Sfida coraggiosa

Sfida coraggiosa Sfida coraggiosa E' storia disperata quella delle due madri che, stanche e disilluse, provano l'ultima porta: «Che altro fare?*, chiedono al vicequestore Di Sapio, poi — garantito il loro anonimato — accettano di collaborare con la polizia. Grazie alla disperazione sfociata in coraggio e incanalata in indagini, tre persone sono state arrestate. Ora si tratta di definirne il ruolo: cinici spacciatori o tossicomani costretti a smerciare per procurarsi la dose? Vulutcrà il ìnagistrato. La forza della notizia è altrove, nel gesto che lacera il velo di paura steso sul traffico di droga. E' cronaca ripetuta: il mercato degli stupefacenti è una piramide dai iriille passaggi, con i tossicoìnani trasformati in venditori; e ciascun piano della piramide dipende da quello superiore. Nessuno parla, per non tagliarsi fuori dal giro, ma soprattutto perché minacce, ricatti, violenze sono realtà scontate sulla propria pelle. L'altra faccia della droga è la l'ita nelle case, dove eroina significa scoprire i figli •cambiati*, smarriti nell'ansia di trovare roba per un buco; significa oggetti rubati di giorno in giorno, poi richieste di denaro sempre più violente e cieche; significa rapporti che si deteriorano fra gli altri componenti della famiglia, in una varia corsa alle reciproche accuse; e talvolta significa aspettare, con cupo fatalismo, che un agente suoni alla porta per arrestare il giovane coini'olto in un reato o per annunciare che il suo corpo è stato trovato in un androne, la siringa ancora nel braccio. A volte sono i ragazzi, toccato il fondo, a dire basta. Ora sono due madri a rifiutare quell'esistenza. E' ancora fresco il ricordo delle donne di Primavalle, tenere, disperate e tenaci nemiche degli spacciatori. Scrisse allora Alessandro Galante Garrone: «Lo Stato da solo non può far tutto. Bisogna aiutarlo e quasi costringerlo a fare, con un'azione capillare, ostinata, implacabile: senza sgomentarsi per la gravità del problema, senza soggiacere alle intimidazioni di chi agisce nell'ombra». Forse anche a Torino un'estrema disperazione comincia ad aprire questa strada.

Persone citate: Alessandro Galante Garrone, Di Sapio

Luoghi citati: Torino