La Cassazione conferma le sanzioni ai 9 magistrati iscritti alla loggia P2 di Ruggero Conteduca
La Cassazione conferma le sanzioni ai 9 magistrati iscritti alla loggia P2 Erano stati condannati dal Csm a pene varie: dalla censura all'espulsione (due) La Cassazione conferma le sanzioni ai 9 magistrati iscritti alla loggia P2 ROMA — La Cassazione avrebbe respinto ieri, secondo le prime indiscrezioni, il ricorso presentato da nove magistrati condannati a varie sanzioni disciplinari in quanto apparsi nelle liste della loggia P2 di Gelli. Tutti sostenevano di essere stati condannati in base ad elementi vaghi ed incerti. Il ministero della Giustizia insisteva invece perché le sanzioni venissero confermate. A firmare i ricorsi sono stati Domenico Pone, consigliere di Cassazione e in passato segretario di «Magistratura indipendente» ed Elio Siggia, pretore di Roma, entrambi espulsi dalla magistratura; Salvatore Cassata, giudice del tribunale di Marsala, trasferito d'ufficio; Vittorio Liberatore, presidente del tribunale di Ancona, e Domenico Raspini, presidente a Ra¬ venna, entrambi «censurati» e trasferiti; Giovanni Placco e Giovanni Palaia, entrambi pretori a Roma, Antonio Stanzione, giudice del tribunale di Forlì, Giuseppe Renato Croce, pretore di Tivoli, questi ultimi colpiti col solo provvedimento della censura. Per tutti, il procedimento disciplinare aveva avuto inizio nel maggio dell'81. Inizialmente, i magistrati che comparivano nelle liste di Gelli erano in tutto sedici,, ma poi due di essi (l'ex presidente del tribunale di Forlì, Antonio Buono, e l'addetto all'ufficio studi del Csm, Salvatore Pastore) decisero di mettersi In pensione. Un altro, il giudice del tribunale civile di Roma, Paolo Zucchini. aveva chiesto lo stralcio della sua posizione, per essere poi assolto. Con la formula più ampia erano stati prosciolti an¬ che altri tre giudici, Barbaro, Nannarone e Randon. Emanando quelle sanzioni, il Consiglio superiore della magistratura aveva scritto: «Fino al marzo 1981 la P2 ha costituito un'associazione segreta, mossa da scopi politici e di interferenza sui pubblici poteri, pubblici servizi e settori della vita sociale di pubblico interesse». Ieri, dinanzi alle sezioni civili riunite della Cassazione, presiedute da Giuseppe Mirabelli, la stessa tesi è stata sostenuta dalla pubblica accusa, rappresentata dall'avvocato generale Vittorio SgroJ, e dall'avvocato dello Stato Francesco Ignazio Caramazza, che rappresentava il ministero di Grazia e Giustizia. La discussione ha impegnato i difensori dei vari imputati per l'intera giornata: quindi la camera di consiglio, che si è protratta fino a tarda sera. Trattandosi di materia civile, occorrerà qualche giorno per conoscere ufficialmente la decisione dei giudici: non ci sarà infatti, come in campo penale, un dispositivo di sentenza, ma solo una articolata motivazione. L'orientamento delle sezioni unite, stando alle prime indiscrezioni, sarebbe comunque già piuttosto netto, e dovrebbe condurre ad una conferma delle sanzioni già Inflitte. I magistrati «plduisti» sarebbero infatti responsabili di illecito disciplinare per essersi affiliati ad un'associazione segreta, violando cosi l'articolo 18 della Costituzione, l'articolo 212 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza e l'articolo 18 della legge sulle guarentigie della magistratura. Ruggero Conteduca
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