo di iniziative e di potenziali alleati, o intermediari indulgenti, nell'emergenza di uscire dall'accerchiamento e di bloccare il dilagante effetto Reagan, Mosca non ha che due scelte: mettere alla prova la determinazione del superpresidente, persistendo ulteriormente nella sfida, o stabilire con il super-vincitore un rapporto bipolare e preferenziale. Peccato che la scelta di Mosca non possa essere verificata in una campagna elettoralc- Frane Barbieri

Persone citate: Brandt, Reagan